Efficienza energetica

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Il Galatasaray ha uno stadio da record: Guinness per l’energia solare.

By : Aldo |Novembre 25, 2022 |Arte sostenibile, Efficienza energetica, Emissioni, energia, Home, i nostri figli andranno ad energia solare, menomissioni, obiettivomeno emissioni |0 Comment
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Tra i tanti Guinness dei primati ci sono oggetti, eventi o persone con caratteristiche peculiari.

Questa volta però, il protagonista è uno stadio.

Il primato

Lo stadio Türk Telekom è una struttura situata ad Istanbul inaugurata nel 2011 che ospita 52 223 spettatori.

É parte di un complesso di edifici più ampio legato allo stadio Ali Sami Yen, più piccolo e intitolato al primo presidente del club.

La struttura ha vinto il record grazie alla maggiore produzione di energia solare del mondo: si tratta di 4,2 MW nell’arco di un mese.

Questo primato è stato possibile grazie all’istallazione di pannelli fotovoltaici sul tetto della struttura, che aiuterà l’ambiente ma anche la loro economia.

L’energia da record

Il Türk Telekom ha sorpassato l’Estádio Nacional Mané Garrincha di Brasilia che ha una capacità solare di 2.5 MW. La struttura turca ha installato un impianto da 2,1 milioni di euro, composto da 10.000 pannelli solari su una superficie di 40mila m2.

Il sistema fotovoltaico ha la capacità di trasmissione per fornire elettricità a 2 mila famiglie e inoltre riduce le missioni di CO2 di 3.250 tonnellate. Vale a dire, che nei 25 anni del progetto, lo stadio potrà salvare 200.000 alberi.

L’energia prodotta “sul tetto” garantisce tra il 63 e il 65% del consumo dello stadio, la percentuale restante invece deriva da un fornitore pubblico.

Le cifre in denaro

Il club ha giocato d’anticipo con l’aumento dei prezzi: all’inizio, infatti, si prevedeva un risparmio più lontano nel tempo.

Tuttavia, con la guerra, le cose sono cambiate e di conseguenza è stata constatata l’efficienza del progetto da subito.

Difatti grazie alla stabilità dei prezzi dell’energia solare, il Galatarasay ha già risparmiato 385.000 euro tra gennaio e agosto.

Proprio Ali Çelikkıran, ingegnere elettrico e direttore dello stadio ha affermato che:

“Di questi tempi, che lo voglia o no, una grande azienda deve essere ambientalista perché l’energia è davvero costosa”

Vantaggi economici

Oltre a tutte fantastiche qualità, la struttura offre anche dei vantaggi economici a più enti.

La squadra è attualmente in un contratto di 9 anni con l’azienda energetica Enerjisa, che acquista l’energia prodotta dai pannelli.

Per di più, il sistema di illuminazione viene usato solo 150 ore l’anno (25 partite), quindi viene prodotta più energia di quella che necessita lo stadio.  Proprio da questa abbondanza, il club riesce a guadagnare, perchè rivende energia alla città di Istanbul, ad un prezzo a noi sconosciuto.

La squadra godrà di un beneficio finale quando il contratto terminerà e di conseguenza, non dovrà più pagare nessuno, guadagnando dalla rivendita dell’energia.

Ovviamente non tutti gli stadi possono permettersi una innovazione simile, non solo per quanto riguarda gli investimenti ma per la loro posizione geografica. In ogni modo, questo primato stabilito a marzo 2022, potrebbe essere un’ispirazione per tante altre strutture sportive e non, nel mondo.

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L’ulivo è la pianta perfetta per far fronte alle emissioni di CO2.

By : Aldo |Novembre 23, 2022 |Arte sostenibile, Consumi, Efficienza energetica, Emissioni, Home, menomissioni |0 Comment

Ogni giorno sentiamo parlare di emissioni di CO2, di come ridurle, di nuove tecnologie per eliminarle.

Spesso però non ci rendiamo conto che una delle tante soluzioni si trova proprio in natura.

 

Gli alberi nel mondo.

Che gli alberi siano una risorsa fondamentale per ridurre le emissioni di CO2, è ormai chiaro a tutti.

