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Arriva il bonus per la pergola bioclimatica: requisiti e vantaggi.

By : Aldo |Luglio 21, 2024 |Emissioni, Home |Commenti disabilitati su Arriva il bonus per la pergola bioclimatica: requisiti e vantaggi.

Negli ultimi 4 anni i cittadini italiani hanno avuto la possibilità di usufruire di molteplici bonus che potessero rendere più sostenibile la vita dei singoli, come quella di tutta della nazione. Capotti per i palazzi, macchine elettriche, biciclette nuove, filtratori per l’acqua e tante altre soluzioni sono state pensate per la riduzione dei rifiuti, dei consumi elettrici, dell’uso di combustibile fossile e per il miglioramento della salute umana. Tra questi arriva anche il bonus per le pergole, per affrontare in modo sostenibile il caldo dell’estate e non solo.

Il caldo “antropico”

Negli ultimi decenni, le temperature globali hanno mostrato un preoccupante aumento, principalmente a causa del cambiamento climatico causato dall’attività umana. Secondo l’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), la temperatura media globale è aumentata di circa 1,2 gradi Celsius rispetto ai livelli preindustriali. Questo incremento termico ha portato a fenomeni meteorologici estremi più frequenti, tra cui ondate di calore, siccità e incendi boschivi. In Italia, il riscaldamento globale si fa sentire in maniera particolarmente intensa.

Durante gli ultimi anni, il’Italia ha sperimentato estati sempre più torride, con temperature che spesso superano i 40°C in diverse regioni. Ad esempio, nell’estate del 2023, molte città italiane, tra cui Roma, Firenze e Bologna, hanno registrato temperature record, causando gravi problemi di salute pubblica, soprattutto tra le fasce di popolazione più vulnerabili, come anziani e bambini. Inoltre, l’aumento delle temperature ha avuto impatti significativi sull’agricoltura, riducendo la resa dei raccolti e aumentando la necessità di irrigazione. Anche il turismo ha subito le conseguenze del caldo estremo, con molti visitatori che evitano le città d’arte durante i mesi più caldi.

Infine, l’aumento delle temperature ha contribuito allo scioglimento dei ghiacciai alpini, un fenomeno che minaccia le risorse idriche e l’ecosistema delle regioni montane. In questo contesto, è fondamentale adottare politiche di mitigazione e adattamento per contrastare gli effetti del cambiamento climatico e proteggere l’ambiente e la popolazione.

 

L’edilizia per contrastare il caldo

L’edilizia sostenibile riveste un ruolo cruciale nel mitigare l’impatto ambientale e nel promuovere uno sviluppo urbano più equilibrato e rispettoso delle risorse naturali. Questo approccio costruttivo integra materiali ecocompatibili, tecniche innovative e soluzioni energetiche efficienti per ridurre l’impronta ecologica degli edifici. In estate, i consumi legati al raffreddamento della casa possono essere significativamente ridotti attraverso diverse strategie. L’uso di materiali isolanti di alta qualità nelle pareti, nei tetti e nei pavimenti aiuta a mantenere la temperatura interna stabile, limitando la necessità di aria condizionata.

Inoltre, l’installazione di tetti verdi e giardini verticali migliora l’isolamento termico e contribuisce al raffrescamento naturale. Sistemi di ventilazione naturale, come le finestre posizionate strategicamente per favorire la circolazione dell’aria, insieme all’utilizzo di tende, persiane e schermature solari, possono ulteriormente ridurre il calore entrante. L’adozione di queste pratiche non solo diminuisce i consumi energetici e le emissioni di CO2, ma migliora anche il comfort abitativo e la qualità della vita.

Da qui la necessità di installare pergole nei giardini delle ville; una richiesta che aumenta e per la quale è stato pensato un nuovo bonus.

Ecobonus pergola bioclimatica

Le pergole bioclimatiche offrono un metodo naturale per ridurre l’uso dei sistemi di raffrescamento, creando più ombra e diminuendo la necessità del climatizzatore. Grazie agli emendamenti del decreto Salva casa, queste strutture possono ora essere installate senza permessi comunali, rientrando nell’edilizia libera. Inoltre, fino alla fine dell’anno, è possibile usufruire dell’ecobonus al 50% se si rispettano i requisiti dell’ENEA per le schermature solari. Le pergole bioclimatiche, con lamelle orientabili come le tende veneziane, offrono un’ombreggiatura più efficiente rispetto alle tende solari a braccio. Per essere considerate edilizia libera, queste strutture devono essere ancorate alla casa e non autoportanti, garantendo una riduzione dei consumi energetici e un basso impatto visivo.

Per ottenere l’ecobonus del 50% per l’installazione delle pergole bioclimatiche, è necessario rispettare i requisiti dell’ENEA riguardanti il risparmio energetico. L’agevolazione è valida solo se le pergole sono installate su pareti orientate da Est a Ovest, passando per Sud, mentre non è concessa per quelle esposte a Nord, Nord-Est e Nord-Ovest, poiché la loro efficacia nel riparare dal sole è limitata. Inoltre, è richiesta la certificazione dei risultati: la struttura deve avere un valore del fattore di trasmissione solare totale, in combinazione con il tipo di vetro della superficie coperta, che rispetti i limiti prefissati dall’ENEA per la specifica zona climatica.

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Bactery: la startup che crea energia pulita e a basso costo dal terreno.

By : Aldo |Luglio 18, 2024 |Emissioni, Home |Commenti disabilitati su Bactery: la startup che crea energia pulita e a basso costo dal terreno.

Il tema dell’energia è uno dei più discussi degli ultimi anni. Si parla di rinnovabile, di energia pulita, nucleare e fossile ma anche di sicurezza ed autonomia. Ci sono tanti pareri diversi, dunque, tanti modi di agire differenti, una varietà che potrebbe non essere la miglior cosa per la transizione ecologica. Tuttavia, la ricerca è sempre in moto e degli studiosi hanno creato delle batterie che possono caricarsi nel suolo, come Bactery.

Le batterie per la transizione

Le nuove tecnologie legate alle batterie stanno rivoluzionando il settore energetico, contribuendo in modo significativo alla transizione verso fonti di energia pulita e rinnovabile. Le batterie al litio, già ampiamente utilizzate in dispositivi elettronici e veicoli elettrici, continuano a migliorare in termini di densità energetica, durata e costi, rendendo più efficiente lo stoccaggio dell’energia prodotta da fonti rinnovabili come il solare e l’eolico. Parallelamente, le batterie a idrogeno, o celle a combustibile, offrono un’alternativa promettente grazie alla loro capacità di immagazzinare energia in modo altamente efficiente e con zero emissioni di carbonio, trasformando l’idrogeno in elettricità attraverso una reazione chimica con l’ossigeno.

