Anche se il fast fashion prende sempre più piede, tante imprese hanno deciso di dare una svolta sostenibile all’industria tessile.
Ed ecco che nascono i tessuti naturali o riciclati.
La soluzione green
Abbiamo parlato in precedenza del fast fashion e della sua poca sostenibilità.
Per poter ridurre l’impatto dell’industria tessile e soprattutto per far fronte all’incombenza del fast fashion, anche la moda ha trovato delle soluzioni green.
Ancora oggi le fibre sintetiche artificiali rappresentano il 60% di quelle utilizzate, mentre le naturali sono solo il 40%.
Fibre naturali, vegetali e derivati.
La prima soluzione sostenibile è la scelta di fibre naturali, che sono migliori anche per il contatto con la pelle e la durata.
- Fibre alimentari: cocco, l’orange fiber, il piñatex (usa gli scarti di ananas), il reshi (fibre derivate da funghi che sostituiscono la pelle), la vinaccia
- Fibre vegetali: modal (semi sintetica) derivata dalla polpa di faggio o il lyocell, dalla pasta di legno di eucalipto. O ancora ramia (da piante orticacee), le pale del fico d’india e i soliti cotone, lino, juta e canapa e bambù.
Altri tessuti invece sono prodotti da materie prime alle quali non avremmo mai pensato come alghe, ossi di seppia o la seta del ragno.
La tintura
Anche il processo che prevede il maggior consumo e inquinamento delle acque ha delle varianti sostenibili.
Con l’avanzamento della tecnologia, infatti, sono stati rinnovati i processi di tintura dei tessuti in modo da emettere meno CO2, usare ed inquinare meno acqua.
I colori, innanzitutto, possono essere totalmente vegetali: parliamo di reseda (giallo), curcuma, rabarbaro (beige), sambuco, guado (blu) e spirulina.
Allo stesso modo, oltre ad eliminare i coloranti sintetici e i metalli pesanti, si potrebbe evitare il mordente (composto per fissare il colore) molto inquinante.
Ovviamente vanno rivisti anche i processi di tintura per ridurre lo spreco di acqua e di emissioni.
C’è chi ha optato per un’alimentazione dei macchinari ad energia rinnovabile, chi preferisce riciclare la CO2, e chi usa la tecnica a secco.
Etichetta
Per essere sicuri al 100% che il prodotto sia sostenibile e sempre meglio consultare i siti delle aziende oppure direttamente l’etichetta. Tra quelle riconosciute troverete Global Organic Textile Standard (GOTS) per i prodotti biologici e Oeko-Tex per quelli ecologici.
Queste tecniche e produzioni attente all’ambiente, aumenteranno indubbiamente il prezzo degli abiti, rispecchiandone la qualità. Ma ricordiamo che esiste anche la moda di seconda mano, per spendere meno e acquistare capi in ottimo stato.
Il cambiamento è in mano ai consumatori: se tutti scegliessimo la sostenibilità, le aziende sarebbero costrette a rivedere le loro produzioni, attuando una vera e propria transizione.