Proprio nell’ultimo decennio sono nati progetti, startup e iniziative con lo scopo di sensibilizzare la popolazione e apportare un cambiamento sulla Terra.

Grazie a tali attività, si riconosce l’importanza delle specie arboree nel processo di riduzione di CO2 atmosferica.

 

Per questo, grandi aziende e privati si dedicano da anni al recupero e realizzazione di agrosistemi, permettendo al pubblico di “adottare” gli alberi.  

Di solito si tratta di piante originarie del Sud America o dell’Africa, ma ultimamente sono disponibili anche specie tipiche del proprio paese.  Per esempio, in Italia si può optare tra pini, abeti, querce faggi e altro.

 

L’ulivo

Tra le tante specie c’è anche l’ulivo: simbolo di pace, del mediterraneo e soprattutto della Puglia che conta ben 5 milioni di alberi.

La sua coltivazione è correlata alla produzione di olio, alimento tipico ed essenziale della dieta mediterranea, in Italia, Spagna, Tunisia, Grecia e Turchia (maggiori produttori).  

 

Oltre alla sua rilevanza a livello alimentare, economico e sociale, l’ulivo risulta un ottimo alleato nella lotta ai cambiamenti climatici.

ulivo

La pianta per la regolazione del clima.

In un’intervista per Italia Olivica nel 2019, Juan Vilar (consulente strategico per istituzioni come la FAO) confermava le potenzialità della specie per la cattura di CO2.

“L’olivo è la più grande coltura legnosa del mondo ed è il più potente fissativo di CO2 artificiale esistente”

Afferma di seguito che un ulivo può assorbire 2 chili di CO2 al giorno. Se moltiplicati per gli 11,7 milioni di ettari di olivi piantati nel mondo, potremmo considerare la pianta come un’arma perfetta per limitarne le concentrazioni.

 

Ancora più specifico è lo studio del Dipartimento di Scienze agrarie dell’Università di Perugia che spiega l’efficienza della pianta nel dettaglio. Infatti, nell’intervista rilasciata per TGR Umbria, viene dichiarato che:

 

“È una specie longeva, quindi il carbonio che si accumula nella struttura legnosa, rimane stoccato per decine di anni, addirittura per secoli. In secondo luogo, l’ulivo ha una notevole massa legnosa ed infine, la coltivazione in genere è condotta secondo tecniche a basso impatto ambientale.”

Il dipartimento ha diretto studi anche legati alla produzione di olio, eliminando ogni dubbio sul suo possibile impatto ambientale.

 

“A fronte di 3kg di CO2 emessa per litro di olio, c’è un assorbimento di 6kg di CO2 per litro d’olio. Aver prodotto quella bottiglia di olio, significa aver ridotto la quantità di CO2 nell’aria”

adopt me

Nel pratico.

A questo punto, si spera che un giorno gli olivicoltori possano vendere crediti di carbonio sul mercato, per compensare le attività delle aziende inquinanti.  Allo stesso tempo si potrebbero integrare nella nostra economia, progetti come quello di Adopt me.

 

La startup vincitrice del Bando Pin (Pugliesi innovativi) nasce grazie a Antonio Vaccariello e Lucia Delvecchio, giovani pugliesi cresciuti in famiglie di agricoltori.

Conoscendo l’ambiente, hanno deciso di rilanciare l’economia locale attivando l’adozione di ulivi, per riportare in auge la “filiera corta” simbolo di sostenibilità.

L’azienda si impegna nel monitorare l’assorbimento di CO2 delle piante e dell’azienda e condividendo inoltre, informazioni sulla qualità del terreno e dell’acqua usata per l’irrigazione.

Attualmente sono stati adottati 300 ulivi, maggiormente secolari, ma l’idea è quella di espandersi in altre zone d’Italia, per aumentare la diversità.

 

Valutando le analisi, gli studi e le iniziative citate, possiamo confermare che l’ulivo ha un ruolo peculiare su più fronti.

E poiché sempre più aree nel mondo sono adatte alla coltivazione di ulivi, possiamo pensare che un giorno, la pianta della pace, sarà uno dei protagonisti della lotta contro i cambiamenti climatici.

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Ottenere metalli rari dai rifiuti elettronici: da oggi sarà più semplice e più sostenibile.

