Martedì 15 novembre 2022: la Terra è ufficialmente popolata da 8 miliardi di persone.
Quali sfide affronteremo e quali situazioni dobbiamo cambiare il prima possibile?
Verso gli 8 miliardi
Secondo le stime, nell’anno 1000, la Terra ospitava 400 milioni di persone, che aumentarono fino all’arrivo della peste nera.
Nel 1346 infatti si verificò l’ultimo sostanziale decremento dell’umanità, che venne seguito da una forte ripresa supportata dalla scoperta dell’America e delle sue risorse.
Le nuove rivelazioni e la rivoluzione industriale cambiarono tutto: le nuove tecnologie miglioravano quotidianamente la qualità della vita e la sua durata.
Quel processo ancora in atto, ha permesso una crescita esponenziale, soprattutto tra il 1900 e il 2000, periodo in cui siamo passati da 1 a 6 miliardi in mille anni.
Oggi
Ad oggi tocchiamo gli 8 miliardi.
Una cifra grande, forse troppo per un pianeta che chiede aiuto, da tempo, a una specie che lo ascolta con poca attenzione.
Anche se ci troviamo nello stesso pianeta, nella nostra popolazione c’è un grande divario sociale, economico e sanitario, che deve essere ridotto.
Da una parte ci sono le grandi nazioni, super sviluppate e ricche, hanno un’aspettativa di vita più lunga di 30 anni rispetto agli altri.
Dall’altra, Paesi poveri in cui fame, malattie, guerre e cambiamenti climatici rendono la vita sempre più difficile.
Per eliminare o almeno ridurre tale differenza, dovremmo affrontare insieme le grandi “sfide” per il bene di tutti.
L’alimentazione
L’alimentazione è uno dei protagonisti del divario.
Da alcune analisi è emerso che ogni anno produciamo cibo per 12 miliardi di persone, che non viene consumato equamente.
Infatti 1,3 miliardi di tonnellate, vengono sprecate ogni anno dai grandi Stati che contano il 13% degli adulti in sovrappeso.
Mentre, 800 milioni di individui soffrono la fame ogni anno.
Secondo la Coldiretti, dopo la pandemia e l’inizio di una nuova guerra, possiamo intraprendere una sola strada.
L’autonomia alimentare, per tutti, per assicurare cibo senza speculazioni o distorsioni commerciali ed evitare situazioni come quella che stiamo vivendo oggi.
Cambiamenti climatici
È anche vero che le azioni di pochi possono cambiare la vita di molti.
Al momento i Paesi d’Occidente sono i principali responsabili del riscaldamento globale per mezzo delle loro abitudini.
I Paesi poveri (spesso dell’emisfero australe) chiedono aiuto perchè gli effetti delle nostre azioni li colpiscono ogni giorno.
Anche in questo caso, un’azione congiunta da parte dei più agiati, potrebbe risanare le condizioni di vita estremamente difficili di milioni di persone.
Proprio per questo, alla COP27, verranno fissati nuovi obiettivi da raggiungere per rendere sostenibile la nostra massiccia presenza su questo pianeta.
In conclusione
Le risorse necessarie per la nostra sopravvivenza ci sono, sono disponibili nel nostro Pianeta, ma devono essere distribuite con altri criteri.
Una migliore ripartizione, basata anche su nuovi accordi internazionali, potrebbe risolvere tante battaglie che sono in atto al giorno d’oggi.
Purtoppo fame e cambiamenti climatici colpiscono maggiormente chi è in possesso di poco o niente e perciò bisogna modificare la direzione dei nostri obiettivi.
Al mondo serve una nuova visione d’insieme per permettere una vita degna di questo nome a più gente possibile, se non all’intera popolazione. E per tale sfida, necessitiamo di una collaborazione tra tutti, in ogni settore, guardando oltre i nostri orizzonti.