Oltre a queste, stanno emergendo tecnologie come le batterie a stato solido, che promettono maggiore sicurezza e capacità energetica rispetto alle tradizionali batterie al litio, e le batterie a flusso, che sono particolarmente adatte per l’accumulo su larga scala di energia rinnovabile. Queste innovazioni non solo migliorano la capacità di stoccaggio e gestione dell’energia pulita, ma sono anche fondamentali per stabilizzare le reti elettriche e ridurre la dipendenza dai combustibili fossili, contribuendo così a un futuro energetico più sostenibile e a basse emissioni di carbonio.

Dall’agricoltura all’energia pulita.

Le batterie e la tecnologia sono sempre più presenti anche nel settore agricolo. Infatti, l’Internet of Things (IoT) sta trasformando l’agricoltura attraverso una rivoluzione digitale. La combinazione di sensori IoT, intelligenza artificiale e sistemi basati sul Cloud sta migliorando l’agricoltura di precisione e le catene di approvvigionamento, permettendo la raccolta e l’analisi continua dei dati per decisioni informate in tempo reale. Questo tipo di dispositivi raccolgono dati sullo stato dei campi, aumentando l’efficienza, riducendo i costi e massimizzando le rese.

Tuttavia, tali dispositivi funzionano grazie all’energia e ad Internet, non sempre facili da installare e mantenere. Questo, per via dei cavi che possono ostacolare i campi, le batterie chimiche monouso che devono essere monitorate e sostituite, e le fonti di energia rinnovabile come i pannelli solari funzionano a piena capacità solo in determinate condizioni climatiche. Proprio da tali bisogni, nasce una startup che ha trovato la soluzione per generare energia pulita, a basso costo e che non intralcia il lavoro agricolo. Si chiama Bactery e crea batterie che sfruttano i batteri nel terreno per fornire energia pulita 24 ore su 24 a basso costo.


Bactery

Bactery, è uno spin-off dell’Università di Bath fondato dai ricercatori Ben Metcalfe, Jakub Dziegielowski e Mirella Di Lorenzo. I tre studiosi hanno sviluppato una tecnologia rivoluzionaria basata su batterie alimentate da batteri endogeni che raccolgono energia verde dal terreno. Questa scoperta sfrutta i processi naturali dei microrganismi presenti nel suolo, fonte di elettroni prodotti grazie ai quali le batterie si ricaricano. Tutto questo succede solamente inserendole nel terreno, in modo da fornire elettricità pulita e continua anche nelle aree più remote. Con una durata di oltre 25 anni e un costo di 25 sterline per unità senza necessità di manutenzione, queste batterie mirano a rivoluzionare l’agricoltura digitale, migliorando la produttività e riducendo i costi operativi grazie a dati affidabili.


Dai primi prototipi al successo globale

Un primo prototipo è stato testato con successo nel 2019 in un villaggio di pescatori a Icapuí, in Brasile, dimostrando la fattibilità della tecnologia in ambienti remoti con scarse risorse elettriche. Nonostante ciò, negli ultimi quattro anni, la ricerca ha approfondito i processi bioelettrochimici per massimizzare l’estrazione di energia dai batteri del suolo. Nei prossimi 12 mesi, l’azienda perfezionerà i prototipi in vista di una produzione su piccola scala e il lancio del prodotto previsto per i primi mesi del 2026. Mirella Di Lorenzo sottolinea che la tecnologia permette agli agricoltori di generare dati in modo sostenibile, mentre Jakub Dziegielowski evidenzia l’impatto positivo della loro innovazione sull’agricoltura e altri settori, sostenendo la qualità e incrementando i ricavi attraverso pratiche agricole più efficienti e riconosciute. Bactery punta a diffondere la sua tecnologia per un’agricoltura sostenibile in tutto il mondo.

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Copenaghen premia chi sceglie di viaggiare in modo sostenibile.

By : Aldo |Luglio 15, 2024 |Emissioni, Home |Commenti disabilitati su Copenaghen premia chi sceglie di viaggiare in modo sostenibile.

Quando si parla di grandi cambiamenti è importante ricordare che niente avviene o si modifica se ognuno di noi non si applica. Di solitp si dice che il mare sia fatto da gocce e noi umani siamo quelle gocce che possono creare qualcosa di immenso. Tutto questo è vero per qualsiasi cambiamento, tra cui anche quello climatico che dobbiamo affrontare tutti insieme e uniti. Ecco come Copenaghen rende tutti partecipi di tale transizione.  

Copenaghen è sostenibile

Copenaghen è spesso citata come uno degli esempi più avanzati di sostenibilità urbana in Europa e nel mondo. La città ha adottato un approccio pionieristico alla sostenibilità ambientale, mirando a diventare la prima capitale al mondo a emissioni zero entro il 2025.

Per esempio, la città è famosa per la sua infrastruttura ciclabile. Circa il 62% dei cittadini utilizza la bicicletta per spostarsi quotidianamente. Sempre per parlare di mobilità, gode di un trasporto pubblico è altamente efficiente e comprende autobus, treni e una metropolitana automatizzata. È considerata una delle migliori metropolitane al mondo in termini di puntualità e frequenza.

A livello energetico invece ha investito massicciamente nell’energia eolica offshore, con parchi come il Middelgrunden vicino alla costa di Copenaghen. Inoltre, la città vanta sistemi di teleriscaldamento e teleraffrescamento altamente efficienti, che riducono la domanda energetica complessiva.
Si parla anche di inceneritori moderni, edifici sostenibili e del Copenaghen Climate Plan, un piano strategico volto a ridurre le emissioni di CO2 e a migliorare la sostenibilità della città.

L’impatto del turismo

Per quanto sia decisivo a livello economico, il turismo ed il suo flusso può avere un impatto significativo su una città, influenzando vari aspetti ambientali e di sostenibilità. L’afflusso di turisti comporta un aumento della domanda di risorse naturali, come acqua ed energia, oltre a una maggiore produzione di rifiuti e inquinamento atmosferico. La gestione dei rifiuti diventa più complessa, e le infrastrutture esistenti possono essere sovraccaricate, causando degrado urbano e ambientale. Inoltre, il turismo di massa può portare alla perdita di biodiversità a causa della trasformazione di habitat naturali in strutture ricettive e attrazioni turistiche.

