Le innovazioni tecnologiche sono fondamentali per lo sviluppo della popolazione, che sia in ambito scientifico, medico, economico o sociale. Tuttavia, a volte, le innovazioni vengono usate anche per incrementare delle abitudini o dei sistemi negativi o che almeno possono nuocere alla vita di tutti. Un caso particolare è quello delle sigarette elettroniche che da qualche tempo hanno preso piede nella società, soprattutto tra i giovani.
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Le sigarette elettroniche
Le sigarette elettroniche, note anche come e-cig o dispositivi per svapo, sono strumenti elettronici progettati per inalare un aerosol prodotto dalla vaporizzazione di un liquido contenente nicotina e aromi. Diversamente dalle sigarette tradizionali, non avviene combustione, riducendo così l’emissione di sostanze cancerogene comunemente associate al fumo. Vennero inventate nei primi anni 2000 da un farmacista cinese in cerca di un’alternativa al fumo dopo la perdita del padre per un tumore ai polmoni. Dunque le e-cig hanno acquisito rapidamente popolarità, soprattutto tra i giovani per la varietà di gusti e alla percezione di essere meno dannose rispetto alle sigarette convenzionali.
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Nonostante l’ascesa nel panorama giovanile e l’impatto culturale, alimentato dalla grande disponibilità di aromi e dall’aspetto sociale, rimangono dubbi sui rischi legati al loro uso. I liquidi contengono sostanze chimiche che possono danneggiare il sistema respiratorio e cardiovascolare, sollevando questioni sulla sicurezza a lungo termine di questi dispositivi considerati un’alternativa “più sicura” rispetto al fumo tradizionale.
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Un divieto per l’ambiente
Purtoppo l’industria delle sigarette elettroniche rappresenta una crescente fonte di rifiuti a livello globale, aggravando il problema dell’inquinamento del suolo e delle acque. Le cartucce e le batterie, spesso non smaltite correttamente, contribuiscono non solo al degrado ambientale, ma anche alla perdita di materiali preziosi come litio e rame, essenziali per diversi settori industriali. Nel Regno Unito, ogni giorno vengono smaltiti più di 1.000.000 di vaporizzatori, con un ritmo di 13 dispositivi gettati ogni secondo. La maggior parte finisce tra i rifiuti indifferenziati, dove le batterie agli ioni di litio, se danneggiate o schiacciate, possono scatenare incendi nei camion della spazzatura o nei centri di riciclo. L’aumento del 71% degli incendi di questa origine rispetto al 2022 sottolinea la gravità del fenomeno.
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Per affrontare questi problemi, il governo britannico ha annunciato che dal giugno 2025 sarà vietata la vendita di vaporizzatori monouso non riciclabili. Solo i dispositivi ricaricabili o con cartucce sostituibili saranno consentiti. Questa misura mira a ridurre sia l’inquinamento ambientale sia i rischi per la fauna selvatica, causati dai dispositivi abbandonati. Infatti, uno studio di Material Focus rivela che ogni settimana vengono acquistati circa 3.000.000 di vaporizzatori, ma ben 8,2 milioni sono smaltiti impropriamente. Questo processo potrebbe essere invertito poiché i dispositivi scartati ogni anno potrebbero alimentare fino a 10.127 veicoli elettrici. Dunque investire in punti di raccolta accessibili e sensibilizzare produttori e consumatori sono passi fondamentali per favorire un riciclo più responsabile e ridurre l’impatto ambientale di queste tecnologie.
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Impatti sulla salute umana
Oltre a tali aspetti, e sigarette elettroniche, spesso considerate un’alternativa meno nociva al fumo tradizionale, comportano comunque significativi rischi per la salute. Tra gli effetti principali vi sono irritazione delle vie respiratorie, infiammazione e disturbi come tosse e difficoltà nel respiro. L’esposizione ai componenti chimici, in particolare alla nicotina, può causare problemi cardiovascolari, come aumento della pressione sanguigna e accelerazione del battito cardiaco. Inoltre, studi indicano una maggiore probabilità di malattie polmonari e complicazioni gravi, come l’epidemia di EVALI, che ha provocato infezioni polmonari e decessi negli Stati Uniti.
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L’uso prolungato delle e-cig potrebbe anche causare cambiamenti epigenetici simili a quelli osservati nei fumatori tradizionali, aumentando il rischio di tumori. La nicotina aggrava ulteriormente i pericoli, contribuendo a dipendenza e potenziali danni neurologici, soprattutto nei giovani. Oltre ai rischi per la salute, le sigarette elettroniche rappresentano una minaccia ambientale e possono causare incidenti come esplosioni o ustioni. In definitiva, pur riducendo alcuni rischi rispetto alle sigarette convenzionali, gli effetti negativi delle sigarette elettroniche sulla salute e sull’ambiente sollevano preoccupazioni che richiedono attenzione.
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Le necessità di riciclo
Pertanto, l’introduzione del divieto di vendita per i vaporizzatori monouso non riciclabili sta spingendo i produttori a ideare soluzioni creative per aggirare la normativa. Scott Butler, direttore esecutivo di Material Focus, evidenzia che questo provvedimento da solo non sarà sufficiente. Sarà necessaria una legislazione più incisiva per regolamentare i nuovi prodotti immessi sul mercato. Inoltre, si propone che i negozi che continuano a vendere dispositivi non riciclabili debbano perdere la licenza commerciale, mentre i consumatori devono essere sensibilizzati sull’importanza del riciclo.
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Riciclare un vaporizzatore dovrebbe essere facile quanto acquistarne uno, ma l’infrastruttura attuale per la raccolta e il riciclo risulta inadeguata. È indispensabile ampliare i punti di raccolta in luoghi accessibili come negozi, parchi, scuole, università e altri spazi pubblici. Allo stesso tempo, i produttori e i rivenditori devono assumersi una maggiore responsabilità, fornendo supporto finanziario per sistemi di riciclo efficienti e sicuri, riducendo così i rischi di incendio e recuperando materiali preziosi. Solo con un approccio integrato sarà possibile mitigare l’impatto ambientale dei vaporizzatori usa e getta.
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