Chiusa l’ultima centrale elettrica a carbone nel Regno Unito.

By : Aldo |Ottobre 03, 2024 |Emissioni |Commenti disabilitati su Chiusa l’ultima centrale elettrica a carbone nel Regno Unito.

La transizione energetica è uno di quei grandi cambiamenti del momento, uno di quelli necessari per molteplici ragioni. Tra queste la riduzione dell’inquinamento e delle emissioni ma c’è chi punta anche alla sicurezza e all’indipendenza energetica. L’obiettivo è sicuramente quello di passare a fonti rinnovabili di energia e dunque è opportuno lasciare indietro mezzi come il carbone o altre fonti fossili. Ovviamente tale transizione avviene in tempi, modalità e con strumenti diversi tra le varie nazioni. Per esempio, il Regno Unito, ha appena dichiarato la chiusura della sua ultima centrale elettrica a carbone.

 

La rivoluzione industriale

Le industrie a carbone hanno avuto origine in Cina, con la prima miniera documentata a Fushan intorno al 1000 a.C., e già nel 1500 a.C. il carbone veniva usato come combustibile. L’utilizzo commerciale del carbone si diffuse sotto la dinastia Song (XI secolo d.C.). In Occidente, Greci e Romani lo usavano per riscaldamento e metallurgia, ma fu con la Rivoluzione Industriale del XVIII secolo che il carbone divenne una fonte energetica cruciale, alimentando le macchine a vapore di James Watt e accelerando la meccanizzazione industriale e i trasporti.

Nel XIX secolo, durante la seconda rivoluzione industriale, il carbone fu centrale anche per l’industria pesante e chimica, portando alla produzione di sottoprodotti come il catrame, utilizzato per nuovi coloranti e materiali sintetici. L’estrazione di carbone si espanse notevolmente in Europa, diventando un pilastro dell’economia in paesi come Inghilterra, Germania e Polonia.

Nel XX secolo, nonostante il suo ruolo primario come fonte energetica, il carbone ha visto un declino a causa dell’emergere delle energie rinnovabili e delle crescenti preoccupazioni ambientali. Le importazioni di carbone nell’Unione Europea sono crollate, mentre solo alcune nazioni asiatiche continuano a farne un uso massiccio per sostenere la crescita industriale.

Il Regno Unito ed il carbone

Il Regno Unito ha avuto un ruolo fondamentale durante la Rivoluzione Industriale, diventando il primo paese a sfruttare su larga scala il carbone come fonte di energia. Fu Thomas Edison a Londra nel 1882 ad inaugurare la prima centrale elettrica al mondo. Così segnò l’inizio di un’epoca in cui il carbone divenne il principale combustibile per la produzione di energia. Questo fu possibile grazie alla vasta disponibilità di giacimenti di carbone che sostenne l’industria pesante come l’espansione dell’impero britannico.

Infatti, nel XIX secolo, oltre il 95% del fabbisogno energetico britannico era soddisfatto dal carbone, contribuendo in modo determinante all’espansione industriale del paese. Le macchine a vapore, alimentate dal carbone, rivoluzionarono i trasporti e la produzione, rendendo il Regno Unito un leader globale nell’innovazione industriale.

Tuttavia, nel XX secolo, con l’avvento di nuove fonti energetiche come il gas naturale e le energie rinnovabili, l’uso del carbone cominciò a ridursi. Questa lenta e graduale riduzione è scaturita dalla crescente attenzione verso l’inquinamento e i cambiamenti climatici, che ha spinto molti paesi europei a limitare la dipendenza dal carbone. Secondo un rapporto dell’OCSE, l’uso di questo combustibile tra i paesi membri è calato del 52% rispetto al picco del 2007, grazie alla maggiore adozione di energie rinnovabili come il solare e l’eolico.

La fine di un’era

Gli stati Europei da anni sono impegnati per eliminare il carbone per la produzione di energia. L’Italia punta a eliminare il carbone entro il 2025, mentre Francia e Grecia prevedono di farlo entro il 2027 e il 2028. Nonostante ciò, Polonia e Repubblica Ceca continuano a estrarre carbone nell’Unione Europea. Questo cambiamento riflette una spinta collettiva verso la sostenibilità energetica e la lotta ai cambiamenti climatici, con molti paesi europei impegnati a raggiungere l’obiettivo delle zero emissioni nette entro il 2050.

Invece chi ha sorpreso tutti è stato il Regno Unito che ha segnato un passo storico con la chiusura della sua ultima centrale a carbone, Ratcliffe-on-Soar, il 30 settembre 2024. Con questa mossa è diventando il primo paese del G7 a eliminare completamente il carbone per la produzione elettrica.

Questo evento rappresenta un passaggio simbolico verso una transizione energetica più sostenibile e una riduzione delle emissioni di carbonio. Oggi, il mix energetico britannico vede una crescente presenza di fonti rinnovabili come l’eolico e il solare, con l’obiettivo di raggiungere zero emissioni nette entro il 2050. La storia del carbone nel Regno Unito riflette così la trasformazione da un’economia basata su combustibili fossili inquinanti a un futuro energetico più pulito e sostenibile.

L’ultima centrale

La centrale a carbone di Ratcliffe-on-Soar, attiva dal 1967, situata nel Nottinghamshire, ha chiuso dopo 57 anni di attività. Questo passo segna un traguardo simbolico nella transizione ecologica del Regno Unito verso le emissioni zero entro il 2050. Con tale evento, infatti, si portano a termine 142 anni di utilizzo del carbone per la produzione di energia nel Regno Unito. Questo cambio di direzione riflette esattamente la transizione compiuta dal Regno Unito, che ha diminuito all’1% l’uso del carbone nel 2023.


Non si tratta ancora di una sostituzione vera e propria visto che il gas naturale rappresenta ancora il 33% delle fonti energetiche, accompagnato dall’eolico (25%) e il nucleare (13%). Per tali ragioni, i gruppi ambientalisti che hanno accolto con favore la chiusura, continuano ad esortare il governo a eliminare anche l’uso del gas e a promuovere più rapidamente le energie rinnovabili.

Comunque, il proprietario della centrale, Uniper, ha annunciato che lo smantellamento dell’impianto durerà due anni, aprendo la strada a nuove opportunità lavorative nel settore energetico.

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