Tuttavia, con una pianificazione attenta e l’implementazione di pratiche sostenibili, come il turismo responsabile e la promozione di mezzi di trasporto ecologici, è possibile mitigare questi impatti e garantire che il turismo contribuisca positivamente all’economia locale senza compromettere l’ambiente.

Il piano di Copenaghen

Proprio per questo motivo, l’ufficio turistico di Copenaghen ha promosso il progetto CopenPay. L’iniziativa offre incentivi ai visitatori che adottano comportamenti sostenibili, come spostarsi in bici o con i mezzi pubblici e mantenere pulita la città. Dal 15 luglio all’11 agosto, i turisti che partecipano a questa iniziativa possono ottenere ricompense come un caffè gratuito in un museo o un giro in kayak senza costi.

Una mappa interattiva elenca i premi disponibili: ad esempio, chi arriva in bici o a piedi può fare un tuffo gratuito nel canale presso Kanalhuset, mentre chi raccoglie spazzatura nell’area BaneGaarden può ottenere un pasto biologico gratuito. In totale, 24 attrazioni partecipano al progetto, inclusa la pista di sci artificiale CopenHill, che offre 20 minuti di discesa gratis a chi arriva in modo sostenibile. Il progetto, basato sulla fiducia, non richiede prove formali delle azioni ecologiche compiute, sebbene in alcuni casi potrebbe essere richiesta una foto o un biglietto dei trasporti.

L’intero programma, finanziato dalle aziende partecipanti e non da fondi pubblici, CopenPay mira a promuovere comportamenti sostenibili tra i visitatori e rappresenta un passo verso la transizione verde della città. L’iniziativa sottolinea che il vero valore non risiede nelle ricompense immediate, ma nei benefici collettivi derivanti da scelte consapevoli.

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La “penna” a ultrasuoni contro le microplastiche: l’invenzione di due adolescenti americani.

By : Aldo |Luglio 11, 2024 |Emissioni, Home |Commenti disabilitati su La “penna” a ultrasuoni contro le microplastiche: l’invenzione di due adolescenti americani.

La ricerca scientifica è fondamentale per lo sviluppo delle società, lo è sempre stata e continuerà ad esserlo. Soprattutto quando serve per trovare la soluzione a problemi di grande rilevanza nel mondo, come possono essere delle patologie, delle tecnologie, l’inquinamento o tanto altro. In particolare, la ricerca legata agli effetti della plastica nelle matrici ambientali e non solo, è aumentata negli ultimi anni, con degli ottimi risultati. Tra questi anche la nuova tecnologia pensata da due diciassettenni del Texas.

Le microplastiche

Ogni anno, tra 6 e 15 milioni di tonnellate di rifiuti plastici finiscono nell’ambiente, degradandosi in microplastiche di dimensioni tra 0,001 e 5 mm a causa di sole, vento e onde. Si stima che negli oceani ci siano almeno 14 milioni di tonnellate di microplastiche, con un incremento annuo di circa 1,5 milioni di tonnellate. L’inquinamento da microplastiche suscita crescente preoccupazione per i potenziali impatti ambientali e sulla salute, nonostante molte incertezze. Le microplastiche sono ingerite da organismi marini, terrestri e dagli esseri umani, trovandosi in vari alimenti e bevande come frutti di mare, acqua potabile, birra, sale e zucchero. Studi recenti rivelano che ogni settimana inaliamo e ingeriamo l’equivalente di una carta di credito di plastica, con tracce riscontrate nel sangue e negli organi umani.

Di certo questo è uno degli argomenti più trattati degli ultimi anni, a seguito del forte impatto che stanno avendo le microplastiche nel mondo e soprattutto nella salute dell’uomo. Pertanto, è anche il focus di tantissimi studi e ricerche che hanno come obiettivo quello di trovare soluzioni al problema. Un esempio sono i due diciassettenni texani che hanno vinto molteplici premi con la loro invenzione.

La visita che ha cambiato tutto

Lo scorso autunno, Victoria Ou e Justin Huang, 17enni e studenti del college Woodlands in Texas, hanno visitato un impianto di trattamento delle acque nella loro città. Durante il tour, hanno scoperto che l’impianto non aveva strumenti efficaci per rimuovere le microplastiche dalle acque reflue, poiché i metodi disponibili, come l’uso di coagulanti chimici, erano costosi, inquinanti e alteravano il pH dell’acqua.  inoltre, anche le soluzioni biologiche e i filtri esistenti presentavano problemi di efficienza e intasamento. I due studenti, dopo la visita hanno analizzato i problemi legati agli impianti usati e le necessità di mantenere “pulite” le acque dalle microplastiche.

Da questo studio hanno quindi ideato un dispositivo innovativo, piccolo quanto una penna, che utilizza ultrasuoni per rimuovere le microplastiche. Questo sistema, composto da un tubicino con due trasduttori elettrici, respinge le microplastiche mediante onde ultrasoniche, permettendo all’acqua pulita di fluire. I ragazzi hanno testato il prototipo su poliuretano, polistirene e polietilene, con risultati positivi, dimostrati dal fatto che sono state rimosse tra l’84% e il 94% delle microplastiche in un solo passaggio. La tecnologia a ultrasuoni è promettente per eliminare anche altri inquinanti particellari.

Il successo e le possibili applicazioni

La loro invenzione ha vinto il primo posto nella categoria Terra e Scienze Ambientali e il premio di 50.000 dollari del Gordon E. Moore Award (sponsorizzata da Google) alla Regeneron International Science and Engineering Fair (ISEF) di Los Angeles. Questo dispositivo che ha riscontrato subito un grande successo potrebbe essere impiegato in vari ambiti.

Le  microplastiche risultano una grave emergenza ambientale, con 75 trilioni di particelle negli oceani che minacciano la fauna selvatica e la salute umana. Pertanto, lo studio di Victoria e Justin non si ferma qui; ispirandosi ad uno studio del New Mexico Tech del 2022, i due studenti intendono migliorare il loro progetto per renderlo utilizzabile su larga scala, con l’obiettivo iniziale di ripulire l’acqua delle lavatrici e degli impianti di trattamento. Così facendo potrebbero sostituire i metodi attuali che sono tutt’oggi molto costosi o pericolosi poiché usano elementi artificiali ed inquinanti.

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Olimpiadi 2024. Tra cambiamenti climatici e sostenibilità.

