Emissioni

Ad Ostia il plogging si fa in spiaggia: Ostia Clean-Up in prima linea per l’ambiente.

By : Aldo |Ottobre 24, 2022 |bastaplastica, Emissioni, Home, menorifiuti, obiettivomeno rifiuti, plasticfree, Rifiuti |0 Comment

Domenica 23 ottobre a Ostia si è tenuta la 40° tappa del primo giro d’Italia di Plogging, grazie all’organizzazione di Ostia Clean-Up.

Cos’è il plogging?

Il plogging è una nuova pratica che unisce lo sport e l’ambiente in modo da raccogliere i rifiuti mentre si svolge un’attività fisica all’aria aperta.

Per strada, in un parco o in spiaggia, il plogging è sempre utile e può rendere divertente anche la pulizia dell’ambiente che ci circonda.

L’idea del podista svedese

Nasce per conto di un podista svedese Erik Ahlström, che nel 2017 diffonde l’iniziativa sui suoi canali social, invitando la gente a seguire il suo esempio.

Il consiglio dell’atleta fu preso alla lettera tanto che il plogging iniziò ad essere diffuso velocemente diventando in alcuni casi una disciplina agonistica.

Il nome deriva dall’unione dell’inglese “running” (correre) e dello svedese “plocka upp” (raccogliere), una corsa con piccole pause per raccogliere i rifiuti.

Il Primo Giro d’Italia di Plogging

In ogni caso, ognuno è libero di praticarlo come vuole e proprio così prende piede il 1° Giro d’Italia di Plogging nel 2022.

Il tour organizzato a fine 2021 con l’obiettivo di avere almeno una tappa per regione ha superato di gran lunga le aspettative.

L’idea è stata accolta con grande successo, tanto da contare 46 tappe, partendo il 23 Gennaio da Pordenone e terminando il 27 novembre a Cagliari.

Nel Lazio il plogging si ferma in due tappe di cui una ad Ostia, dove l’organizzazione di volontariato Ostia Clean-Up ha promosso l’iniziativa in spiaggia.

Ostia Clean-Up 

L’odv di Ostia fondata a marzo 2019 è una realtà nuova, fresca, con un obiettivo importante.

Per questo, in occasione del plogging abbiamo intervistato due delle organizzatrici dell’evento, nonché tra le prime volontarie del gruppo.

“Come è nato il gruppo?”

Isabel: “Ostia Clean-Up è stata creata a Marzo del 2019 da Giordano Margaglio (uno dei fondatori) che successivamente ha ha ampliato il gruppo.
Dopo una “selezione” di persone, siamo diventati in poco tempo un’organizzazione volta al miglioramento del territorio e alla sensibilizzazione con idee e attività per tutti.”

Silvia: “Ovviamente la selezione non è stata casuale. Ognuno di noi ha espresso la volontà di cambiare la situazione ad Ostia, perchè mossi dall’amore per il nostro mare e tutto quello che lo concerne.
Oggi dopo 3 anni e mezzo, oltre ad essere un gruppo affiatato siamo anche un gruppo di amici di varie età e vite diverse.”

Esattamente cos’è un clean up?

Silvia: “Un clean up non è altro che una pulizia di un luogo, che viene svolto nel nostro caso da volontari.

Noi ci occupiamo maggiormente di spiagge ma abbiamo organizzato anche eventi al parco Clemente Riva, nella pineta di via Mar Rosso o in quella di Castel Fusano.

Isabel: “Ci teniamo a ribadire che non sostituiamo l’AMA; quindi, non facciamo pulizie su richiesta né su strade né sui marciapiedi, poiché di competenza del comune. Attualmente contiamo più di 8000 kg di rifiuti raccolti grazie all’aiuto di 1000 volontari; sono numeri grandi che speriamo aumentino (tranne quelli dei rifiuti ovviamente).

Come si svolge un vostro evento?

