Come era nell’aria, la Commissione Ambiente dell’Europarlamento ha votato la parziale sospensione del sistema di scambio dei crediti di emissione per il settore dell’aviazione, per un periodo massimo di un anno e con la possibilità di prolungarla qualora i progressi fatti in sede ICAO (Organizzazione dell’Aviazione Civile Internazionale) siano «chiari e sufficienti», verso misure di contenimento e riduzione della CO2 condivise.
Sembrerebbe una sconfitta, ma in realtà appare più un gesto di buon senso, se si considera la storia dell’inclusione del settore dell’avio-trasporto nel EU-ETS. Dal 2012 infatti, il settore è stato ricompreso nella direttiva ETS, comportando l’obbligo di tenere una contabilità delle emissioni e in secondo luogo di partecipare al meccanismo ETS (prima restituzione di quote prevista per aprile 2013) per tutti i voli in arrivo o in partenza da un aeroporto di uno stato membro dell’EU. La scelta ha portato ad una decisa reazione da parte dei paesi terzi (Stati Uniti, India, Cina e Russia in testa) che hanno denunciato una violazione della propria sovranità in caso di attuazione del provvedimento. Questo ha portato, lo scorso novembre 2012, il Commissario Europeo per l’Azione sui Cambiamenti Climatici ad annunciare l’intenzione di esentare temporaneamente i voli extraeuropei dallo schema EU-ETS, decisione che è stata ratificata ieri dalla Commissione Ambiente dell’Europarlamento e verrà votata in plenaria il prossimo aprile.
Alla base della decisione ci sono varie motivazioni: da una parte si blocca il processo e le relative sanzioni per questo anno, dall’altra si apre ad una decisione “internazionale” presa nell’ambito dell’ICAO e che quindi porterebbe ad un sistema condiviso senza creare perturbazioni al mercato che per sua stessa natura è globale (e non regionale). Resta naturalmente aperta la questione dei voli “continentali”, per i quali non è prevista esenzione: in questo caso a fare la voce grossa sono principalmente i vettori Low Cost europei, che minacciano di adire alle vie legali se la disposizione diverrà legge, in quanto si avrebbe una riduzione della competitività dei voli europei rispetto a quelli extra EU.
La conclusione della storia è che al momento il sistema che avrebbe dovuto permettere una riduzione delle emissioni in atmosfera appare molto fragile e volatile: la speranza che, con le nuove regole, da quest’anno ci potessero essere dei cambiamenti al sistema EU ETS, è ancora lontana, e il mercato delle emissioni stenta ancora a decollare (i valori di mercato spot dei crediti sul mercato sono sempre molto bassi: EUA= 4,02€/t CER=0,15€/t [1])
[1] Prezzo spot EUA e CER del 26 febbraio 2013 (Fonte
Point Carbon EUA and CER closing prices (€/t))