Il consumismo ha trasformato profondamente le nostre abitudini economiche, aumentando l’impatto ambientale dell’uomo sul Pianeta. Per tale ragione, di fronte a sfide ambientali globali, la decrescita rappresenta una proposta concreta per ripensare il nostro modello di sviluppo, basandosi su un concetto di sufficienza: non basta migliorare l’efficienza produttiva, ma serve fissare limiti che garantiscano la sostenibilità senza compromettere lo sviluppo. La decrescita distingue chiaramente tra sviluppo, inteso come miglioramento della qualità della vita, e crescita, che implica solo un aumento quantitativo. Questo cambiamento culturale offre alle comunità strumenti per rispondere all’emergenza ecologica, promuovendo uno stile di vita semplice ed equo, basato su valori umani anziché materiali.

Consiste nella capacità di costruire modelli di produzione ed utilizzo circolari, cercando di sostituire i modelli lineari, di consumo fine a se stesso, con consapevole utilizzo e riutilizzo delle risorse al fine di produrre un numero più limitato di beni e prodotti, spostando il valore aggiunto e le marginalità economiche su una offerta di servizi.  Tutelare le risorse naturali, mantenere i processi sociali in equilibrio, con consapevolezza dei limiti al consumo, promuovendo anche un approccio etico all’utilizzo delle risorse naturali e del lavoro (invece del mero consumo senza limiti di entrambi), andando a ricercare benessere sostenibile, sviluppo sociale e culturale senza deprimere lo sviluppo economico ma non necessariamente passando attraverso una mera crescita quantitativa costante ma di bassa e sempre inferiore qualità. Crescita non coincide con benessere e sviluppo come fu stabilito al Summit sullo sviluppo sostenibile di Johannesburg (WSSD) nel lontano 2002, ma sempre più attuale nei concetti.

Più umanità meno materialità!