By : Aldo |Luglio 08, 2024 |Emissioni, Home |Commenti disabilitati su Olimpiadi 2024. Tra cambiamenti climatici e sostenibilità.

Come nel Tour de France, tanti altri grandi eventi sono stati sviluppati con un importante focus sulla sostenibilità. È un passaggio sempre più frequente, che migliora le sue caratteristiche e quindi la sua qualità anno dopo anno. Questo tipo di attenzione è cruciale anche per implementare la sensibilizzazione, non solo di chi organizza, di chi lavora per l’evento, ma ance per chi vi partecipa come atleta e come pubblico. Il prossimo grande esempio sono le Olimpiadi di Parigi 2024.

Le novità delle Olimpiadi

Le Olimpiadi, conosciute ufficialmente come Giochi Olimpici, hanno origine nell’antica Grecia, dove si tenevano ogni quattro anni a Olimpia a partire dal 776 a.C. Le Olimpiadi moderne furono reintrodotte nel 1896 ad Atene su iniziativa del barone Pierre de Coubertin e da allora si svolgono ogni quattro anni, alternando i Giochi Olimpici Estivi e Invernali, con una durata di due settimane per ciascuna edizione.

Mentre le Paralimpiadi originariamente note come Giochi Internazionali di Stoke Mandeville vennero introdotte nel 1960, dopo le Olimpiadi estive a Roma. L’idea di questi giochi fu del Dr. Ludwig Guttmann, che nel 1948 organizzò competizioni sportive per veterani della Seconda Guerra Mondiale con lesioni spinali all’ospedale di Stoke Mandeville in Inghilterra. Ad oggi  sono un evento regolare che si svolge ogni quattro anni, subito dopo le Olimpiadi comprendendo sia i Giochi estivi che invernali.

Nella XXXIII edizione dei Giochi Olimpici di Parigi 2024, ci sono tanti dubbi e tante novità, correlate ai cambiamenti climatici e quindi alla sostenibilità. Quest’anno Parigi ospiterà circa 10.500 atleti a 200 paesi diversi e si prevedono circa 10 milioni di spettatori. 

La sostenibilità di Parigi 2024

Non ci sono limiti alle attenzioni per incrementare la sostenibilità dell’intero evento ed è grazie a tale volontà che le Olimpiadi 2024 presentano delle caratteristiche uniche al giorno d’oggi. Si parte dall’edilizia che ha cercato di ridurre al minimo i lavori, ristrutturando costruzioni esistenti sul sito. Mentre gli edifici nuovi sono stati costruiti con legno e materiali riciclati e processi con una ridotta impronta di carbonio del progetto del 30%. L’organizzazione ha anche affittato studi cinematografici esistenti nella zona per farne palestre per gli atleti. Un’altra caratteristica sono i tetti del villaggio divisi in due parti: la prima dotata di pannelli solari, la seconda di giardini che abbassano la temperatura all’interno degli edifici.

Per quanto riguarda la temperatura invece sembra che sia stata pianificata una specifica disposizione dei palazzi per convogliare l’aria fresca della Senna quanto più lontano possibile dal fiume, proprio per contrastare il temutissimo caldo. Con lo stesso obiettivo il cemento dei marciapiedi è stato arricchito con le conchiglie per assorbire la pioggia. Tale scelta serve affinché nelle giornate calde l’acqua immagazzinata evapori rinfrescando i passanti.

Nel settore dell’alimentazione invece saranno fondamentali i pasti. Dei 13 milioni di pasti serviti, la percentuale di ingredienti di origine vegetale sarà raddoppiata, l’80% delle materie prime proverrà da produzioni agricole locali, riducendo lo spreco alimentare e dimezzando l’uso della plastica monouso. Oltre l’80% dei siti olimpici è situato entro 10 km dal villaggio, riducendo al minimo i tempi di viaggio per gli atleti che potranno spostarsi con una flotta dotata veicoli elettrici, ibridi e alimentati a idrogeno, e sarà ridotta di circa il 40% rispetto alle edizioni precedenti.

Olimpiadi calde

Tuttavia, sono stati considerati ulteriori processi e scelte per ridurre l’impatto dell’evento e quindi ridurre la CO2. L’obiettivo è quello di tagliare del 50% le emissioni di CO2 rispetto alle edizioni precedenti, come quelle di Rio 2016 e Londra 2012. L’evento userà energia rinnovabile al 100% e ridurrà al minimo il ricorso a gruppi elettrogeni, che saranno comunque alimentati da biocarburanti, idrogeno o batterie.

Successivamente si è pensato all’affitto e al riuso. Non a caso, dei due milioni di attrezzature sportive, tre quarti verranno noleggiate o fornite dalle federazioni sportive. Invece oltre i tre quarti degli apparecchi elettronici saranno affittati. Si parla anche di rigenerazione poiché dopo i Giochi, il Centro Acquatico diventerà un polo multisportivo per la comunità locale. Ugualmente il villaggio olimpico sdiventerà un nuovo quartiere residenziale e commerciale, fornendo posti di lavoro per 6.000 persone e abitazioni per altre 6.000.

Tutto questo lavoro serve per ridurre la quantità di CO2 immessa in atmosfera, che, come sappiamo, sta aumentando a dismisura e questo lo testimoniano le temperature diverse tra l’edizione 2024 e quella del 1924 sempre a Parigi. Il confronto delle due edizioni a distanza di 100 anni è stato oggetto di un rapporto che ha sollevato preoccupazioni sulle Olimpiadi di Parigi 2024 avvertendo che gli atleti potrebbero affrontare livelli di caldo pericolosi. Le temperature medie di luglio e agosto sono aumentate di 2,4°C e 2,7°C rispettivamente, rispetto al secolo scorso, quando le Olimpiadi furono ospitate nella capitale francese nel 1924. Il servizio meteorologico francese ha previsto condizioni più calde del normale e particolarmente secche lungo la costa mediterranea, dove si svolgeranno alcuni eventi olimpici.

Il villaggio olimpico di Parigi 2024 rappresenterà un contrasto netto con le strutture rudimentali del primo villaggio olimpico del 1924, con un forte impegno verso la sostenibilità e soluzioni a basso impatto ambientale. Tuttavia, rimangono dubbi sull’efficacia delle soluzioni proposte per mitigare il caldo e sulla funzionalità di alcune scelte, come il raffreddamento naturale al posto dell’aria condizionata. Mentre si discute sulla praticità delle misure adottate, le Olimpiadi estive di Parigi 2024 si presentano come un’occasione cruciale per promuovere la sostenibilità globale, con gesti simbolici come l’eco-podio realizzato con materiali riciclati.

