
É arrivata l’estate e il caldo non tarda a manifestarsi e con lui purtoppo la siccità. Pertanto, c’è chi ha pensato di focalizzare i propri studi su innovativi metodi di irrigazione, per far sì che in agricoltura non si sprechi troppa acqua.
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La situazione irrigua in Europa
Da anni purtoppo la siccità è parte delle nostre estati se non anche delle primavere. Non è una novità che l’acqua dolce scarseggia sempre più e che la colpa sia dei cambiamenti climatici e della scarsa manutenzione delle reti idriche.Ma se certe cose sono difficili da ripristinare è comunque vantaggioso scegliere nuovi metodi per l’uso dell’acqua; in primis quello dell’irrigazione.
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In tal senso, l’Europa cerca costantemente di migliorare le sue prestazioni anche se presenta casi diversi a seconda della posizione geografica. Per esempio, l’Italia è uno dei paesi con più propensione all’irrigazione a livello europeo. Si posiziona al quarto posto dopo Malta, Grecia e Cipro, tra i paesi in cui più del 20% della superficie agricola utilizzata viene sottoposta a irrigazione.
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Poiché nel Belpaese più della metà del volume idrico è impiegato per scopi irrigui, è necessario un efficientamento degli strumenti per ridurre gli sprechi. Di solito l’irrigazione considerata è quella a spruzzo, a rotore o a pioggia con un’efficienza tra il 35% e il 50%; per questo si parla di irrigazione a goccia (efficienza al 90%).
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L’innovazione è usata principalmente per gli alberi da frutto, viti e pomodori e di certo è il metodo più efficiente e considerato per le serre. Inoltre, a Piacenza l’80% dei suoli utilizza tale metodo garantendo un’efficienza idrica dell’95% e un risparmio d’acqua variabile dal 35% al 55%.
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L’irrigazione a goccia di Stanford
Per quanto possa esser un sistema di irrigazione avanzato, efficiente, attento agli sprechi e quindi anche ai costi, c’è ancora margine di miglioramento. Così che i ricercatori dell’Università di Stanford hanno deciso di ottimizzare ulteriormente l’irrigazione a goccia, riducendo nuovamente l’uso dell’acqua. La studio si basa su un sistema intelligente che possa rilasciare acqua solo quando e dove necessario determinando un risparmio doppio dell’oro blu.
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Infatti, la tecnologia permette di stimare la perdita d’acqua per via dell’evapotraspirazione, in modo che la pianta riassorba quella evaporata. Si tratta di un sistema con alti livelli di precisione e di velocità, la quale cambia tanti aspetti di una possibile coltivazione. Perchè se combinata con varie tecnologie si potrebbe adattare l’irrigazione a seconda del bisogno della pianta ma anche alle condizioni meteorologiche.
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La tecnologia
È proprio la velocità dettata dall’informatica a rendere più efficiente il sistema di Stanford. Infatti, sono stati selezionati 2 algoritmi che lavorano con dati misurati disponibili (umidità del suolo e assorbimento di acqua delle radici) e misurazioni successive. Dopo vengono elaborati dei risultati nell’arco di 10 minuti, rendendo il sistema 100 volte più veloce di uno convenzionale. A tal punto i vantaggi sono molteplici e non riguardano solo l’uso dell’acqua ma anche un efficientamento nell’uso della risorsa suolo e quindi dell’agricoltura. Nello specifico si pensa che l’applicazione di questo nuovo modello potrebbe nutrire la popolazione mondiale in crescita senza danneggiare ulteriormente l’ambiente. Quindi preservandolo per le generazioni future.
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Come in tanti altri casi, serviranno altri test in campo per valutare qualsiasi variabile, miglioramento o chiarire ogni dubbio. Il vantaggio di risparmio idrico si lega al risparmio economico derivante dall’efficienza del sistema. Ulteriori benefici sono dati dal fatto che riduce la lisciviazione di acqua e nutrienti al di sotto della zona radicale.
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In cosa consiste l’irrigazione a goccia.
Tale tecnica consiste nel posizionamento di una rete di tubi con degli erogatori che si trovano ad una distanza fissa l’uno con l’altro. O comunque sono disposti in corrispondenza delle piante che devono ricevere l’acqua. Questi consentono un’applicazione uniforme, misurata e controllata di acqua e nutrienti necessarie alla crescita, direttamente nella zona radicale.
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Così facendo, la pianta reintegra quasi immediatamente l’umidità e i nutrienti, senza mai arrivare ad uno stato di stress idrico. La pianta, quindi, avrà la possibilità di crescere in maniera ottimale e la piantagione sarà caratterizzata da una resa elevata. In particolare, il 21,3% della superficie irrigua nazionale è legato alla tecnica della micro-irrigazione, in modo rilevante in Liguria, Puglia, Sicilia e Basilicata.