By : Aldo |Novembre 06, 2022 |Consumi, Efficienza energetica, Emissioni, energia, Home |0 Comment

Il problema dei rifiuti elettronici

Quella dei rifiuti elettronici è una questione sempre più importante e un problema sempre più incombente a causa dell’aumento della produzione di prodotti elettronici.

Gli oggetti che usiamo quotidianamente, come grandi e piccoli elettrodomestici e i dispositivi informatici hanno prodotto 57,4 milioni di tonnellate di rifiuti nel 2021.

Un peso equiparabile a quello della Grande Muraglia cinese, l’opera artificiale più pesante sulla terra.

Però, attraverso il riciclo, gli e-waste possono restituire parte dei metalli rari che li compongono e che hanno un grande valore economico.

Per quanto riguarda il riciclo, l’Europa ha un tasso del 42.5% (è il continente più virtuoso), gli USA del 15% mentre l’Africa non arriva all’1%.

 

Il forno “portatile”

Sulla base di queste stime, il professore Terence Musho della West Virginia University, ha creato un forno per estrarre i metalli rari dai rifiuti elettronici.

Il Dipartimento della difesa americano (DOD) ha finanziato il progetto con 250 mila dollari perchè pensa possa garantire un servizio fondamentale per tutto il pianeta.
Il forno o capsula, è di piccole dimensioni e facile da trasportare in moduli ed ha la capacità di raggiungere alte temperature in poco tempo.

Tali qualità rendono possibile l’estrazione di metalli come il palladio, l’indio, il tantalio e altri minerali spesso anche più importanti dell’oro.

 

Le applicazioni

Secondo il DOD, il dispositivo potrebbe essere applicato in vari ambiti per poter ridurre i rifiuti e supportare maggiormente l’economia circolare.

Grazie alle sue caratteristiche il forno potrà offrire un servizio itinerante per permetter il riciclo in luoghi in cui mancano gli impianti adeguati.

Potrebbe essere installato nelle città così da creare un punto di riciclo e permettere un maggiore e migliore smaltimento dei dispositivi.

Un’applicazione ancora più formidabile sarebbe quella relativa allo spazio, dove sono presenti 9300 tonnellate di rifiuti derivati dalle attività antropiche (es. parti di satelliti)

Sarà possibile, infatti, raccogliere i satelliti obsoleti, riciclarli e utilizzare nuovamente i suoi metalli per creare nuovi prodotti, riducendone anche i costi.

 

Indipendenza dalla Cina.

Un altro aspetto fondamentale per l’America e non solo, sarebbe il raggiungimento dell’indipendenza dalla Cina che detiene il monopolio sull’estrazione e produzione di metalli rari.

Il gigante cinese attualmente tiene in pugno tutto il mondo, perchè i metalli rari sono impiegati in tutti i dispositivi tecnologici, oggi largamente richiesti.
Tuttavia, se gli altri stati riuscissero ad ottenere la risorsa, per mezzo del riciclo, non sarebbero completamente dipendenti dalla Cina, sotto questo punto di vista.

Il prototipo di “forno” creato potrebbe essere una soluzione rispetto ai metodi di estrazione con un forte impatto ambientale.
Modalità già presenti ma poco diffuse come l’idromettallurgia, la pirometallurgia o la bioidrometallurgia, comportano enormi quantità di acque reflue inquinanti oppure sono poco efficienti.

Sarà questa la nuova tecnologia renderà più sostenibile il settore elettronico moderno?

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Takachar: dagli scarti al combustibile pulito.

By : Aldo |Novembre 03, 2022 |Efficienza energetica, Emissioni, Home, menorifiuti, obiettivomeno rifiuti, Rifiuti |0 Comment

L’azienda Takachar ha trovato una soluzione per ridurre l’inquinamento dovuto alla combustione di biomassa, vincitore di numerosi premi nel 2018

Takachar

L’impresa fondata nel 2015 da Kevin Kung e Vidyut Mohan ha un’unica missione: combattere il cambiamento climatico lavorando con la biomassa, la loro specialità.

 

Nello specifico hanno brevettato un macchinario alla portata di tutti gli agricoltori, per poter trasformare la biomassa in combustibile o fertilizzante, direttamente nei loro campi.

