L’Unione Europea è una delle comunità più virtuose per quanto riguarda la sostenibilità e l’ambiente. A volte però in Parlamento, non sono tutti d’accordo e degli obiettivi importanti faticano ad essere raggiunti.
L’atteso “SI”
Finalmente dopo vari tentativi, è stata approvata la legge per il ripristino della natura (Nature Restoration Law). La norma è passata al voto più volte ma mercoledì 12 luglio il parlamento europeo l’ha approvata con ben 366 voti favorevoli.
Questa vittoria, raggiunta con fatica, determina un punto di svolta per la salvaguardia della natura, dei suoi habitat e non solo.
Già a maggio 2020 venne pubblicata la strategia europea per la biodiversità (per il 2030). Durante il 2021 ci sono stati vari incontri per definire i punti della nuova norma proposta poi a giugno 2022.
La legge è stata approvata con 366 voti favorevoli e 300 contrari. Purtoppo questo risultato dimostra come ancora molti governi non abbiano capito l’importanza della proposta, che porterebbe benefici sia al pianeta che all’uomo.
Cosa prevede la legge
Gli obiettivi della legge mirano al ripristino degli ecosistemi, degli habitat e delle specie delle terre e dei mari dell’unione europea.
Questo per consentire il recupero duraturo e sostenibile della biodiversità e della natura resiliente. In più è necessaria per contribuire al raggiungimento degli obiettivi dell’UE in materia di mitigazione e clima adattamento al clima.
Un ulteriore motivo per il quale era opportuno approvare questa legge è quello di rispettare gli impegni internazionali. Questi obiettivi saranno supportati da svariati target che determinano la riuscita di tale “sfida” con il cambiamento climatico.
I target
Lo scopo generale è quello di proteggere almeno il 20% delle aree marine e terrestri dell’UE entro il 2030. Con esse tutti gli ecosistemi che hanno bisogno di un ripristino entro il 2050. Questo sarà possibile per mezzo di tante azioni specifiche sviluppate in ogni paese dell’Unione, descritte di seguito.
Un primo ambito è quello legato alla legislazione esistente, (per zone umide, foreste, praterie, fiumi e laghi, brughiera e macchia, habitat rocciosi e dune). Si intende migliorare e ripristinare gli habitat su larga scala e le popolazioni di specie migliorando e ampliando i loro habitat.
Nello specifico verranno sviluppati progetti di salvaguardia di habitat e specie, tra questi programmi per:
- gli insetti impollinatori, fondamentali per l’agricoltura e quindi anche per l’uomo. Per questo, servirà un’inversione del declino delle loro popolazioni entro il 2030, anche grazie alla riduzione dei pesticidi chimici del 50% entro il 2030;
- il settore agricolo, per il quale la legge la legge mira all’aumento delle farfalle dei pascoli e degli uccelli dei terreni agricoli. Si parla inoltre di un aumento dello stock di carbonio organico nei terreni minerali coltivati e di terreni agricoli con caratteristiche paesaggistiche di elevata diversità. Infine, si punta alla riumidificazione delle torbiere prosciugate per un maggiore assorbimento di carbonio;
- gli ecosistemi forestali, per i quali si ripristineranno la connettività forestale, l’abbondanza di uccelli forestali comuni e non solo. Saranno inclusi progetti per lo stock di carbonio organico e il ripristino di foreste irregolari e invecchiate.
- gli ecosistemi urbani, che non dovranno subire alcun tipo di perdita netta di spazio urbano verde entro il 2030. In più si richiede un aumento (minimo del 10%) della superficie totale coperta da spazio urbano verde entro il 2040 e il 2050.
Passando invece all’ambito marino e acquatico, sono previsti altri piani (più o meno simili a quelli della terra ferma. Si parla quindi di:
- ripristino di habitat marini. Tra questi fondali marini o fondali sedimentari che definiscono grandi benefici anche per mitigare il cambiamento climatico. Tuttavia, c’è una maggiore attenzione per le specie marine ioniche come delfini e focene, squali e uccelli marini.
- connettività fluviale. In questo campo, si vuole identificare e rimuovere le barriere che impediscono la connettività delle acque di superficie. Questo serve affinché almeno 25 000 km di fiumi siano ripristinati in uno stato di flusso libero entro il 2030.
La legge fondamentale per il recupero di biodiversità, garantendo una maggiore sicurezza alimentare e che porterà benefici anche economici…. Non poteva non essere approvata. Si stima infatti che gli investimenti in tali progetti porteranno fra gli 8 e i 38 euro in benefici, per ogni euro speso.
È una vittoria che dimostra anche quanto si sia ampliata la consapevolezza delle persone. Infatti, oltre alle associazioni ambientaliste d’Europa, i giovani dei movimenti verdi si sono schierati 6000 scienziati europei. Oltre a loro numerosi accademici e oltre 1 milione di cittadini che hanno firmato un appello per il “sì”.
Gli investimenti dell’UE ammontano a 10 milioni di euro. A questi si aggiungeranno i cofinanziamenti di 16 Paesi europei, che metteranno a disposizione i propri mezzi per le attività di ricostruzione del capitale naturale.