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Il Tour de France 2024 sarà più sostenibile grazie al biocarburante HVO.

By : Aldo |Luglio 04, 2024 |Emissioni, Home |Commenti disabilitati su Il Tour de France 2024 sarà più sostenibile grazie al biocarburante HVO.

Da qualche anno, i grandi eventi nazionali, o internazionali sono caratterizzati da una grande attenzione alla sostenibilità e all’ambiente. Senza dubbio a seconda delle possibilità burocratiche ed economiche c’è chi può fare tanto e chi può semplicemente sensibilizzare i propri partecipanti, ma si tratta sempre di un cambiamento. Un esempio è l’edizione 2024 del Tour de France che sarà più sostenibile grazie ad un nuovo carburante.

Il Tour de France

Il Tour de France è una delle competizioni ciclistiche più prestigiose e conosciute al mondo, nota anche semplicemente come “Le Tour”. Si disputa annualmente dal 1903, coinvolgendo ciclisti professionisti che si sfidano su un percorso che attraversa diverse regioni della Francia e, a volte, i paesi limitrofi. Il Tour è suddiviso in tappe giornaliere sia con percorsi di pianura che impegnative salite alpine e pirenaiche, mettendo alla prova le capacità di resistenza e strategia dei corridori.


L’edizione del 2024 è particolarmente attesa, poiché il percorso partirà da Firenze, in Italia, segnando la prima volta nella storia della gara che questa inizierà da una città italiana. Si contano ben 21 tappe di cui l’ultima si troverà come da tradizione sugli Champs-Élysées a Parigi, dopo aver percorso circa 3.500 chilometri. Un secondo motivo per cui quest’anno sarà speciale per il Tour, riguarda la sostenibilità dell’intero evento, specialmente nell’ambito della logistica.

Il carburante green

Questa edizione del Tour prevede una grande attenzione all’ambiente e un elevata sostenibilità nella logistica. Soprattutto per quanto riguarda i fondamentali mezzi di trasporto impiegati in questo tipo di evento. Per ridurre il loro impatto sull’ambiente e quindi l’imrponta di carbonio dell’intero evento è previsto l’uso del biocarburante HVO(Hydrotreated Vegetable Oil). Si tratta di un tipo di biodiesel avanzato prodotto attraverso l’idrogenazione di oli vegetali e grassi animali, grazie al processo di idrogenazione catalitica, la quale converte gli oli e i grassi in paraffine e isoparaffine, rendendo il biocarburante HVO chimicamente simile al diesel fossile. Questo biocarburante, conforme alla specifica europea EN15940, non richiede modifiche ai moderni motori diesel.

Grazie a tale tecnologica, ben 47 camion che servono per spostare materiali e attrezzature da una tappa all’altra, saranno alimentati al 100% dal biodiesel, riducendo le emissioni di CO2 del 90% e le emissioni di particolato e NOx fino al 30% rispetto al normale diesel. Questo cambiamento consente di limitare ampiamente l’impatto dell’evento, poiché l’impegno è quello di spostare 799 tonnellate di materiale in 21 tappe lungo un percorso di 3498 chilometri.

Dunque, quest’anno la flotta del Tour utilizzerà circa 54mila litri di HVO, carburante che sta prendendo piede in Italia grazie a distributori come ENI e Q8. Nel 2023, l’uso di HVO ha portato a una riduzione di 136.571 kg di CO2 per 48.826 litri utilizzati. Anche il Tour de France femminile ha beneficiato di questo biocarburante, con una riduzione di 18.976 kg di CO2 grazie all’uso di 6.784 litri di HVO. In questa 111° edizione, il Tour de France ha adottato ulteriori misure per diventare sempre più sostenibile, oltre al biocarburante. Infatti, tra gli investimenti sono riportati l’uso di veicoli elettrici, biciclette per il personale, e la gestione dei rifiuti. Un’altra questione fondamentale è la scelta degli spostamenti delle merci, che

 

L’impengo di XPO Logistics

XPO Logistics, uno dei colossi mondiali del trasporto e della logistica, che si occupa quindi anche del Tour, è impegnata nella sostenibilità anche al di fuori del grande evento. L’azienda opera negli Stati Uniti e in Europa e movimenta oltre 8 milioni di tonnellate di merci all’anno, e crede nella multimodalità in ambito organizzativo e di innovazione. Ossia, a seconda delle destinazioni e dei carichi, valuta il trasporto su strada, via mare e su rotaia. In Europa la società vanta già 10 rotte multimodali, tra cui una tra Barcellona e Savona e un’altra tra Novara e Duisburg, dividendo le tratte in cui carica solo container, e altre in cui carica direttamente i rimorchi. L’azienda stima che con i 130 semirimorchi P400, specifici per il trasporto multimodale, si possano ridurre le emissioni annuali di CO2 di 10 milioni di chilogrammi, svolgendo fino a 10mila viaggi aggiuntivi. Tutto questo grazie alla combinazione di strada e ferrovia dalla penisola Iberica alle aree chiave in tutta Europa.

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Fotovoltaici “non convenzionali”: a Bolzano si ricerca il pannello adatto ad ogni necessità.

By : Aldo |Luglio 01, 2024 |Emissioni, Home |Commenti disabilitati su Fotovoltaici “non convenzionali”: a Bolzano si ricerca il pannello adatto ad ogni necessità.
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Il mondo della ricerca è infinito, è un settore in costante evoluzione e sempre attivo ed è fondamentale per lo sviluppo di ogni popolazione. È un ambito in cui probabilmente non si conoscono limiti, e dove a volte ll’unico limite è il denaro mancante per portare avanti certi studi. Tuttavia, i ricercatori non mollano mai, neanche a Bolzano dove stanno studiando dei pannelli fotovoltaici “non convenzionali”.

Il fotovoltaico

I pannelli fotovoltaici non sono più un segreto per nessuno, soprattutto dal momento in cui rivestono un’importanza fondamentale nel contesto della transizione energetica verso fonti rinnovabili e sostenibili. La loro tecnologia è ormai una sicurezza nel campo delle rinnovabili, soprattutto dopo gli ultimi report in cui si afferma che il fotovoltaico sta crescendo di più come capacità installata. Non a caso al 31 marzo 2024 si sono raggiunti i 32 GW, dopo che nel 2023 si erano installati 5,234 GW, nel primo trimestre del 2024 se ne sono aggiunti 1,721 GW (fonte Gaudì-Terna).