 

Questa innovazione consentirà agli agricoltori di ridurre l’inquinamento, perdere meno tempo e azzerare i costi per la produzione di fertilizzante.

Kevin Kung

Vidyut Mohan

Combustione di scarti agricoli.

Nei campi agricoli c’è ancora molto lavoro da fare per quanto riguarda le norme sulla sostenibilità e l’attenzione verso il capitale naturale.

Fusti di mais, lolla di riso, fieno, paglia vengono puntualmente bruciati per preparare il campo alla semina successiva, incrementando l’inquinamento atmosferico.

A causa di queste tecniche desuete (purtoppo quotidiane), ogni anno si perdono 120 miliardi di dollari in scarti agricoli e alberi.

Il macchinario

Il macchinario brevettato e certificato dal MIT è una vera e propria scoperta che funziona per mezzo di 3 componenti: biomassa, aria e calore.

 

Per prima cosa si brucia parte della biomassa per produrre il calore che scalderà il resto del contenuto rilasciando gas.

 

Successivamente si introduce dell’aria per alimentare la combustione dei gas e generare altro calore che faciliterà lo svolgimento e il continuo della reazione termochimica.

Rappresentazione del macchinario 

La svolta sostenibile.

La sostenibilità di questo dispositivo si riscontra su aspetti riconducibili a molteplici obiettivi dell’agenda 2030.

Obiettivo 12, Produzione e consumo responsabili: il macchinario elimina le risorse fossili per produrre combustibili e fertilizzanti. Inoltre, elimina più del 95% di fumo rispetto alla combustione tradizionale o quella indotta da incendi.

Obiettivo 13, Azione climatica: ridurrà le emissioni di CO2 pari a 700 milioni ton/anno entro il 2030.

Per di più, aumenta del 40% il guadagno netto delle comunità rurali, creando un mercato per gli scarti agricoli.

Nello specifico, il 90% di biomassa, viene trasformato in combustibile solido che varrà più del classico prodotto.

Si ridurranno i costi di due terzi, visto che gli agricoltori avranno il prodotto finito già nel loro campo evitando i trasporti di biomassa.
In questo modo sarà favorita una possibilità di guadagno per gli agricoltori che potranno rivendere il prodotto ottenuto o tenerlo per le proprie attività.

Tutto ciò è importante visto che nelle zone di campagna, soprattutto nei paesi poveri, la risorsa più utilizzata per la produzione di energia è ancora il combustibile fossile.

Con Takachar si intravede un cambiamento che potrebbe modificare le abitudini di molti per un futuro migliore.

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Pannelli solari nel campo fotovoltaico più grande d'Italia

Il parco fotovoltaico più grande d’Italia si trova in Puglia.

By : Aldo |Ottobre 12, 2022 |Clima, Efficienza energetica, Emissioni, energia, Home, i nostri figli andranno ad energia solare, obiettivomeno emissioni, obiettivomeno rifiuti |Commenti disabilitati su Il parco fotovoltaico più grande d’Italia si trova in Puglia.

Il parco fotovoltaico più grande d’Italia si trova in Puglia.

Pannelli solari nel campo fotovoltaico più grande d'Italia

L’Italia è un paese pieno di meraviglie, prima tra tutte il clima che ci permette di godere a pieno tutte le stagioni e di avere grandi vantaggi nella sostenibilità.

Proprio per questa caratteristica, un’azienda danese, la European Energy, ha creato il più grande parco fotovoltaico d’Italia, precisamente a Foggia.

Inaugurato a giugno del 2020, con un finanziamento di 94,5 milioni di euro, il parco è un gioiello di ingegneria, sostenibilità ma anche di cura del territorio e della sua storia.

“DIMENSIONI E POSIZIONE”

Si sviluppa per un’area di circa 1.500.000 metri quadrati, (l’equivalente di 200 campi da calcio), in costante aumento dalla fase di progettazione fino al 2021.

L’azienda danese ha dato un grande valore a quel terreno a livello paesaggistico, naturale ma anche storico.

Infatti, dopo un’indagine legata al parco, ha finanziato con 1 milione di euro gli scavi dai quali sono emersi reperti di una basilica e di un insediamento del neolitico.

“POTENZA”

 

Parlando di energia invece, possiamo affermare con piacere che i 275 mila moduli fotovoltaici sono di ultima generazione e sviluppano 103 MW di capacità.

