Se nella COP si è parlato poco della salvaguardia della biodiversità, in Italia arriva l’innovazione per quanto riguarda la protezione degli ambienti marini.
Le AMP
Quando parliamo di Aree Marine Protette ci riferiamo all’insieme di ambienti marini acque, fondali e tratti di costa prospicenti con delle particolari caratteristiche. Quest’ultime possono essere di vario tipo quindi naturali, geomorfologiche, fisiche, biochimiche e sono solitamente correlate alla flora e alla fauna marine e costiere. Si tratta dunque di aree di interesse scientifico, ecologico, culturale, educativo ed anche economico.
Solitamente sono suddivise in zone sottoposte a diverso regime di tutela ambientale a seconda delle loro caratteristiche ambientali e della situazione socio-economica. La loro gestione è affidata a enti pubblici, istituzioni scientifiche o associazioni ambientaliste riconosciute, dal Ministero dell’Ambiente. Nonostante ciò, le attività di sorveglianza nelle aree marine protette per assicurare il rispetto dei vincoli previsti spettano alle Capitanerie di porto o alla Polizia locale.
Attualmente in Italia si contano ben 53 AMP, di cui già istituite e 19 in via di definizione, e sono localizzate maggiormente nel mar Tirreno.
Attività illecite
Tali aree sono fondamentali per la salvaguardia dell’ambiente marino, soprattutto in vista dei cambiamenti che il pianeta sta affrontando. Purtroppo, però ci sono delle regole che non vengono rispettate sempre e queste riguardano la pesca. Infatti nelle AMP (esclusa la zona A in cui è interdetta qualsiasi attività) si può pescare secondo alcuni termini e condizioni. Questi sono definiti dalla legge e sono più restrittive nella zona B e meno rigide nella zona C (rispetto alla zona A). Dunque, è possibile che nelle aree meno regolamentate, qualche regola non venga rispettata, creando degli scenari dannosi per l’ambiente marino e le sue caratteristiche. Quindi per proteggere in modo più efficiente e duraturo i nostri ambienti marini, i tecnici studiano da anni delle nuove tecnologie. Non a caso oggi possiamo parlare di un nuovo progetto mirato al monitoraggio dei flussi di pesca nelle AMP, che può aiutarci concretamente.
Tra mare e AI
Arriva proprio dalla nostra Penisola il nuovo programma per controllare i flussi di pesca nelle AMP, analizzati con i satelliti. Si tratta del progetto di Axitea un Provider di Global Security che integra servizi di vigilanza con tecnologie innovative. In tal modo la società, che ha a una rilevante conoscenza nell’ambito dell’informatica, telecomunicazioni, controlli, automazione ha deciso lavorare per il bene di tutti. Il sistema che ha sviluppato consente appunto di monitorare per mezzo di satelliti, algoritmi e AI generativa, i flussi di pesca nelle Aree Marine Protette. Grazie a tale meccanismo, si ottengono informazioni che possono aiutare con la gestione e la protezione dell’area in esame.
Pertanto, sarà possibile di conoscere le risorse marine e ottimizzare i flussi di pesca. Così facendo si consente la crescita dell’economia locale con il minor impatto ambientale (possibile). La caratteristica ancora più innovativa è che si tratta di una soluzione che non necessita di ulteriori sforzi, o di competenze specifiche da parte dei fruitori. Dunque, il sistema è a tutti gli effetti un vantaggio per i pescatori e l’ente gestore dell’area.
In aggiunta, questo modello è facilmente replicabile e per questo può essere usato in più AMP in tutta Italia a vantaggio della salvaguardia dell’oro blu. Tuttavia, la prima che godrà dei suoi benefici è l’Area Marina Protetta Isole dei Ciclopi in Sicilia, dove si testerà per la prima volta il sistema.
L’esperimento
La prima prova del progetto è stata basata sul controllo di un flusso di pesca di 12 barche e piccoli pescherecci dell’area. Così ha monitorato i loro percorsi e i punti di sosta per la pesca, dove la velocità di navigazione è compresa tra 0 e 15 Km/h. Il monitoraggio è possibile grazie ai sensori GPS di Axitea in collaborazione con l’AI generativa che ha tracciato gli spostamenti. Inoltre, li ha combinati con le barche che operano nell’area in tempo reale (ma in anonimo).
Alla fine del percorso, le barche sono rientrate in porto e i dati raccolti sono stati incrociati con quelli relativi alla quantità e alla qualità del pesce pescato. Tale procedura permette di avere un quadro reale dello stato delle risorse ittiche della zona.
Come in altre occasioni, il progetto non si è potuto sviluppare prima per mancanza di disponibilità delle tecnologie adeguate e degli alti prezzi di gestione. Sorprendentemente però, il Ministero dell’Agricoltura ha indetto un evento per presentare nuovi progetti nell’ambito della pesca sostenibile. Più precisamente ha chiamato le AMP in un colloquio legato alla programmazione europea FEAMP.
Si tratta di un programma eccezionale per tutte le sue peculiarità, dalle funzioni alla sua replicabilità. Avere una fotografia precisa ma soprattutto sempre aggiornata dello stato attuale dell’Area è un vantaggio per molti. In primis, per l’ambiente protetto e i suoi servizi ecosistemici. È un progetto che non ha eguali in Italia.