Tuttavia, nonostante i loro innegabili benefici ambientali, i pannelli fotovoltaici spesso non sono accolti benevolmente, soprattutto a causa delle loro caratteristiche estetiche. Molti ritengono che la loro presenza sui tetti delle abitazioni o nei paesaggi naturali deturpi l’aspetto visivo, influenzando negativamente l’estetica urbana e rurale. Tali pregiudizi, possono influenzare l’opinione dei più scettici, ostacolando di conseguenza l’adozione diffusa dei pannelli solari. Ed è proprio qui che si evidenzia la necessità di soluzioni innovative e di design che possano armonizzare l’integrazione dei pannelli fotovoltaici con l’ambiente circostante.

Il laboratorio del futuro

È per queste ragioni che nasce a Bolzano, il “laboratorio dei pannelli del futuro”, presso l’Eurac Research. Si tratta di un laboratorio realizzato grazie ai fondi Pnrr di Nest, un partenariato pubblico-privato dedicato alla ricerca di base sulle energie verdi.  All’interno di Eurac, scienziati, ricercatori universitari, ingegneri e responsabili di imprese private si incontrano in un continuo scambio tra il mondo accademico e quello produttivo, con l’obiettivo di testare sia tecnologie universitarie che i prodotti sviluppati dalle aziende che necessitano di essere messi alla prova.

A Bolzano, la ricerca sui pannelli fotovoltaici copre tutte le fasi di produzione: dalla lavorazione di vetro e plastica, all’assemblaggio manuale delle celle, fino alla laminazione del modulo in un forno specifico. Si potrebbe dire che il laboratorio funzioni come un centro di produzione di pannelli, cercando nuove forme, misure e caratteristiche a seconda delle necessità previste, in modo tale da creare delle vere e proprie soluzioni. Successivamente i pannelli vengono testati prima in laboratorio e poi in campo aperto, simulando diverse condizioni climatiche, dalle ideali alle più estreme, per raggiungere l’efficienza dei pannelli tradizionali, viste anche le misure standard di 1 metro per 1 metro, che garantiscono l’efficienza in campo reale, al contrario di quelli più piccoli.  Anche per questa ragione il laboratorio è molto apprezzato dalle aziende.

I prodotti di Eurac research

Chi lavora al centro di Eurac research studia moduli colorati, trasparenti e in grado di adattarsi anche dove finora sono stati visti con diffidenza, per esempio i centri storici o i campi coltivati. Questo perché i pannelli fotovoltaici non sono tutti uguali. Di certo non è smeplice unire un atale tecnologia ai bisogni di tutti o per esempio di un comune che vuole usarli nelle sue strutture storiche che vantano specifiche forme o colorazioni.

Gli obiettivi del centro, infatti, sono vari perché devono cercare di soddisfare più richieste possibili. Per esempio, si parla di integrare i pannelli in contesti diversi dai soliti tetti e solai, magari realizzandoli con componenti e colori tali da simulare tegole, riducendo al minimo l’impatto visivo. Questo potrebbe essere un lavoro di grande impatto vista la cultura edilizia italiana soprattutto all’interno dei paesini.

Una seconda applicazione a cui punta il team è quella “campestre”, per produrre energia senza ostacolare l’attività agricola. Nello specifico stanno studiando dei pannelli che permettano il passaggio di sufficiente luce per la crescita delle piante, proteggendole al contempo dall’eccessivo irraggiamento solare. Si pensa quindi a dei moduli trasparenti o semi-trasparenti, che potrebbero risolvere le controversie legate all’agri-voltaico e alle restrizioni imposte dal Ministero dell’Agricoltura.

Nest punta tutto sulla potenza italiana, quindi sulla ricerca, le tecnologie ed il lavoro, basandosi anche sul piano RePowerUe, rafforzando tutta la filiera italiana ed europea, che ancora dipende fortemente dalla Cina. Solo con questo tipo di progetti a lungo termine, l’Italia può iniziare un percorso per la autonomia energetica e per riprendere punti in determinati ambiti e tra le grandi potenze mondiali. 

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Italia ai primi posti per l’export di tecnologie low-carbon e digitalizzazione.

By : Aldo |Giugno 27, 2024 |Emissioni, Home |Commenti disabilitati su Italia ai primi posti per l’export di tecnologie low-carbon e digitalizzazione.

L’Italia è un paese pieno di risorse, comprese anche quelle intellettuali di grandi studiosi, ricercatori, scienziati e inventori. L’insieme di queste menti deve essere considerato come un patrimonio nazionale da valorizzare tanto quanto i suoi lavori e i suoi successi. Soprattutto nell’ambito scientifico tecnologico, l’Italia ha un grande potenziale che non viene sempre evidenziato in modo opportuno, ancora di più se si parla di export, in cui l’Italia è tra i primi posti a livello europei e mondiali.  

Le tecnologie low-carbon

Quando si parla di tecnologie low carbon, si intendono strumenti e pratiche progettate per ridurre le emissioni di anidride carbonica (CO2) e altri gas serra, contribuendo così a mitigare il cambiamento climatico. Queste sono fondamentali per la transizione verso un’economia sostenibile e a basse emissioni di carbonio.

Le tecnologie low-carbon comprendono delle grandi categorie, fondamentali per la transizione ecologica e quindi per l’adattamento ai cambiamenti climatici, quali:

  • Energie rinnovabili;
  • Efficienza energetica;
  • Mobilità sostenibile;
  • Tecnologie di cattura e stoccaggio del carbonio (CCS);
  • Idrogeno verde.

La loro importanza è correlata ai vantaggi derivanti dal loro utilizzo, poiché aiutando nella riduzione delle emissioni di CO2, incrementando anche il livello di sostenibilità economica (quindi crea nuovi posti di lavoro). Di certo hanno un grande impatto anche nella sicurezza energetica, riducendo così la dipendenza da combustibili fossili importati aumentando di conseguenza la salute pubblica.

Proprio per questi motivi, il loro mercato è in rapida crescita, grazie alle nuove politiche governative favorevoli e agli investimenti in ricerca e sviluppo. Si pensi che secondo le ultime stime solamente il mercato delle energie rinnovabili potrebbe superare i 2 trilioni di dollari entro il 2030. Un ulteriore aspetto positivo riguardo tale settore è il ruolo dell’Europa, che attualmente è uno dei principali paesi nel mondo che guida tale transizione, favorendo crescita economica e opportunità a livello ambientale.