Silvia: “Pubblicizziamo l’evento nelle nostre pagine social per informare le persone, non ci sono liste per registrarsi, basta presentarsi nel punto d’incontro.
Una volta riuniti tutti i volontari, spieghiamo come differenziare i rifiuti e poi siamo attivi per più o meno 2 orette.
Dopodiché pesiamo i sacchi con l’immondizia per sapere quanto abbiamo raccolto e infine scattiamo una foto tutti insieme.

 

Fare la differenziata è importante, come la gestite in un evento come questo?

Isabel: “Dividiamo il vetro e la plastica, ricordando prima di iniziare la raccolta, che vanno prese solo bottiglie di plastica, lattine e polistirolo.
Tutto il resto lo consideriamo indifferenziato perchè essendo oggetti a volte consumati o degradati, non possiamo dire con certezza cosa sono e se sono riciclabili.

Silvia: “L’unico problema è lo smaltimento; siamo costretti a caricarci i sacchi, spesso molto pesanti, perchè non abbiamo aiuti di nessun tipo.
Dopo la pandemia non abbiamo più ricevuto risposte da chi prima ci supportava nello smaltimento da tempo siamo costretti a lasciare per terra i rifiuti speciali perchè non possiamo gettarli nei cassonetti, né abbiamo i mezzi per portarli all’isola ecologica.

Isabel: “Ci dispiace che ci sia poco interesse da parte delle istituzioni, ma continuiamo con la nostra attività; preferiamo agire invece di fermare il tutto.

Oltre ai clean up svolgete altre attività?

Silvia: “Oltre ai clean up organizziamo un evento chiamato Bibliot-eco, ovvero la prima biblioteca ecologica di Roma. Lo scopo è quello di incentivare la lettura attraverso il riciclo; infatti, con 5 bottiglie di plastica si può scegliere un libro dalle librerie.
Questa biblioteca è stata creata grazie alle donazioni di libri da parte di conoscenti e volontari, per questo abbiamo libri di ogni tipo.
Le bottiglie che raccogliamo sono usate durante i workshop nelle scuole.

Isabel: “Programmiamo anche giornate nelle scuole e nell’università, nelle quali parliamo delle soluzioni sostenibili per la vita quotidiana.
In questo modo  incentiviamo i ragazzi ad essere parte del cambiamento che serve al pianeta.
Presentarsi nelle scuole per noi è molto importante e siamo orgogliosi di poter partecipare alla formazione dei ragazzi, dalle elementari fino all’università.

 

Tornando all’evento principale, come è andato il vostro Plogging?

Silvia:  “È andato benissimo, forse meglio di quanto ci aspettassimo.
Hanno partecipato tra le 55 e le 65 persone, bambini, ragazzi e adulti tutti volenterosi e gasati per l’evento.
Abbiamo perfino avuto la fortuna di essere preceduti dal gruppo di percussionisti itineranti “Caracca” che sono riusciti ad attirare l’attenzione dei passanti al Pontile.

A causa del forte vento, il percorso è stato accorciato di qualche metro, portando comunque  a termine l’evento, nel miglior modo possibile.

Isabel: “In totale sono stati raccolti 65 kg di rifiuti di cui all’incirca 55 di indifferenziata, 5 di plastica e 5 di vetro. Siamo soddisfatti per l’esito dell’evento, c’erano più persone di quante ne avevamo previste anche con il tempo il vento contro.

É così che si presenta l’ODV.

Un gruppo di giovani tra i 20 e i 35 anni con il sogno comune di cambiare il proprio territorio.
Tra studio e lavoro, si impegnano per poter avere un futuro migliore e sensibilizzare i cittadini, per spiegare quanto sia importante il tema.

I ragazzi di Ostia Clean-Up sono su tutte le piattaforme social, disponibili per chiarire dubbi e dare ulteriori informazioni rispetto il loro volontariato.

Read More

Zeno combatte la pesca a strascico: l’Università di Pisa si unisce a Greenpeace.

By : Aldo |Ottobre 21, 2022 |Acqua, bastaplastica, Emissioni, Home, mare, menorifiuti, obiettivomeno rifiuti, plasticfree, Rifiuti |0 Comment

Zeno combatte la pesca a strascico: l’Università di Pisa si unisce a Greenpeace.