Ciò significa che con la produzione annua di 150 GWh può soddisfare completamente le necessità di energia elettrica di una città di 200 mila abitanti.

Il parco fotovoltaico di Foggia è al primo posto in Italia per grandezza e potenza, seguito da quello di Montalto di Castro e quello di Rovigo.

È il 17° in classifica mondiale, dominata dalla Cina seguita dallo stato della California e dall’India.

L’European Energy, dopo gli ottimi risultati e la grande efficienza del progetto, si dichiara pronta ad investire ulteriori 800 milioni di euro per il mantenimento e il miglioramento del sistema.

La struttura concilia il rispetto della natura, del territorio e della storia con le nuove tecnologie.

Un mix perfetto, porta avanti l’idea di sostenibilità in un’area della nostra penisola, che forse non è valorizzata nel massimo delle sue potenzialità.

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L’Europa sceglie il cavo usb-c: ecco come la norma ridurrà i rifiuti elettronici

By : Aldo |Ottobre 08, 2022 |Consumi, Efficienza energetica, Emissioni, energia, Home, Rifiuti |0 Comment

L’Europa sceglie il cavo usb-c: ecco come la norma ridurrà i rifiuti elettronici.

É fatta!

Il parlamento europeo ha finalmente espresso la sua opinione sull’utilizzo di caricabatterie universali.
Precisamente entro l’autunno del 2024 l’Europa potrà usare per molteplici dispositivi lo stesso caricatore.

La legislazione infatti, prevede che smartphone, tablet e fotocamere digitali, eBook, cuffie e auricolari, console e casse portatili, tastiere, mouse e laptop con potenza massima di 100 W potranno essere alimentati con il cavo usb-c.

Fino ad oggi, grandi e piccoli produttori si sono attenuti al libero mercato e quindi anche alla libertà di scegliere come progettare i propri dispositivi.
Con la nuova proposta invece, le cose cambieranno e tutti dovranno seguire le nuove direttive; tra i tanti anche Apple che dovrà abbandonare il cavo “lightining”, dopo 10 anni dalla sua nascita.

“In numeri”

Le ricerche antecedenti la proposta di legge, hanno confermato che grazie a questo importante cambiamento si sceglierà una strada più sostenibile per l’ambiente e per i consumatori.

Basti pensare che in media ogni cittadino possiede almeno 3 caricabatterie per telefono, una quantità superflua che comporta la produzione di 11 mila tonnellate di rifiuti elettronici ogni anno.

A tal proposito, si interverrà in maniera significativa per ridurre al minimo questo enorme volume di RAEE (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche), con il conseguente risparmio di 250 milioni di euro.

“Complicanze”

Purtroppo, come per ogni grande riforma, sono stati riscontrati dei problemi per quanto riguarda l’applicabilità della legge.

La complicanza sta nel fatto che un caricatore da 20W può alimentare uno smartphone, un e-book e una fotocamera digitale ma non un portatile che necessita di una potenza maggiore.
Un’ulteriore difficoltà si riscontra nell’utilizzo di cavi simili con qualità diverse: un dispositivo nuovo deve essere accompagnato da un caricatore che soddisfi le sue esigenze e quindi che sia performante allo stesso modo.

Senza dubbio serviranno maggiori precisazioni per poter attuare il nuovo regolamento nella maniera più efficiente possibile.

Dalla proposta all’adozione della normativa, sono passati ben 13 anni, troppi se non inaccettabili per un’innovazione del genere, secondo alcuni rappresentanti del “semicerchio”.

Di certo questo è solo un primo passo per il futuro; si dice che dopo la prima vittoria il parlamento discuterà le leggi inerenti al diritto alla riparazione e l’obsolescenza programmata.

Nei prossimi anni assisteremo ad un grande cambiamento nel mercato elettronico e sarà interessante osservare come le grandi aziende agiranno di conseguenza.

