In Italia sono in crescita le iniziative volte alla promozione e al finanziamento delle startup. Soprattutto se puntano al settore delle nuove tecnologie impiegate nel contrasto al cambiamento climatico. Tra queste ne esistono di tutti i tipi con gli obiettivi più disparati ma fondamentali per la salvaguardia del Pianeta.
Pericolo fiamme
Gli incendi boschivi sono aumentati nel corso degli anni in tutto il mondo e in Italia si sviluppano principalmente per motivi quali:
- la piromania
- le temperature elevate dovute al cambiamento climatico
- gli incendi dolosi
Tuttavia, una causa che non viene quasi mai citata è la rete elettrica, che installata lungo il territorio, determina la nascita del 10% degli incendi. Questi ultimi poi, finiscono per devastare almeno il 20% dell’area in cui sono nati danneggiando l’ambiente in maniera irreversibile. Il motivo di questa scintilla deriva da cortocircuiti, sovraccarichi e anomalie degli impianti, responsabili dell’1% di tutte le emissioni di carbonio. Tutto questo ovviamente ha un peso, sia sul capitale naturale, che sull’economia pari a 21 miliardi di dollari di danni diretti.
Secondo le analisi di Legambiente, svolte tra gennaio e luglio, ben 51.386 ettari di zone boschive andate in fumo nelle regioni del Mezzogiorno. Infatti, la regione più colpita nei primi 7 mesi del 2023 è la Sicilia, con oltre 41.000 ettari in cenere, seguita da Calabria e Puglia. Nonostante ciò, la speranza è l’ultima a morire e per questo parliamo di SLY, una startup italo-canadese che tramite sensori satellitari mitiga gli incendi.
SLY dal Canada alla Calabria
Kseniya Lenarciak una bancaria canadese e il suo compagno Max, partono dal Canada e arrivano in Calabria per visitare la famiglia, poco prima del covid. Il caso vuole che con l’inizio della pandemia, si ritrovano costretti a restare nel Sud d’Italia insieme ai loro figli. In poco tempo si sono innamorati della vita e dei paesaggi offerti dalla regione, tanto da acquistare dei terreni per lavorarli nel tempo libero.
Però vivendo a pieno la regione calabrese, ne hanno conosciuto anche i lati negativi. Tra questi i frequenti incendi, per i quali decidono di sviluppare un progetto concretizzato in una startup. Quindi Kseniya, Max e un loro amico Davide hanno unito le loro conoscenze per creare “SLY”. L’impresa si basa su una serie di sensori di intelligenza artificiale per rilevare rapidamente gli incendi selvaggi basandosi sull’analisi dei cambiamenti nella composizione dell’aria.
Come funziona la “Pigna”
Il sistema ideato dai 3 amici, si sviluppa sull’utilizzo di specifici sensori edge-AI denominati “Pigna”(proprio per la loro forma). Ogni sensore ha una capacità di monitoraggio di 10 ettari e sono tutti collegati ad un portale centrale “Pigna-max”. Tale rete permette un monitoraggio costante e capillare del territorio, consentendo la rilevazione di incendi in tempi estremamente brevi.
Questo sistema è fruibile anche dalle centrali operative dei vigili del fuoco connesse alla piattaforma “Tree?ge”, cosicché possano intervenire tempestivamente sulle singole criticità. Tutto ciò è possibile grazie all’accuratezza superiore all’85%, che precisa quali incendi sono rischio di propagazione, informando istantaneamente la forza pubblica incaricata della loro gestione.
Quando si tratta di combattere gli incendi, il tempismo è tutto”
SLY oggi
L’impresa è stata fondata a febbraio 2023, con Kseniya come CEO di un team tecnico composto di 7 persone, specializzate nel campo delle tecnologie climatiche. I suoi obiettivi sono:
- contribuire in maniera decisiva alla mitigazione dell’1% degli incendi selvaggi durante la fase “primordiale”;
- sviluppare soluzioni in grado di identificare i potenziali incendi;
- preservare le aree, le risorse naturali e il patrimonio boschivo dei territori;
- favorire un ambiente più sicuro;
- rendere monitorabili anche le aree territoriali più remote (che spesso sono inaccessibili per barriere naturali).
Dopo poco tempo dalla sua nascita, SLY è stata scelta da B4i – Bocconi for innovation per far parte del programma “Encubator” di startup. Tale riconoscimento gli ha garantito un finanziamento di 32.700 euro e l’ammissione alla seconda fase del programma “Startup acceleration”. Quest’ultimo dedicato ai settori Climate, Green Energy e Food Tech di INNOVIT. Dunque, il team è arrivato San Francisco come sesta startup su 15 selezionate.
Le startup sono esattamente la concretizzazione delle idee più disparate per poter salvare il pianeta. Certo non è semplice inventare qualcosa che non sia già stato presentato, ma non è neanche impossibile. In questo caso però, la peculiarità riguarda la dedizione e la passione con cui una coppia canadese ha deciso di lavorare per proteggere l’Italia. E se invece unissimo le forze e collaborassimo? L’Italia è piena di giovani team intraprendenti, basta riconoscerli, valorizzarli, ascoltarli e perché no, farli cooperare con l’estero.
Niente è impossibile.