Cosa nasce dall’unione tra l’Università di Pisa e Greenpeace?

Zeno.

 

Il robot

Zeno è un robot progettato dal dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa per combattere la pesca a strascico illegale.

É un dispositivo compreso di sonar con i quali descrive la conformazione e la presenza di solchi nel substrato marino grazie all’analisi dell’eco riflessa.

Le fotocamere servono per dare maggiori informazioni visive per la successiva mappatura del fondale oltre i 50 metri, una zona solitamente difficile da monitorare.

 

I solchi e le attività illecite in aree protette che Zeno è in grado di captare sono correlati alla pesca a strascico illegale.


La pesca a strascico

É un metodo di pesca che consiste nel trainare attivamente una rete da pesca sul fondo del mare con un impatto negativo su vari aspetti.

É capace di distrugge interi ecosistemi come le praterie di posidonia e non consente una vera selezione delle specie raccolte.

Infatti, i pescherecci non fanno differenza tra esemplari adulti o giovani, né tra specie commerciali e non commerciali, comportando gravi modifiche all’equilibrio dell’ambiente marino.

 

In Italia è stata quindi vietata questa tecnica entro le 3 miglia marine o sopra i 50 metri per risanare la problematica.

Purtroppo, molti pescherecci continuano la loro attività creando danni irreparabili, diventando una delle prime cause del depauperamento del coralligeno, delle praterie di posidonia e della fauna ittica.

 

Greenpeace e l’Università di Pisa

La nota ONG Greenpeace e il dipartimento di Ingegneria dell’Informazione si sono uniti per poter monitorare le possibili attività illecite con l’aiuto del robot.

Sotto la guida del docente di robotica, Riccardo Costanzi, hanno testato il drone nell’area di Castiglione della Pescaia (Grosseto) verso la fine di giugno 2022.

Nei mesi successivi si sono spostati nell’area di foce dell’Ombrone e poi nel Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano.

 

La richiesta parte dall’organizzazione, che per contrastare l’illegalità nel campo ambientale, ha scelto di rivolgersi al mondo della ricerca soprattutto per verifiche e monitoraggi validi e specifici.

 

Per le stesse ragioni, il dipartimento si  è reso disponibile a queste collaborazioni per dare il proprio contributo nella transizione ecologica e per un miglioramento a livello ambientale.

Read More
Campo fotovoltaico

Genius Watter rende l’acqua potabile in Africa grazie all’energia solare.

By : Aldo |Ottobre 19, 2022 |Acqua, Arte sostenibile, Consumi, Emissioni, Home |0 Comment

Genius Watter rende l’acqua potabile in Africa grazie all’energia solare. 

Campo fotovoltaico

Dario Traverso, CEO della startup Genius Watter, ha cambiato le sorti di migliaia di persone in Africa, dove l’acqua è ancora un bene prezioso, lontano e per pochi.

Genius Watter

La giovane compagnia è nata nel 2018 ed è guidata da Dario Traverso e suo padre Franco.

Considerato uno dei pionieri nel settore dell’energia solare, fu il primo a costruire un campo fotovoltaico in Burundi e come lui, il figlio ha portato avanti questo progetto oltre i confini nazionali.

La startup ha una missione, quella di fornire acqua potabile attraverso l’energia del sole, basandosi esclusivamente su strategie sostenibili a livello economico e ambientale.

Il sistema Geniu Ro

Il sistema usato è capace di desalinizzare l’acqua di mare o quella salmastra, purificandola dai contaminanti, producendo dai 5 ai 1000 m3 d’acqua potabile al giorno.

L’installazione funziona con un’osmosi inversa, alimentata da energia solare al 100% così che l’acqua sia accessibile economicamente anche nelle aree più povere del continente.

Inoltre, l’impianto che viene spedito dall’Italia per intero, è autonomo, monitorato da remoto e con sé ha tutti i pezzi di ricambio di cui potrebbe aver bisogno.

