COP 29. Affermazioni e primi risultati, sembrano non dare speranze.

By : Aldo |Novembre 14, 2024 |Emissioni, Home |Commenti disabilitati su COP 29. Affermazioni e primi risultati, sembrano non dare speranze.

La COP29, si è aperta a Baku, Azerbaijan, puntando i riflettori sui complessi equilibri tra la necessità di azioni concrete e gli interessi geopolitici legati all’industria energetica. Quindi la conferenza rappresenta un momento cruciale per discutere politiche e misure ambientali essenziali per contenere il riscaldamento globale. Tuttavia, la presenza di molteplici attori del settore fossile ha sollevato tanti sull’effettiva volontà di operare un cambio di rotta.

Le Priorità

L’istituzione di un mercato globale dei crediti di carbonio è una delle principali priorità della COP29. Questo sistema consentirebbe ai Paesi di comprare e vendere diritti di emissione di CO₂ per raggiungere obiettivi di riduzione delle emissioni. Nonostante ciò, tale meccanismo è oggetto di critiche, poiché è visto come una forma di “neocolonialismo ambientale”. Infatti, le comunità dei Paesi in via di sviluppo, coinvolte spesso senza tutele, rischiano gravi impatti a causa di progetti di compensazione delle emissioni. Il suddetto sistema, inoltre, potrebbe facilitare il “greenwashing” da parte delle grandi aziende inquinanti dei Paesi più ricchi. Questi ultimi utilizzerebbero i crediti per compensare le proprie emissioni senza un reale impegno nella loro riduzione. Pertanto, trovare un accordo equo ed efficace che incentivi investimenti concreti nelle energie rinnovabili rimane complesso. Senz’altro il dibattito tra i delegati sottolinea quanto sia controverso bilanciare interessi economici e obiettivi ambientali.

Finanza climatica e il “Loss and Damage Fund”

Alla COP29, la finanza climatica è uno dei temi più discussi, con un’attenzione particolare al “Loss and Damage Fund”, un fondo progettato per supportare le nazioni più vulnerabili di fronte agli effetti devastanti dei cambiamenti climatici. Questo fondo mira a fornire assistenza economica per compensare i danni e sostenere piani di adattamento nei Paesi che, per mancanza di risorse, non possono far fronte da soli alle catastrofi climatiche. António Guterres, Segretario Generale delle Nazioni Unite, ha sottolineato l’urgenza di attivare rapidamente il fondo, avvertendo che un ritardo nelle azioni di supporto potrebbe avere conseguenze globali.

Le Banche Multilaterali di Sviluppo (MDB) si sono impegnate a destinare circa 170 miliardi di dollari per sostenere progetti di sostenibilità, con la maggior parte dei fondi indirizzata a Paesi a medio e basso reddito. Tuttavia, restano incertezze sulla trasparenza e l’effettiva tracciabilità di questi finanziamenti, sollevando preoccupazioni sulla capacità di tali risorse di produrre un reale impatto per le comunità più esposte agli effetti dei cambiamenti climatici.

I Piani di adattamento

Alla COP29, i piani di adattamento sono stati messi in primo piano come risposta urgente alla crescente vulnerabilità delle nazioni esposte agli eventi climatici estremi. Adattarsi significa creare infrastrutture resilienti, gestire in modo sostenibile le risorse naturali e sviluppare sistemi agricoli capaci di affrontare condizioni climatiche imprevedibili. Nonostante la discussione di diversi progetti in questa direzione, rimangono dubbi sulla capacità dei Paesi con economie più fragili di implementare efficacemente tali strategie senza il supporto costante delle nazioni più ricche.

La conferenza sottolinea inoltre l’importanza di approcci integrati e su misura, che considerino le specificità locali e le risorse disponibili nelle comunità più a rischio. Gli studi preparatori alla COP29 indicano che, senza piani di adattamento ben strutturati, molte regioni potrebbero trovarsi di fronte a difficoltà crescenti e potenzialmente insostenibili in un futuro non troppo lontano.

Il Sondaggio Amref

Un sondaggio recentemente condotto da Amref Health Africa ha evidenziato una preoccupazione diffusa riguardo agli impatti dei cambiamenti climatici sulla salute pubblica, con l’83% degli intervistati che considera la crisi climatica una delle principali minacce per la salute. Questo risultato riflette la crescente consapevolezza, in particolare tra le popolazioni africane, dei danni causati da eventi climatici estremi come siccità e alluvioni, che colpiscono in modo più severo le comunità più vulnerabili. La ricerca ha anche sottolineato la necessità di politiche sanitarie più incisive e investimenti nel settore della sanità pubblica per affrontare le sfide emergenti legate al clima.

Questi dati evidenziano l’urgenza di integrare le questioni sanitarie nelle discussioni sui cambiamenti climatici e nella pianificazione delle politiche future. La salute deve essere considerata un aspetto cruciale nelle strategie di adattamento ai cambiamenti climatici, con un focus particolare sulla protezione delle comunità più esposte.

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