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L’Italia alla canna del gas…serra (di Greenpeace Italia 13.06.2019)

By : Aldo |Giugno 19, 2019 |Clima, Consumi, Efficienza energetica, Emissioni, energia, Home, i nostri figli andranno ad energia solare, obiettivomeno emissioni |0 Comment

 

Contrastare il riscaldamento globale è un obiettivo che dovrebbe essere in cima all’agenda di ogni Paese. Spagna, Francia, Belgio e altri Paesi europei hanno deciso di sottoscrivere un impegno comune per accelerare il processo di decarbonizzazione, ma ad oggi l’Italia manca all’appello.

Il nostro Paese infatti non ha firmato, e non si sa se vorrà farlo, un documento in cui si chiede all’Unione Europea di raggiungere emissioni zero al 2050. L’obiettivo non è certo tra i più ambiziosi, ma un impegno in tal senso sarebbe quantomeno un buon primo passo.

Il 20 e 21 Giugno ci sarà il Consiglio Europeo e si parlerà anche di clima. L’Italia firmerà per UE a emissioni zero al 2050? Il nostro Governo ha ancora un’ultima chance per dimostrare la reale volontà di combattere i cambiamenti climatici. Per questo stiamo chiedendo al Presidente del Consiglio e al Ministro dell’Ambiente di prendere posizione e impegnarsi concretamente per ridurre le emissioni.

Non possiamo lottare contro i cambiamenti climatici senza mettere in atto una vera rivoluzione energetica, economica e sociale. O si è parte della soluzione, o si è parte del problema: non esistono vie di mezzo.

Aderendo a questo impegno comunitario il Governo può dimostrare di stare dalla parte dei cittadini che subiscono gli impatti dei cambiamenti climatici, anziché da quella delle grandi aziende che producono energia sporca scaricando le conseguenze su tutti noi.

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Analisi delle variazioni della domanda elettrica nazionale

By : Aldo |Luglio 25, 2014 |Efficienza energetica, energia, Home |0 Comment

Da un’analisi effettuata a partire dai risultati principali dell’ultimo rapporto mensile sul sistema elettrico, pubblicato da Terna a giugno 2014, si è confermato il trend di discesa della domanda elettrica nazionale, mentre è sempre più importante l’apporto delle fonti rinnovabili. La richiesta di energia elettrica, infatti, è stata pari a 25,9 TWh, in diminuzione, seppur più lieve rispetto alle mensilità precedenti (media del -3% per i primi mesi del 2014), dello 0,8% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso. 

Per quanto riguarda le singole fonti, la generazione idroelettrica ha segnato una lieve flessione (-3,4%) rispetto a giugno 2013 per un produzione netta di 6,027 TWh. Il fotovoltaico ha prodotto 2,819 TWh, in lieve aumento (+2,0%) rispetto ai valori dello scorso anno; in flessione invece l’eolico con 0,897 TWh (-9,7%), mentre il termoelettrico ha messo a segno un +6,7%. Quest’ultimo è un elemento rilevante, poiché sancisce la fine di una continua discesa del termoelettrico, che dopo tanti numeri negativi nei mesi precedenti, osserva a giugno un +1,1%.

I numeri relativi al primo semestre 2014 mettono in evidenza innanzitutto il calo della domanda nazionale (-2,8%) rispetto allo stesso periodo del 2013. In questo contesto le rinnovabili sono state capaci di coprire il 40,2% dell’intero fabbisogno nazionale, grazie a 53.068 GWh complessivamente prodotti. Un anno fa la percentuale coperta dalle energie pulite si fermava al 36,1%. L’idroelettrico si conferma  leader delle fonti pulite, coprendo da solo il 23% della domanda elettrica nazionale, con una generazione in crescita del 3,1% rispetto al primo semestre 2013.

Prosegue la corsa del fotovoltaico, che nei primi sei mesi dell’anno ha garantito il 7,7% della domanda elettrica nazionale, grazie a una generazione di 11.781 GWh (+8,6% sullo stesso periodo del 2013). Cala invece l’eolico (-8,1%), la cui generazione copre il 5,4% della domanda.

 

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Whirpool tecnologia e sostenibilità

By : Aldo |Giugno 27, 2014 |Consumi, Efficienza energetica, Home |0 Comment

Siamo stati a Taormina all’evento #lifeintouch di Whirpool. 3 giorni alla scoperta di Taormina, terrà di profumi e sapori della tradizione mediterranea, dove abbiamo scoperto come il “tocco tecnologico” e il “tocco umano” siano il perfetto connubio per una vita “antispreco”.