In questo modo, si garantisce un’ottima gestione della struttura e delle prestazioni, soprattutto nel caso di avarie tecniche o di altro tipo.

Il progetto

Dal 2018 ad oggi sono stati installati impianti per magazzini, campi agricoli, serre, per intere comunità ma anche per hotel e privati.

Di questi progetti, 4 sono a Capo Verde e l’ultimo è situato a Caynabo in Somaliland, dove la quotidianità è eccessivamente complicata anche a causa dell’estrema povertà.

Proprio qui, grazie alla collaborazione con l’UNDP (Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo), Genius Watter porta a più di 10.000 persone, 50 m3 d’acqua al giorno.

 

Nel piano è compresa la formazione di tecnici e ingegneri locali, che a loro volta formeranno altri lavoratori apportando un enorme cambiamento nella loro vita.

La visione socioeconomica

In Africa oltre 313 milioni di persone non hanno acqua potabile, e solo 13 stati su 54 hanno raggiunto dei livelli modesti di sicurezza idrica, il resto si trova in condizioni critiche.

Per la siccità, nel 2021, più di 800 mila perone in Somalia si sono mosse all’interno dello stato e molte hanno superato il confine in cerca di una situazione migliore.

Il dolore di intere popolazioni, sprona quotidianamente la famiglia Traverso ad andare oltre; grazie alla loro dedizione, passione e ricerca sono riusciti a migliorare la vita a migliaia di persone e continueranno a farlo.

Read More
Microalghe e CO2: come sono correlate e perché sono una possibile soluzione ai nostri problemi?

Biofissazione di CO2: microalghe sul tetto per ridurre la CO2 atmosferica.

By : Aldo |Ottobre 16, 2022 |Emissioni, Home, menomissioni |0 Comment

Biofissazione di CO2: microalghe sul tetto per ridurre la CO2 atmosferica

Microalghe e CO2: come sono correlate e perché sono una possibile soluzione ai nostri problemi?

Le microalghe

Le microalghe sono organismi fotosintetici con una struttura semplice di appena qualche micron, che vengono impiegate in molteplici ambiti anche grazie al loro tasso di crescita elevato.

L’alta efficienza fotosintetica e la veloce produzione di biomassa, entrambi maggiori di altre colture vegetali, consentono alle microalghe di essere le protagoniste nel processo di biofissazione della CO2.

Cosa si intende con il termine “biofissazione

La biofissazione è la capacità degli organismi (in questo caso le alghe) di assorbire gas serra, fissando il

carbonio proveniente dalla CO2 atmosferica in composti organici per mezzo di processi legati alla fotosintesi.

La percentuale di anidride carbonica atmosferica è attualmente ai massimi storici (418 ppm) e per questo da anni si sviluppano progetti per ridurne le concentrazioni; in questo caso la proposta arriva dall’Italia.  

La soluzione è tutta italiana

Gabriele Cipri Andrea Moro fondatori dell’azienda italiana Livegreen, hanno trovato la soluzione!

La società ha ideato un progetto chiamato “Breathing Buildings for Sustainability”, finanziato dall’ESA (European Space Agency), che unisce tecnologie spaziali e sostenibilità per il bene del pianeta. 

Come si sviluppa il piano

Tutto si basa sull’installazione di impianti adibiti alla coltivazione di microalghe, su tetti e facciate di edifici non residenziali, con l’obiettivo di depurare l’aria circostante.

Ciò è possibile poiché le alghe si nutrono di CO2, ma soprattutto perché hanno un’efficienza di assorbimento pari al 90%; ne basta 1 kg per assorbire 2 kg di anidride carbonica.

Superando di gran lunga agli alberi, che hanno bisogno di molto più tempo e spazio, le microalghe sembrano essere la risposta gusta.

I satelliti invece, monitorano costantemente le concentrazioni di gas serra intorno alle strutture predisposte in modo da inviare le informazioni necessarie e i progressi svolti.

