L’unione fa la forza. Questa volta il cambiamento l’ha fatto l’Unione Europea unita per un solo grande obiettivo, quello di proteggere la Terra! Una meta tanto bramata quanto combattuta, per la quale tutti hanno il dovere di muoversi per dare il proprio contributo, affinché si possa vivere in un pianeta migliore. Tutti hanno delle responsabilità in questo lavoro, nonostante ciò, qualcuno fa finta di dimenticarlo, e altri si oppongono: ecco il caso dell’Austria.
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L’approvazione della legge
Il 17 giugno 2024 è stata approvata dal Consiglio dell’Unione Europea la Nature Restoration Law, una normativa pionieristica volta a ristabilire la biodiversità e la resilienza degli ecosistemi in Europa. Questa legge prevede obiettivi vincolanti per la restaurazione di almeno il 20% delle aree terrestri e marine dell’UE entro il 2030, con l’intento di estendere la restaurazione a tutti gli ecosistemi bisognosi entro il 2050. Tra gli obiettivi specifici, si elencano:
- la rigenerazione di habitat come foreste, zone umide e praterie,
- la promozione della biodiversità urbana,
- il recupero degli ecosistemi agricoli e marini,
- il miglioramento della connettività fluviale.
- invertire il declino delle popolazioni di insetti impollinatori (entro il 2030)
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L’approvazione della legge è stata accolta con entusiasmo da diverse organizzazioni ambientaliste e della società civile, sottolineando l’essenzialità di tale normativa per la lotta contro i cambiamenti climatici e la perdita di biodiversità. Nonostante le resistenze di alcuni gruppi politici e lobby anti-natura, la maggioranza degli europarlamentari ha sostenuto il testo, evidenziando l’importanza di un impegno comune per la salvaguardia del pianeta.
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La legge inoltre prevede che gli Stati membri presentino piani nazionali di restaurazione entro il 2026 e che monitorino regolarmente i progressi, con rapporti periodici alla Commissione Europea e al Parlamento Europeo.
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I contrasti europei
L’approvazione della legge rappresenta un risultato importante, atteso da ambientalisti, scienziati e associazioni verdi. Per mesi, tuttavia, la legge è stata ostacolata da diversi Paesi, tra cui Svezia, Finlandia, Ungheria, Olanda e la stessa Italia che temevano conseguenze economiche negative per il settore agricolo. Questi Paesi si sono opposti anche nell’ultima votazione, creando un’opposizione che impediva di raggiungere il 65% dei consensi necessari per l’approvazione.
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La sorpresa è arrivata all’ultimo dall’Austria, che ha cambiato direzione, inizialmente contraria, e votando per il SI ha consentito di raggiungere il 66% dei voti favorevoli, sancendo così il passaggio della legge. Dunque, il regolamento sarà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’UE ed entrerà in vigore nelle prossime settimane.
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Il caso dell’Austria
Leonore Gewessler, Ministra per la Protezione del clima, l’ambiente, l’energia, la mobilità, l’innovazione e la tecnologia del governo austriaco, è stata determinante nell’approvazione della Nature Restoration Law. Nonostante l’opposizione del cancelliere austriaco Karl Nehammer, che preferiva l’astensione, Gewessler ha votato a favore, garantendo così il raggiungimento del 66% dei consensi necessari per l’approvazione della legge. Questa scelta, vista come un atto di disobbedienza ha suscitato polemiche in Austria, ma Gewessler ha difeso la sua decisione come una scelta di coscienza, pensando al futuro delle sue nipoti e alla bellezza del continente europeo.
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La sua presa di posizione lungimirante, volta alla protezione del pianeta e quindi alla salvaguardia del futuro delle prossime generazioni è costata alla ministra. Infatti, poco dopo l’approvazione della legge, il cancelliere Nehammer ha presentato un ricorso alla Corte di giustizia dell’UE chiedendo l’annullamento del voto e denunciando Gewessler per abuso di potere e violazione della Costituzione. La ministra, sicura della legalità della sua scelta, ha dichiarato di non essere preoccupata.