
Gli incendi divampati a Los Angeles e successivamente in Argentina sono solo alcuni dei fenomeni estremi avvenuti per colpa del cambiamento climatico. Durante gli ultimi anni stanno aumentando la loro frequenza e la loro intensità al punto che ogni Nazione ha la necessità e in certi casi l’urgenza di definire un piano d’azione per contrastarli. O almeno per non trovarsi impreparata nel momento in cui si verificano, evitando gravi danni ambientali, urbanistici e sociali. Roma al momento è la prima città italiana ad averne redatto uno.
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Strategia di Adattamento Climatico
La Strategia di Adattamento Climatico è un approccio sistematico volto a preparare le società e gli ecosistemi agli impatti dei cambiamenti climatici. Essa si concentra sull’anticipazione degli effetti negativi del cambiamento climatico e sull’adozione di misure adeguate per ridurre al minimo i danni o sfruttare le opportunità che possono emergere. Questo include azioni come la costruzione di infrastrutture resilienti, la modifica delle pratiche agricole e l’implementazione di politiche di gestione delle risorse naturali.
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La strategia ha lo scopo di perseguire diversi obiettivi fondamentali, tra cui la riduzione della vulnerabilità, ovvero diminuire la suscettibilità dei sistemi naturali e socio-economici agli impatti climatici. È fondamentale per migliorare la capacità di resilienza e punta a proteggere la popolazione, salvaguardando la salute, il benessere e i beni delle persone. Questo è possibile attraverso la gestione dei rischi legati agli eventi meteorologici estremi. Infine, promuove lo sviluppo sostenibile, adottando un approccio integrato che unisce adattamento e mitigazione e contribuisce al raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità.
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Tale strategia ha un’importanza significativa poiché gli effetti dei cambiamenti climatici sono già evidenti e destinati a intensificarsi, rendendo imprescindibile un intervento immediato per affrontarli. Inoltre, determinano rischi complessi e interconnessi, con potenziali impatti significativi su vari settori e regioni evidenziando l’urgenza di adottare misure di adattamento. Infine, una strategia di adattamento ben strutturata può rappresentare anche un’opportunità economica, favorendo la sicurezza degli investimenti e promuovendo una crescita sostenibile.
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I fenomeni in Italia
Per presentare un quadro generale, al 31 dicembre 2022, la situazione del rischio idrogeologico in Italia evidenziava una realtà allarmante. Il 93,9% dei comuni italiani (7.423) risultava interessato da rischi legati a frane, alluvioni e/o erosione costiera. A rischio frane erano esposti 1,3 milioni di abitanti, mentre 6,8 milioni vivevano in zone minacciate da alluvioni. Le famiglie coinvolte dai pericoli di frane superavano le 548.000, mentre quelle a rischio alluvioni oltrepassavano i 2,9 milioni. Sul totale di più di 14,5 milioni di edifici nel Paese, quelli situati in aree a pericolosità da frana elevata o molto elevata erano oltre 565.000 (3,9%), mentre gli edifici localizzati in aree soggette a inondazioni nello scenario di media pericolosità ammontavano a più di 1,5 milioni (10,7%).
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Mentre parlando della Capitale, l’impatto dei cambiamenti climatici e il rischio climatico per Roma assumono proporzioni rilevanti. Per quanto riguarda il rischio idrogeologico, circa 400.000 persone vivono in aree esposte, con 145.000 direttamente vulnerabili alle esondazioni e 245.000 a rischio di alluvioni lampo. Inoltre, l’aumento delle temperature ha reso le ondate di calore più frequenti e intense, causando effetti negativi sulla salute pubblica, specialmente nei quartieri più vulnerabili. In questo contesto, il 9% della popolazione risiede in quartieri a rischio durante prolungati periodi di caldo intenso, mentre il 26% degli anziani sopra i 65 anni vive in zone dove il caldo eccessivo estivo, combinato con elevati livelli di smog, rappresenta un serio pericolo per la salute. I quartieri maggiormente esposti, a causa dell’elevata cementificazione e della scarsità di parchi e aree verdi, includono Tiburtino Sud, Tor Sapienza, La Rustica, Prati, XX Settembre, Esquilino, Celio, Centro Storico, Nomentano, Università, Verano, San Lorenzo e Flaminio.
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La Strategia di Roma
Proprio per le ragioni appena elencate, Roma ha redatto un piano d’azione per poter affrontare i cambiamenti del futuro. Il documento preparato presenta 368 pagine nel quale si determina la volontà di raggiungere 5 macro-obiettivi:
- Ridurre i rischi per la sicurezza e la salute delle persone: per rafforzare i sistemi di allerta e prevenzione per piogge intense, alluvioni e ondate di calore. Inoltre è cruciale per l’integrazione di infrastrutture resilienti per migliorare la vivibilità urbana.
- Ripensare il rapporto con l’acqua e il mare: per una gestione sostenibile delle risorse idriche, riducendo il consumo di acqua sorgiva e promuovendo il riutilizzo dell’acqua piovana e depurata. Con attenzione alla protezione del litorale contro l’erosione e l’innalzamento del mare.
- Ridurre il caldo nei quartieri e migliorarne la vivibilità: al fine di contrastare l’effetto isola di calore urbana con interventi di forestazione, aumento degli spazi verdi e uso di materiali riflettenti.
- Iniziare dai quartieri più fragili: dando priorità alle aree con alta vulnerabilità sociale e climatica, coinvolgendo il Terzo Settore e rafforzando il supporto alle comunità locali.
- Costruire un’economia resiliente: per mitigare i danni economici nei settori chiave come agricoltura, industria e turismo, favorendo soluzioni sostenibili e innovative.
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In conclusione
Nello specifico, la Strategia è stata elaborata con il supporto di enti scientifici di alto livello, come il CMCC, ed è poi stata soggetta a un lungo periodo di consultazione pubblica. Dopo tali analisi e studi, sono state individuate le 4 priorità da affrontare dal piano:
- piogge intense e alluvioni che mettono a rischio quartieri e infrastrutture;
- la sicurezza degli approvvigionamenti idrici in uno scenario di riduzione delle precipitazioni e periodi più lunghi di siccità;
- l’adattamento dei quartieri alle crescenti temperature con conseguenze sulla salute delle persone;
- gli impatti sul litorale costiero dei processi di erosione e di fenomeni di piogge e trombe d’aria sempre più violenti, in uno scenario di innalzamento del livello del mare.
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Ad oggi Roma è la prima città italiana ad aver redatto questo tipo di documento. Sicuramente vista la sua popolazione e la sua importanza a livello globale, era un lavoro necessario ed urgente.
Adesso non resta che mettersi a lavoro per far sì che tale documento, non rimanga solo un mucchio di fogli ma un testo che possa proteggere veramente i cittadini romani e non solo.