Calcolando che la spirulina può arrivare anche a 80-100 Ton/ettaro di CO2 fissata in un anno, l’azienda mira a catturarne 640 kg nel primo anno.

Oltre a questo obiettivo, Livegreen guarda al futuro: il programma prevede un possibile riciclo dell’acqua di coltivazione (impiegandola nel riscaldamento degli impianti) e l’utilizzo della biomassa come schermo termico per l’edificio in cui è posizionata.

Read More
immagine del porto di roma con vista sulle barche attraccate e sul percorso pedonale

Raccolti 1085 kg di olio minerale usato nel Porto Turistico di Roma

By : Aldo |Ottobre 14, 2022 |Emissioni, Home, menorifiuti, Rifiuti |0 Comment

Raccolti 1085 kg di olio minerale usato nel Porto Turistico di Roma

immagine del porto di roma con vista sulle barche attraccate e sul percorso pedonale

Il Comune di Roma, il CONOU (Consorzio Nazionale degli Oli Usati), l’associazione Marevivo (associazione impegnata nella tutela del mare da quarant’anni), il Porto Turistico di Roma e l’Assonat (Associazione Nazionale Approdi e Porti Turistici) si sono uniti per la tutela del mare.

“L’obiettivo della collaborazione”

La campagna itinerante sulla sensibilizzazione per la raccolta degli oli minerali usati “Lasciamo al futuro un mare vivo e pulito”, si è conclusa mercoledì 12 ottobre 2022 ad Ostia.

Il progetto ha preso vita nel 2021 incentivato dal CONOU ha come obiettivo quello di prevenire la dispersione in mare degli oli esausti delle imbarcazioni.

“L’inquinamento compromette gli habitat marini”

L’olio lubrificante serve per impedire che l’attrito surriscaldi gli ingranaggi di un motore; una volta usato si degrada perdendo le sue caratteristiche.

Se rilasciato nelle acque crea una sorta di pellicola superficiale impermeabile che ostacola l’ossigenazione e di conseguenza altera gli equilibri degli ecosistemi marini.

Si pensi che anche un litro d’olio può contaminare ben 1 milione di litri d’acqua.

Solo nel Porto di Ostia ci sono 833 posti per imbarcazioni; quindi, se ogni diportista si impegnasse in questa lotta all’inquinamento avremmo dei risultati vantaggiosi.

Pertanto l’iniziativa ha avuto un ruolo fondamentale negli ultimi due anni, per mezzo dell’installazione di serbatoi adibiti alla raccolta degli oli all’interno del porto.

“Quanti kg di olio sono stati raccolti?”

Ad Ostia il programma ha avuto da subito un esito positivo accentuato da importanti miglioramenti negli ultimi mesi.

Se nel 2021 sono stati accumulati 2600 kg di olio, nel 2022 si è verificato un netto miglioramento.

Si contano infatti 1085 kg nel corso dell’estate, arrivando ad un totale di 3000 kg nei primi 9 mesi dell’anno, grazie alla collocazione di 2 nuove cisterne nell’area portuale.

 

“La nuova vita dell’olio lubrificante usato”

Se conferito negli appositi serbatoi, l’olio può essere smaltito o trattato per diventare una nuova risorsa.

Il CONOU si occupa del processo di rigenerazione con il quale si creerà una nuova base lubrificante, che non prevede l’alterazione delle proprie caratteristiche.

Questa attività ha anche dei benefici a livello economico poiché permette di risparmiare 1,5 milioni di barili di petrolio all’anno nella bolletta energetica nazionale.

Tutto ciò è reso possibile dal CONOU che dal 1984 ad oggi ha raccolto 6,3 milioni di tonnellate di olio usato, producendo 3,3 milioni di tonnellate di olio rigenerato e consentendo un risparmio sulle importazioni di petrolio di oltre 3 miliardi di euro.

Read More
Pannelli solari nel campo fotovoltaico più grande d'Italia

Il parco fotovoltaico più grande d’Italia si trova in Puglia.

