Lo smog è un problema di tutte le grandi metropoli e delle città urbanizzate. Sicuramente è presente a livelli diversi di pericolosità ma resta sempre un fattore dannoso per la salute dell’uomo e della natura.
New Delhi
Con circa 15 milioni di abitanti New Delhi è la terza città dell’India in ordine di grandezza. È il centro politico e amministrativo dell’India unificata e meta di una immigrazione continua, che scopre un mondo fatto di contrasti e contraddizioni. Nonostante ciò, si tratta di un paese in via di sviluppo, dove l’informatica, internet e le nuove tecnologie stanno cambiando la popolazione. Queste sue caratteristiche determinano processi positivi ma anche negativi che si palesano nella vita quotidiana degli indiani spesse volte. Tra queste il fermo delle attività durante le giornate “grigie”.
Così, venerdì (3 novembre) la città si è svegliata con il livello più alto di inquinamento mai registrato. Secondo l’India Central Pollution Control Board i dati sono molto più alti del valore ritenuto sano dall’OMS. Nello specifico, lunedì l’indice ha raggiunto il valore di 450, mentre venerdì in alcune aree, il picco di 800 (secondo l’India Central Pollution Control Board). Tali livelli oltre ad essere anormali sono gravi e pericolosi per tutti (anche per la visibilità che sulle strade si è abbassata a 300 m).
Lo smog
Ogni anno, nel periodo autunnale, New Delhi si trova sormontata da una cappa di smog acre. Quest’ultimo però non è dato solo dall’utilizzo di veicoli, abitudini e risorse poco sostenibili. A questi fattori bisogna aggiungere gli incendi delle stoppe da parte degli agricoltori dei vicini Stati agrari, un problema rilevante e poco monitorato. Nonostante i divieti e la minaccia di multe salate, i contadini delle zone agricole a nord e nord-ovest di Nuova Delhi continuano le loro attività.
Questo è certo grazie alle rilevazioni di satelliti e droni che hanno identificato oltre 2500 incendi. Il loro fumo viene poi trasportato dai venti verso la capitale dove finisce ristagna e si combina con gli altri inquinanti, producendo la densa nebbia. Tutto questo è possibile anche a causa delle basse temperature e la mancanza di vento nella città.
Dunque per ridurre ulteriori rischi, le autorità locali hanno previsto incentivi economici per chi acquista macchinari in grado di smaltire gli scarti in altro modo. Bhagwant Mann, funzionario del governo del Punjab, ha affermato che nel suo territorio queste misure hanno ridotto del 30% la quantità di scarti bruciati annualmente.
Pericoli sanitari
A seguito di questi fenomeni annuali, la città è regolarmente classificata come una delle più inquinate del pianeta. Inverno, il livello di PM 2,5 è spesso più di 30 volte il livello massimo stabilito dall’OMS. Quest’ultima afferma che, una buona qualità dell’aria corrisponde a un indice compreso tra zero e 100, ma Delhi registra picchi molto più elevati.
Mentre una seconda analisi afferma che l’esposizione prolungata a un livello superiore a 300 può portare a malattie respiratorie e problemi di salute a lungo termine. Le persone intervistate in questi giorni, infatti, confermano lo stato di affaticamento, sonnolenza, lacrimazione degli occhi e irritazione della gola che peggiora di ora in ora. Inoltre, l’inquinamento di Delhi è responsabile della morte prematura di 1,67 milioni di persone (2019) e della riduzione dell’aspettativa di vita in media di 12 anni.
Ripari e soluzioni
Le autorità hanno annunciato più volte piani per limitare le sostanze tossiche presenti nell’aria, senza grandi risultati quindi puntualmente passano alle misure restrittive. Per prima, la chiusura d’emergenza delle scuole per l’intera settimana, che non ha migliorato la situazione. Pertanto, il governo ha vietato anche la circolazione ai veicoli inquinanti (benzina, diesel) e i lavori di costruzione.
Nonostante il blocco dei cantieri sono stati mantenuti attivi quelli considerati essenziali, come quelli che coinvolgono metropolitane, aeroporti e condutture idriche. Nel frattempo, in molti negozi sono finiti i filtri per i depuratori d’aria, di cui molte persone stanno facendo scorta.
Tuttavia, quest’anno gli incentivi sono stati indirizzati in altri progetti per la risoluzione di tale problema. Per affrontare l’annosa questione dell’inquinamento atmosferico, il governo indiano ha varato a ottobre una “Green War Room”. Si tratta di un centro di coordinamento ad alta tecnologia, dove 17 esperti monitorano l’andamento dello smog in tempo reale. Questo è possibile grazie a immagini satellitari della NASA e gli aggiornamenti dell’indice della qualità dell’aria misurato dai sensori. Questa “Sala” è a tutti gli effetti una piattaforma di coordinamento collegata a 28 agenzie governative.