La Spagna pone fine agli sprechi alimentari con la nuova legge che entrerà in vigore dal 1° gennaio 2023.
I dati alla base della legge.
La legge proposta dal ministro spagnolo dell’agricoltura, della pesca e dell’alimentazione Luis Planas, si basa su accurate analisi in materia di sprechi alimentari del paese iberico.
Nel 2020 gli spagnoli hanno sprecato 1430 tonnellate di cibo (31 kg a persona), ma non sono gli unici colpevoli.
Infatti, il 20% delle perdite derivano dalle catene di produzione e il 40% degli sprechi si verificano tra la vendita e l’uso domestico.
Differenza tra perdita e spreco alimentare.
É importante ricordare la differenza tra questi due termini perchè indicano due situazioni diverse.
La perdita alimentare si verifica nei processi che precedono l’entrata nel circuito di commercializzazione.
Lo spreco alimentare invece, avviene nei negozi, nei ristoranti e nelle case, quindi tutto quello che viene perso dopo l’entrata in commercio.
Inestetismi del cibo
Supermercati e negozi alimentari dovranno creare linee di vendita per prodotti “Brutti, imperfetti o poco attraenti” per ridurre le perdite causate da inestetismi del cibo.
Così si sensibilizza il pubblico al consumo di prodotti meno “belli” che solitamente sono più naturali di altri, perchè privi di pesticidi o composti chimici.
Il governo quindi punta tutto sul concetto di prodotti stagionali, locali e biologici per diminuire perdite e sprechi.
Donazioni, doggy bag e marmellate
Per le industrie dovranno istituire collaborazioni con organizzazioni di quartiere e banchi alimentari così da aiutare le persone in difficoltà evitando ulteriori sprechi.
Invece, i ristoranti dovranno avere tutto l’occorrente per le “Doggy-bag” e permettere ai clienti di portare a casa quello che non hanno mangiato.
Tuttavia, sarebbe opportuno che la richiesta del contenitore partisse dal ristoratore e il personale.
Le medie e le grandi imprese dovranno trasformare la frutta invendibile in succhi e marmellate per esempio (esclusi i negozi più piccoli di 1300 m2).
Sanzioni
Nel caso in cui manchi un piano di prevenzione, si ricorre ad una multa che va dai 2 mila ai 60 mila euro.
La sanzione può arrivare anche ai 500 mila euro in caso di recidiva.
Funzionerà?
Molti si chiedono se le istituzioni porteranno a termine questo intricato compito visto che non possono controllare tutti gli step della produzione.
Non si può controllare ogni singola attività né ogni ristorante, ci sono dubbi anche sul controllo della trasformazione degli alimenti in altri prodotti.
Un fatto altrettanto fondamentale da tenere a mente è l’impossibilità di azzerare lo spreco alimentare.
Senza dubbio possiamo compostare alcuni scarti o riutilizzarli in cucina, ma non mangiamo ossa e spine degli animali o i semi della frutta, quindi li buttiamo.
Per ora bisognerà aspettare il 2023 e dal momento in cui la legge funzionasse, l’Italia potrebbe prendere spunto per proporre una legge simile.