By : Aldo |Ottobre 12, 2022 |Clima, Efficienza energetica, Emissioni, energia, Home, i nostri figli andranno ad energia solare, obiettivomeno emissioni, obiettivomeno rifiuti |Commenti disabilitati su Il parco fotovoltaico più grande d’Italia si trova in Puglia.

Il parco fotovoltaico più grande d’Italia si trova in Puglia.

Pannelli solari nel campo fotovoltaico più grande d'Italia

L’Italia è un paese pieno di meraviglie, prima tra tutte il clima che ci permette di godere a pieno tutte le stagioni e di avere grandi vantaggi nella sostenibilità.

Proprio per questa caratteristica, un’azienda danese, la European Energy, ha creato il più grande parco fotovoltaico d’Italia, precisamente a Foggia.

Inaugurato a giugno del 2020, con un finanziamento di 94,5 milioni di euro, il parco è un gioiello di ingegneria, sostenibilità ma anche di cura del territorio e della sua storia.

“DIMENSIONI E POSIZIONE”

Si sviluppa per un’area di circa 1.500.000 metri quadrati, (l’equivalente di 200 campi da calcio), in costante aumento dalla fase di progettazione fino al 2021.

L’azienda danese ha dato un grande valore a quel terreno a livello paesaggistico, naturale ma anche storico.

Infatti, dopo un’indagine legata al parco, ha finanziato con 1 milione di euro gli scavi dai quali sono emersi reperti di una basilica e di un insediamento del neolitico.

“POTENZA”

 

Parlando di energia invece, possiamo affermare con piacere che i 275 mila moduli fotovoltaici sono di ultima generazione e sviluppano 103 MW di capacità.

Ciò significa che con la produzione annua di 150 GWh può soddisfare completamente le necessità di energia elettrica di una città di 200 mila abitanti.

Il parco fotovoltaico di Foggia è al primo posto in Italia per grandezza e potenza, seguito da quello di Montalto di Castro e quello di Rovigo.

È il 17° in classifica mondiale, dominata dalla Cina seguita dallo stato della California e dall’India.

L’European Energy, dopo gli ottimi risultati e la grande efficienza del progetto, si dichiara pronta ad investire ulteriori 800 milioni di euro per il mantenimento e il miglioramento del sistema.

La struttura concilia il rispetto della natura, del territorio e della storia con le nuove tecnologie.

Un mix perfetto, porta avanti l’idea di sostenibilità in un’area della nostra penisola, che forse non è valorizzata nel massimo delle sue potenzialità.

Read More

L’Europa sceglie il cavo usb-c: ecco come la norma ridurrà i rifiuti elettronici

By : Aldo |Ottobre 08, 2022 |Consumi, Efficienza energetica, Emissioni, energia, Home, Rifiuti |0 Comment

L’Europa sceglie il cavo usb-c: ecco come la norma ridurrà i rifiuti elettronici.

É fatta!

Il parlamento europeo ha finalmente espresso la sua opinione sull’utilizzo di caricabatterie universali.
Precisamente entro l’autunno del 2024 l’Europa potrà usare per molteplici dispositivi lo stesso caricatore.

La legislazione infatti, prevede che smartphone, tablet e fotocamere digitali, eBook, cuffie e auricolari, console e casse portatili, tastiere, mouse e laptop con potenza massima di 100 W potranno essere alimentati con il cavo usb-c.

Fino ad oggi, grandi e piccoli produttori si sono attenuti al libero mercato e quindi anche alla libertà di scegliere come progettare i propri dispositivi.
Con la nuova proposta invece, le cose cambieranno e tutti dovranno seguire le nuove direttive; tra i tanti anche Apple che dovrà abbandonare il cavo “lightining”, dopo 10 anni dalla sua nascita.

“In numeri”

Le ricerche antecedenti la proposta di legge, hanno confermato che grazie a questo importante cambiamento si sceglierà una strada più sostenibile per l’ambiente e per i consumatori.

Basti pensare che in media ogni cittadino possiede almeno 3 caricabatterie per telefono, una quantità superflua che comporta la produzione di 11 mila tonnellate di rifiuti elettronici ogni anno.