L’export italiano

In questo gioco tra nazioni però è presente anche l’Italia. Infatti, le tecnologie low-carbon e la digitalizzazione stanno guidando l’export del Made in Italy, posizionando l’Italia ai vertici delle classifiche europee e mondiali. Attualmente, il Belpaese è il secondo in UE e il settimo a livello mondiale per l’export di beni a basso contenuto di carbonio, di cui il 55% è rappresentato dalla meccanica strumentale low-carbon. L’export di queste tecnologie è destinato a crescere a un ritmo tre volte superiore rispetto alla media fino al 2027, con previsioni di raggiungere i 50 miliardi di euro entro il 2025, segnando una crescita del 13,7%.

Lo dichiara anche il report “Doing Export Report 2024” di SACE. Il Gruppo assicurativo-finanziario italiano, direttamente controllato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, evidenzia infatti il valore delle esportazioni italiane di beni. In particolare, sottolinea che aumenterà del 3,7% nel 2024, del 4,5% nel 2025 e del 4,2% nel biennio successivo. Mentre il settore delle tecnologie low-carbon avrà una crescita ancora più robusta: 11,1% nel 2024 e 13,7% nel 2025, rappresentando il 7,3% del totale del Made in Italy esportato.

Tali cifre sono straordinarie se si pensa alla ricerca e al lavoro che c’è dietro un solo prodotto, legato all’attività di ben 5.400 aziende italiane, tra cui Manz Italy e la 3Sun Gigafactory.

Un trionfo a Colonia

Un esempio della nostra prossima leadership in tale ambito è quello di Green Silence Group che ha presentato una nuova gamma di motori elettrici innovativi all’International Vehicle Technology Expo di Colonia. Si tratta di nuovi motori caratterizzati da alta efficienza energetica, che consente prestazioni superiori e costanti senza ridurre il rendimento dei motori tradizionali. Sono molto più silenziosi, combattendo così l’inquinamento acustico e sono più sostenibili a livello ambientale, questo perché non hanno magneti permanenti e quindi non contribuiscono all’attività mineraria, migliorando la riciclabilità dei materiali.

Come descritto in precedenza, questo tipo di innovazioni e tecnologie favoriscono dei vantaggi ottimi sia per la transizione ecologica sia per la sicurezza nazionale. Non a caso il progetto in questione consente di lavorare per una maggiore indipendenza dalle terre rare ed è versatile poiché il prodotto può essere utilizzato in vari mezzi quali dai veicoli industriali e commerciali (autobus, camion dei rifiuti) alle macchine agricole e robot umanoidi.

Il gruppo italiano formato da Settima Meccanica, Motive e Spin, con il supporto del fondo Xenon Private Equity, ha oltre 200 dipendenti e un fatturato di 50 milioni di euro. L’azienda opera a livello globale, con il 72% dei ricavi provenienti dall’estero, e si posiziona come leader nelle tecnologie sostenibili per l’elettrificazione industriale e la mobilità sostenibile.

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Il Gazometro di Roma ospita il SIOS 2024. Si punta allaultura dell’innovazione.

By : Aldo |Giugno 24, 2024 |Emissioni, Home |Commenti disabilitati su Il Gazometro di Roma ospita il SIOS 2024. Si punta allaultura dell’innovazione.

L’innovazione accompagna lo sviluppo e la crescita di ogni singola civiltà grazie all’uso (appunto), innovativo, delle tecnologie a disposizione. Ma i tempi cambiano e così cambiano anche i metodi di innovazione e quelli di fare impresa. Oggi, infatti, si parla di startup e di come si può cambiare il mondo passo dopo passo, se si investono energie, studio e soprattutto soldi, in idee innovative per il futuro.

Startup Italia

Le startup sono emerse nei primi anni 2000 come nuove imprese fondate da imprenditori con l’obiettivo di sviluppare prodotti o servizi innovativi, spesso tramite nuove tecnologie. Sono caratterizzate da un ambiente di lavoro dinamico e collaborativo, mirano a risolvere problemi esistenti o migliorare processi e prodotti, e si distinguono per l’elevato potenziale di crescita e la capacità di scalare rapidamente grazie a modelli di business flessibili. Operano in vari settori come tecnologia, biotecnologia, fintech, e-commerce, ed energie rinnovabili, e sono spesso finanziate da venture capital, angel investor e crowdfunding.

Le startup sono un motore fondamentale per l’innovazione e lo sviluppo economico globale, attirando molti giovani intraprendenti. In Italia, il numero delle startup è in crescita, richiedendo finanziamenti adeguati, linee guida burocratiche e punti di riferimento. In questo contesto, è nata Startup Italia, una piattaforma dedicata al supporto e alla promozione delle startup italiane. Offre servizi e risorse per imprenditori e innovatori, notizie, approfondimenti e organizza eventi, workshop e programmi di formazione per favorire il networking e la crescita professionale. Startup Italia facilita l’accesso a finanziamenti, mentorship e opportunità di mercato, lavorando per promuovere l’Italia come hub di innovazione internazionale.

SIOS 2024 Roma

Startup Italia Open Summit 2024, si chiama così la serie di eventi ideata dal capo fila delle startup italiane. Si tratta di giornate dedicate alla presentazione di nuovi progetti, innovazioni e tecnologie, spesso ideate da giovani volenterosi di cambiare il mondo. Giovedì 20 giugno è stata la volta di Roma, precisamente presso gli spazi del Gazometro di via Ostiense, dove tante realtà si sono riunite per collaborare e parlare del futuro di questo mondo.

L’evento intitolato “SIOS24 Summer: Intelligenze Multiple”, ha accolto l’intero ecosistema dell’innovazione italiano con un mix di formazione e intrattenimento. La manifestazione è stata creata in collaborazione con Radio 105, Eni, ROAD (Rome Advanced District), mentre SACE ha partecipato come partner principale condividendo l’obiettivo di supportare l’intero contesto collaborativo e innovativo e poi:

  • partner speciali: Intesa SanPaolo, Microsoft e Range Rover
  • media partener: Rai Cinema, 4Books, Giffoni Film Festival, Luce, Quotidiano Nazionale
  • partner tecnici: Acqua Orsini, Orsini Soda, Helba, Caffè Colorado
  • startup partner: We Short, Fool Farm e Innov Up.

La giornata si è focalizzata su quattro filoni principali: Empatia, Responsabilità, Futuro e ESG, promuovendo valori come sostenibilità, collaborazione e avanzamento tecnologico. Tali argomenti oltre ad essere di interesse per gli speech, sono stati la base per i vari worskhop business matching, networking e interviste. Anche la società E-Cube ha partecipato alla manifestazione per raccogliere idee, informazioni e approfondire le proprie conoscenze per quanto riguarda il mondo dell’innovazione.

