In Spagna solitamente si festeggiano “los Reyes Magos”. Quest’anno però, la data verrà ricordata come una giornata di svolta per l’ambiente.
Il provvedimento
Il governo spagnolo ha deciso di integrare una normativa all’esistente pacchetto di leggi volte a ridurre l’uso della plastica e aumentare il riciclo dei rifiuti.
Il decreto in vigore da aprile 2022 vieta il commercio di prodotti in plastica monouso (non riciclabile) come piatti, bicchieri, posate. O ancora cotton fioc, cannucce e contenitori per bevande in polistirolo espanso.
A questo divieto è stata aggiunta una nuova norma, mai vista prima.
Infatti, dal 6 gennaio, in Spagna, i produttori di tabacco dovranno occuparsi di raccogliere mozziconi e filtri di sigaretta nei luoghi pubblici e non solo.
Le stesse aziende avranno il compito di sensibilizzare i cittadini sui problemi ambientali legati all’errato smaltimento dei loro rifiuti.
Nel pratico
La normativa, che arriva dal ministero della Transizione Ecologica e della Sfida demografica, prevede obblighi economici per le industrie interessate.
Non a caso i produttori di tabacco dovranno pagare il conto per la pulizia e lo smaltimento di mozziconi e filtri che vengono gettati a terra dai cittadini. Uno studio ha ipotizzato che la somma potrebbe anche toccare il miliardo di euro all’anno.
Si prevede quindi che le aziende, avendo una nuova tassa, finiranno per aumentare i prezzi dei loro prodotti. Di conseguenza ai fumatori sarebbe fornito un nuovo incentivo per smettere di fumare.
Salute e ambiente
A livello ambientale sono uno dei rifiuti più pericolosi per il mare.
Secondo uno studio della Ocean Conservancy, i filtri delle sigarette impiegano 10 anni per decomporsi: il problema però riguarda le loro componenti.
I filtri sono composti da acetato di cellulosa, una plastica molto pericolosa che rilascia tossine quali arsenico e piombo. Pertanto, sono considerati più dannosi di sacchetti e bottiglie di plastica, anche per il numero di pezzi: circa 5 miliardi nell’oceano.
Per non parlare dell’impatto ambientale che ha l’intera industria del tabacco.
Si contano 200’000 ettari di terreni e 22 miliardi di tonnellate di acqua usati per la sua coltivazione. L’Italia è prima in Europa con la produzione di 50’000 tonnellate annue.
Non mancano di certo le emissioni di CO2, pari a 84 milioni di tonnellate.
Si stima che in Spagna il 22% della popolazione fumi: la cifra non si allontana troppo dalla media europea, che è del 18,3%.
A livello sanitario, come tutti sappiamo, il fumo crea danni irreversibili e più di 8 milioni morti l’anno (dati dell’OMS). Per questo, dopo un’indagine, è stato affermato che l’85% dell’opinione pubblica sia favorevole a maggiori restrizioni in luoghi pubblici e privati. Le autorità si sono mosse da tempo, imponendo divieti in 500 spiagge della costa iberica.
Con la nuova direttiva, la Spagna si fa portavoce di un cambiamento necessario per la salute delle persone e la cura dell’ambiente. Due sfere che troppo spesso vengono divise, quando in realtà sono molo più legate di quanto pensiamo.
Se anche un solo stato europeo seguisse l’esempio del governo spagnolo sarebbe una grande vittoria.
Sarà comunque un buon risultato se parte della popolazione smetterà di fumare, o almeno di buttare i mozziconi per strada.