A tal proposito, si interverrà in maniera significativa per ridurre al minimo questo enorme volume di RAEE (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche), con il conseguente risparmio di 250 milioni di euro.

“Complicanze”

Purtroppo, come per ogni grande riforma, sono stati riscontrati dei problemi per quanto riguarda l’applicabilità della legge.

La complicanza sta nel fatto che un caricatore da 20W può alimentare uno smartphone, un e-book e una fotocamera digitale ma non un portatile che necessita di una potenza maggiore.
Un’ulteriore difficoltà si riscontra nell’utilizzo di cavi simili con qualità diverse: un dispositivo nuovo deve essere accompagnato da un caricatore che soddisfi le sue esigenze e quindi che sia performante allo stesso modo.

Senza dubbio serviranno maggiori precisazioni per poter attuare il nuovo regolamento nella maniera più efficiente possibile.

Dalla proposta all’adozione della normativa, sono passati ben 13 anni, troppi se non inaccettabili per un’innovazione del genere, secondo alcuni rappresentanti del “semicerchio”.

Di certo questo è solo un primo passo per il futuro; si dice che dopo la prima vittoria il parlamento discuterà le leggi inerenti al diritto alla riparazione e l’obsolescenza programmata.

Nei prossimi anni assisteremo ad un grande cambiamento nel mercato elettronico e sarà interessante osservare come le grandi aziende agiranno di conseguenza.

Read More

L’Italia alla canna del gas…serra (di Greenpeace Italia 13.06.2019)

By : Aldo |Giugno 19, 2019 |Clima, Consumi, Efficienza energetica, Emissioni, energia, Home, i nostri figli andranno ad energia solare, obiettivomeno emissioni |0 Comment

 

Contrastare il riscaldamento globale è un obiettivo che dovrebbe essere in cima all’agenda di ogni Paese. Spagna, Francia, Belgio e altri Paesi europei hanno deciso di sottoscrivere un impegno comune per accelerare il processo di decarbonizzazione, ma ad oggi l’Italia manca all’appello.

Il nostro Paese infatti non ha firmato, e non si sa se vorrà farlo, un documento in cui si chiede all’Unione Europea di raggiungere emissioni zero al 2050. L’obiettivo non è certo tra i più ambiziosi, ma un impegno in tal senso sarebbe quantomeno un buon primo passo.

Il 20 e 21 Giugno ci sarà il Consiglio Europeo e si parlerà anche di clima. L’Italia firmerà per UE a emissioni zero al 2050? Il nostro Governo ha ancora un’ultima chance per dimostrare la reale volontà di combattere i cambiamenti climatici. Per questo stiamo chiedendo al Presidente del Consiglio e al Ministro dell’Ambiente di prendere posizione e impegnarsi concretamente per ridurre le emissioni.

Non possiamo lottare contro i cambiamenti climatici senza mettere in atto una vera rivoluzione energetica, economica e sociale. O si è parte della soluzione, o si è parte del problema: non esistono vie di mezzo.

Aderendo a questo impegno comunitario il Governo può dimostrare di stare dalla parte dei cittadini che subiscono gli impatti dei cambiamenti climatici, anziché da quella delle grandi aziende che producono energia sporca scaricando le conseguenze su tutti noi.

Read More

Le emissioni di co2 e la produzione di energia elettrica

By : Aldo |Aprile 01, 2014 |Emissioni, energia, Home |0 Comment

Il riscaldamento globale è un problema ormai noto ed i governi di tutto il mondo si stanno muovendo per prendere i provvedimenti opportuni, attuando, seppur timidamente, gli accordi internazionali che prevedono riduzioni significative delle emissioni di anidride carbonica che è necessario raggiungere. Gli obiettivi sono ambizioni, la roadmap 2050 vede, per l’Europa, una riduzione delle emissioni dell’80% entro il 2050, prendendo come base il 1990.