Cambiamento, empatia e fallimento

Nella giornata di giovedì di è parlato molto del futuro delle startup, del loro sviluppo e degli ostacoli burocratici e amministrativi che ancora oggi bloccano la vera ascesa di queste imprese.  Tuttavia, è stato dato un grande spazio a quelli che sono dei fattori umani correlati alla creazione e alla crescita di una startup. E-cube è stata colpita principalmente dai discorsi sul rischio ed il fallimento. Due concetti che da sempre creano paure ed ansie a chi vuole iniziare un percorso di vita diverso, a chi vuole cambiare la propria rotta e che nell’ambito dell’imprenditoria sono alla base della sfida legata agli investimenti e quindi alla creazione di una nuova realtà. In particolare, è stato gradito il workshop “Sbagli di successo” della scrittrice Francesca Corrado.

Un altro tema rilevante è stato quello dell’empatia e dell’inclusione. Due principi fondamentali per la crescita funzionale di un gruppo a prescindere che sia un’impresa, una classe di alunni o la popolazione di una città. In questo è stato formidabile Domenico Acampora, fondatore di Pizza Aut, che ha raccontato la sua storia familiare legandola poi alla fondazione ed al successo della sua fantastica realtà. L’uso di parole semplici a efficaci ha consentito di rendere il suo discorso oltre informativo, anche motivazionale. La sua energia nel raccontare il suo percorso nonostante le difficoltà del caso riassumono la determinazione necessaria per poter inseguire i propri sogni e quindi anche aprire una startup.



Ultima menzione, non per ordine di importanza va a Emilia Garito, Founder e Chairman di Deep Ocean Capital SGR SPA e di Quantum Leap srl. Il suo discorso molto improntato sulla valorizzazione delle nostre risorse e delle conoscenze in ambito tecnologico. Il suo è stato un appello per far si che l’Italia possa trovarsi sul podio delle ricerche e quindi delle pubblicazioni nel settore anche delle nanotecnologie, per far si che si possa muovere anche un nuovo mercato, e si possa accrescere la fiducia nei nostri confronti.

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Arriva il SI dell’Austria e viene approvata la Restoration Law.

By : Aldo |Giugno 19, 2024 |Emissioni, Home |Commenti disabilitati su Arriva il SI dell’Austria e viene approvata la Restoration Law.

L’unione fa la forza. Questa volta il cambiamento l’ha fatto l’Unione Europea unita per un solo grande obiettivo, quello di proteggere la Terra! Una meta tanto bramata quanto combattuta, per la quale tutti hanno il dovere di muoversi per dare il proprio contributo, affinché si possa vivere in un pianeta migliore. Tutti hanno delle responsabilità in questo lavoro, nonostante ciò, qualcuno fa finta di dimenticarlo, e altri si oppongono: ecco il caso dell’Austria.

L’approvazione della legge

Il 17 giugno 2024 è stata approvata dal Consiglio dell’Unione Europea la Nature Restoration Law, una normativa pionieristica volta a ristabilire la biodiversità e la resilienza degli ecosistemi in Europa. Questa legge prevede obiettivi vincolanti per la restaurazione di almeno il 20% delle aree terrestri e marine dell’UE entro il 2030, con l’intento di estendere la restaurazione a tutti gli ecosistemi bisognosi entro il 2050. Tra gli obiettivi specifici, si elencano:

  • la rigenerazione di habitat come foreste, zone umide e praterie,
  • la promozione della biodiversità urbana,
  • il recupero degli ecosistemi agricoli e marini,
  • il miglioramento della connettività fluviale.
  • invertire il declino delle popolazioni di insetti impollinatori (entro il 2030)

L’approvazione della legge è stata accolta con entusiasmo da diverse organizzazioni ambientaliste e della società civile, sottolineando l’essenzialità di tale normativa per la lotta contro i cambiamenti climatici e la perdita di biodiversità. Nonostante le resistenze di alcuni gruppi politici e lobby anti-natura, la maggioranza degli europarlamentari ha sostenuto il testo, evidenziando l’importanza di un impegno comune per la salvaguardia del pianeta.

La legge inoltre prevede che gli Stati membri presentino piani nazionali di restaurazione entro il 2026 e che monitorino regolarmente i progressi, con rapporti periodici alla Commissione Europea e al Parlamento Europeo.

I contrasti europei

L’approvazione della legge rappresenta un risultato importante, atteso da ambientalisti, scienziati e associazioni verdi. Per mesi, tuttavia, la legge è stata ostacolata da diversi Paesi, tra cui Svezia, Finlandia, Ungheria, Olanda e la stessa Italia che temevano conseguenze economiche negative per il settore agricolo. Questi Paesi si sono opposti anche nell’ultima votazione, creando un’opposizione che impediva di raggiungere il 65% dei consensi necessari per l’approvazione.

La sorpresa è arrivata all’ultimo dall’Austria, che ha cambiato direzione, inizialmente contraria, e votando per il SI ha consentito di raggiungere il 66% dei voti favorevoli, sancendo così il passaggio della legge. Dunque, il regolamento sarà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’UE ed entrerà in vigore nelle prossime settimane.

Il caso dell’Austria

Leonore Gewessler, Ministra per la Protezione del clima, l’ambiente, l’energia, la mobilità, l’innovazione e la tecnologia del governo austriaco, è stata determinante nell’approvazione della Nature Restoration Law. Nonostante l’opposizione del cancelliere austriaco Karl Nehammer, che preferiva l’astensione, Gewessler ha votato a favore, garantendo così il raggiungimento del 66% dei consensi necessari per l’approvazione della legge. Questa scelta, vista come un atto di disobbedienza ha suscitato polemiche in Austria, ma Gewessler ha difeso la sua decisione come una scelta di coscienza, pensando al futuro delle sue nipoti e alla bellezza del continente europeo.

La sua presa di posizione lungimirante, volta alla protezione del pianeta e quindi alla salvaguardia del futuro delle prossime generazioni è costata alla ministra. Infatti, poco dopo l’approvazione della legge, il cancelliere Nehammer ha presentato un ricorso alla Corte di giustizia dell’UE chiedendo l’annullamento del voto e denunciando Gewessler per abuso di potere e violazione della Costituzione. La ministra, sicura della legalità della sua scelta, ha dichiarato di non essere preoccupata.

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