Life in touch”  è il tema che guida la comunicazione dell’azienda nel corso del 2014 . “Life in touch” rappresenta il connubio perfetto  fra il “tocco tecnologico”, rappresentato dal desiderio di avere elettrodomestici sempre più smart, sostenibili ed intuitivi, e il “tocco umano”, che caratterizza i nuovi stili di vita e di consumo ed esprime il desiderio di una quotidianità più a contatto con l’ambiente e le persone.

Whirlpool, infatti, è attenta all’evolversi degli stili di vita e di consumo, che negli ultimi anni si stanno spostando verso abitudini più salutari, rispettose e consapevoli nei confronti dell’ambiente. Viviamo, infatti,  in un’epoca in cui la “Conscious life” è sempre più presente e racchiude in sé il desiderio di prolungare la vita degli oggetti che ci circondano, degli abiti che indossiamo, dei cibi che acquistiamo: tutto viene investito di emozioni, di ricordi, di valori e per questo ogni prodotto va oltre la sua mera natura di oggetto, diventando un compagno di vita. Si vive e si consuma in modo più responsabile e consapevole, cercando di trovare nuovi equilibri tra cultura, mentalità, ambiente e consumismo. 

La presentazione dei loro prodotti e di questa nuova visione d’insieme si è svolto ai Giardini Naxos. Tra gli interventi che cono stati significativi per il nostro punto di vista è stato quello di Antonio Galdo,  scrittore e fondatore del sito www.nonsprecare.it, community che conta oltre 146.000 persone, ha con l’occasione portato la sua testimonianza ed espresso il suo punto di vista su come la lotta agli sprechi sia foriera di nuove opportunità.

Secondo Galdo, stiamo infatti assistendo ad una vera e propria rivoluzione. Una rivoluzione che si traduce concretamente in nuovi stili di vita, nuove abitudini di consumo e in nuova crescita economica. Una rivoluzione che sta portando sempre più a forma di partecipazione e collaborazione. Si sono create infatti ben 136 piattaforme digitali che vanno dallo scambio case (Airbnb), alla condivisione delle auto con Uber e il car sharing, al crowdfunding e al baratto. Una rivoluzione che sta portando sempre più persone verso la creazione di aziende agricole, in Italia, nel 2013, infatti si sono registrate quasi 12mila nuove aziende agricole.

Una rivoluzione che si sta sviluppando in ogni campo e in ogni settore della nostra vita.

Per dare la possibilità ai consumatori di contribuire in modo semplice, ma efficace alla lotta contro gli sprechi, Whirlpool ha sviluppato tecnologie sostenibili, dal punto di vista ambientale e sociale, in grado di ridurre ai minimi termini le risorse impiegate e di prolungare il ciclo di vita degli elettrodomestici stessi e di tutto ciò di cui si prendono cura. 6° Senso è, infatti, la tecnologia green per eccellenza, trasversale su tutte le categorie di prodotto, che fa risparmiare acqua, tempo ed energia e che risponde ad un bisogno di funzionalità, grazie all’intuitività e alla semplicità di utilizzo.  Il risultato è una gamma di elettrodomestici che si posizionano come i numeri uno sul mercato e che permettono nel caso del frigorifero da incasso Everest con tecnologia Stop Frost, addirittura di prolungare la vita degli alimenti riducendo gli sprechi. Alla lavastoviglie che fa risparmiare e lava e asciuga in 1 ora.

Lo scopo di Whirpoool e’ quello di  è sensibilizzare i consumatori nell’adottare uno stile di vita più consapevole, fornendo loro il valido supporto delle ultimissime innovazioni tecnologiche”, ha  dichiarato Lorenzo Paolini, VP & AD West & South Region Market Operations Whirlpool EMEA.

 Whirlpool è da sempre un’azienda che si distingue per il suo impegno nella lotta contro lo spreco alimentare. Nel corso del 2012 dà vita,   all’interno del polo aziendale di Cassinetta, al Food Institute: il centro per l’avanzamento scientifico e tecnologico specializzato nella Scienza del Cibo, volto a studiare e analizzare i diversi aspetti della catena agro-alimenatre, dalla produzione alla cottura, dalla trasformazione fino alla conservazione. Un progetto nato dalla collaborazione tra università, industrie alimentari e non ed enti pubblici, strettamente legati all’Istituto di Ricerca e Sviluppo di Whirlpool,  l’organo ufficiale che lo gestisce.