Dai dati riportati in tabella è possibile notare come la riduzione delle emissioni richiesta per ogni settore sia significativa. Può essere preso come esempio il settore dei trasporti, nel quale nel periodo 1990-2005 le emissioni sono aumentate del 30% e si richiede entro il 2050, di ridurle di una percentuale compresa tra il 54% ed il 67%.

Se si continuasse ad adottare la politica energetica corrente, gli obiettivi previsti per il 2050 non verrebbero rispettati, in quanto si otterrebbe una riduzione delle emissioni di circa il 40%. E’ bene ricordare che si tratta sempre di previsioni nel lungo periodo.

È interessante notare come il settore energetico sia quello nei confronti del quale si prevede una riduzione delle emissioni praticamente totale, minimo del 92%, massimo del 99%. Equivale ad affermare che l’energia elettrica che utilizzeremo nei prossimi anni sarà ad impatto zero.

L’Italia, tecnologicamente all’avanguardia nel settore della produzione dell’energia elettrica, ha investito molte risorse per cercare di produrre energia elettrica sempre più green.

Gli sforzi hanno permesso di ridurre il fattore dell’energia elettrica da un valore di 578 gCO2/kWh del 1990 a 373,6 gCO2/kWh nel 2013. Una riduzione del 35% in 23 anni. Ciò è stato possibile grazie alla riduzione costante dell’utilizzo delle fonti fossili, a favore delle fonti rinnovabili, le quali continueranno ad essere protagoniste per i prossimi anni.

Fonte: SINAnetRete del Sistema Informativo Nazionale Ambientale – Andamento del fattore di emissione dell’energia elettrica nazionale [gCO2/kWh]

Fonte: – A Roadmap for moving to a competitive low carbon economy in 2050 – Riduzione delle emissioni per settore

 

Read More

Il mercato elettrico

By : Aldo |Marzo 24, 2014 |Consumi, Emissioni, energia, Home |0 Comment

Questa settimana parliamo dell’analisi del mercato elettrico.

Analizzando l’andamento del prezzo dell’energia elettrica, in termini di €/MWh, negli ultimi 30 giorni, è possibile osservare come il valore più basso si verifichi di domenica, mentre durante la settimana si registrano i picchi di prezzo. La differenza tra prezzo minimo e prezzo massimo nell’arco di una sola settimana può essere significativo, passando ad esempio da 25 € a 60 €, con una variazione del 140%. Nell’arco del mese di riferimento (febbraio 2014), il prezzo massimo di acquisto è rimasto circa costante, mentre è oscillato molto il prezzo minimo.

Analizzando i volumi di scambio, si nota come questi diminuiscano durante i week end, per aumentare e rimanere costanti nel corso dei giorni feriali.

Quindi, gli scambi di energia elettrica rispecchiano la stessa domanda.

Se si osserva l’andamento giornaliero del prezzo dell’energia elettrica per un giorno feriale, si vede come questo segua l’andamento giornaliero della domanda di energia elettrica, attenuato dal fatto che il dispacciamento delle rinnovabili ha la priorità sul termoelettrico. Come conseguenza si ha una riduzione dei costi massimi nelle ore di punta, con un andamento più schiacciato rispetto alla curva della domanda in questo arco della giornata. Infatti, tra le ore 7:00 e le ore 16:00, il prezzo oscilla attorno al prezzo medio, con valori al di sotto dei massimi giornalieri, mentre la curva della potenza rimane sui massimi giornalieri.

Fonte: GME – Andamento dei prezzi e dei volumi dal 30 gennaio al 28 febbraio 2014

In serata, quando il contributo delle rinnovabili viene meno, il prezzo del MWh aumenta drasticamente, a scapito di una riduzione della potenza richiesta.

Probabilmente, senza il contributo delle fonti rinnovabili, il prezzo dell’energia elettrica nelle ore di punta sarebbe stato molto più alto, prossimo ai valori di picco.

Fonte: Terna- Curva di carico giornaliero domanda nazionale energia elettrica

Fonte: GME – Prezzo di acquisto energia elettrica – 28 febbraio 2014 – Mercato del giorno prima

Read More