Nel 2013, l’Istituto di Ricerca e Sviluppo di Whirlpool diventa partner della campagna Un anno contro lo spreco di Last Minute Market, nato come spin off dell’Università di Bologna. Fondato  nel 1998 come attività di ricerca, è oggi diventato una vera e propria realtà imprenditoriale, che opera in diversi paesi sviluppando progetti locali a scopo benefico per recuperare beni di consumo rimasti invenduti o senza mercato. Il sostegno di Whirlpool alla campagna continua anche nel corso del 2014.

Le sofisticate tecnologie sviluppate da Whirlpool rappresentano, infine, la massima espressione di questo impegno e la rendono il Numero Uno nella conservazione degli alimenti.  A Taormina sono stati protagonisti molti dei prodotti sviluppati da Whirlpool per un’ottimale conservazione degli alimenti. 

Whirpool ci ha mostrato come le nuove tecnologie posso essere utile al consumatore per evitare sprechi e risparmire energia. L’unione di sensori, illuminazione led e tecnologia avanzata fanno di questi prodotti delle eccellenze. 

Il “Tocco Tecnologico”, offerto da Whirlpool, deve essere combinato con il “Tocco Umano” per prolungare al meglio il ciclo di vita degli alimenti,   conservando vitamine, minerali e proprietà nutritive. Basta seguire alcune semplici regole nella scelta e preparazione, nel confezionamento,  congelamento e scongelamento dei diversi cibi.

 

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L’impatto sul fotovoltaico delle nuove misure regolatorie

By : Aldo |Giugno 19, 2014 |Efficienza energetica, Home |0 Comment

Il 20 giugno è attesa la pubblicazione di una serie di misure atte a ridurre del 10% la bolletta elettrica delle PMI. In questi giorni è sotto esame il così detto decreto “spalma incentivi”, con il quale si vogliono proporre misure per ridurre il peso del costo degli incentivi che attualmente sono caricati sul costo del kWh e pagati dall’utente finale.

Le misure presentate sono state però fortemente criticate, poiché si ritiene che possano penalizzare pesantemente il settore delle rinnovabili, in particolar modo il settore fotovoltaico.

In breve, le misure proposte e le critiche sollevate possono essere elencate come segue:

–          Modifiche delle modalità di scambio sul posto che comportano una riduzione della redditività per gran parte degli impianti esistenti;

–          Riduzione del Prezzo Minimo Garantito per gli impianti FV in regime di Ritiro Dedicato, andando a penalizzare gli impianti di piccola taglia;

–          Revisione dell’aliquota relativa all’ammortamento fiscale e della rendita catastale, con conseguente aumento dell’IRES e dell’IMU che i proprietari degli impianti dovranno pagare;

–          Modifiche delle disposizioni dettate nel Primo e nel Quinto Conto Energia: sono stati annullati gli aggiornamenti della tariffa incentivante prevista nel Primo Conto Energia e sono stati resi retroattivi gli oneri di gestione da corrispondere al GSE previsti nel Quinto Conto Energia;

–           Annullamento della componente tariffaria CTR che prevedeva un corrispettivo delle perdite di trasmissione.

L’impatto economico che queste misure possono avere sugli impianti fotovoltaici può essere quantificato in circa il 30%, andando a ridurre notevolmente il margine derivante dall’investimento  iniziale. Se si tiene conto che molti degli impianti FV   presenti sul territorio nazionale sono  finanziati con effetti leva, il rischio di default degli investimenti è alto.

Fonte: AssoRinnovabili – Impatto economico delle misure presentate nel decreto “spalma incentivi” attraverso l’indicatore CoC  (Cash on Cash), dato dal rapporto tra i flussi di cassa (Cash) generati dal progetto nella sua vita utile e la cassa utilizzata per l’investimento iniziale

 

 

 

Fonte: AssoRinnovabili –  – Quantificazione dell’impatto economico sul sistema

Fonte: GSE – Rapporto Statistico 2012 – Settore Elettrico

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