Riad ospita la COP16 per lottare contro la desertificazione.

By : Aldo |Dicembre 05, 2024 |Emissioni, Home |Commenti disabilitati su Riad ospita la COP16 per lottare contro la desertificazione.

COP, Summit, conferenze globali tutte per salvare il nostro pianeta.  Dopo che novembre ha accolto la COP29 a Baku e il Summit sull’inquinamento da plastica a Busan, a dicembre arriva la COP16 sulla desertificazione a Riad. Questi incontri internazionali hanno sempre dei grandissimi ed importanti obiettivi, ma spesso sembrano non avere l’impatto previsto. Ultimamente è stato difficile raggiungere gli obiettivi prefissati negli anni precedenti e spesso alcuni stati si oppongono a delle politiche necessarie per proteggere il pianeta e quindi noi stessi. Come andrà la COP16 a Riad, lo scopriremo prossimamente.

UNCCD

La Convenzione delle Nazioni Unite per combattere la desertificazione (UNCCD) è un accordo internazionale operativo dal 1996. Si tratta di un patto che mira a contrastare la desertificazione e gli effetti della siccità, specialmente nei paesi più colpiti, come quelli africani. Risulta essere l’unico strumento giuridicamente vincolante che integra ambiente, sviluppo sostenibile e gestione del territorio.

I suoi obiettivi principali sono:

  • Migliorare gli ecosistemi: Promuovere una gestione sostenibile del suolo e contrastare il degrado.
  • Condizioni di vita: Supportare le popolazioni colpite dalla desertificazione.
  • Gestione della siccità: Aumentare la resilienza di comunità ed ecosistemi.
  • Benefici ambientali globali: Garantire un’efficace attuazione della Convenzione.
  • Mobilitare risorse: Creare partenariati per finanziare e sostenere le azioni.

La Conferenza delle Parti (COP) è l’organo decisionale principale. La COP16 si terrà a Riyad, Arabia Saudita, dal 2 al 12 dicembre 2024, per definire nuove strategie contro il degrado del suolo, che interessa circa 15 milioni di km². La desertificazione è alimentata da cambiamenti climatici, pratiche agricole insostenibili e urbanizzazione, con effetti gravi come scarsità d’acqua, insicurezza alimentare, migrazioni forzate e conflitti. Pertanto, la UNCCD propone un approccio integrato, considerando le interazioni tra ambiente, economia e società. Negli anni, le Conferenze delle Parti (COP) della Convenzione delle Nazioni Unite per combattere la desertificazione (UNCCD) hanno prodotto importanti risultati. Per esempio, le strategie per migliorare la resilienza alla siccità, ridurre il degrado del suolo e promuovere la gestione sostenibile delle risorse naturali.

La COP 11 (2013) sono stati sviluppati gli strumenti per raggiungere la neutralità del degrado del suolo (LDN) integrando scienza e politiche. Con la COP 13 (2017) ha introdotto un nuovo Quadro Strategico UNCCD e il Fondo LDN per progetti di restaurazione del suolo. Mentre la COP 15 (2022), ha adottato l’Abidjan Call per un impegno globale contro la desertificazione, ovvero una dichiarazione sull’uguaglianza di genere nella restaurazione del suolo. Ed anche il Programma Legacy, che mira a restaurare il 20% della copertura forestale della Costa d’Avorio entro il 2030.

Vediamo cosa ci aspetta dalla COP 16 di Riad.

 

La desertificazione nel mondo

La desertificazione e il degrado del suolo sono fenomeni in rapida crescita, con il 40% dei suoli globali già degradati a causa di attività antropiche, cambiamenti climatici, perdita di biodiversità e pratiche agricole intensive. Le conseguenze comprendono una crescente scarsità d’acqua, l’impoverimento dei raccolti e un aumento del rischio di fame per milioni di persone. La siccità, cresciuta del 30% dal 2000, potrebbe colpire il 75% della popolazione mondiale entro il 2050. Per affrontare questi problemi, la COP16 di Riad, organizzata dall’UNCCD, punta a raccogliere fondi e a promuovere soluzioni sostenibili.

COP 16

La sedicesima Conferenza delle Parti (COP16), in corso a Riad sotto la guida dell’UNCCD, evidenzia l’urgenza di intervenire con investimenti massicci per combattere il degrado dei suoli e rafforzare la resilienza alla siccità. L’UNCCD ha infatti stimato che tra il 2025 e il 2030 saranno necessari 2,6 trilioni di dollari, ovvero un miliardo al giorno, per bonificare i terreni degradati e prevenire crisi future. Nonostante i finanziamenti globali siano aumentati, passando da 37 miliardi di dollari nel 2016 a 66 miliardi nel 2022, la cifra è ancora insufficiente rispetto al fabbisogno reale. La questione finanziaria risulta dunque essere centrale, con un appello per un maggiore coinvolgimento del settore privato, che attualmente contribuisce solo al 6% delle risorse necessarie.

Durante la COP16, sono state presentate nuove tecnologie per il monitoraggio e la gestione del territorio. Tra queste, l’Atlante mondiale della siccità, sviluppato dal Centro di ricerca congiunto della Commissione europea. E poi e il prototipo dell’International Drought Resilience Observatory (Idro) che promette di migliorare la gestione delle risorse attraverso l’intelligenza artificiale. Inoltre, gli interventi basati sulla natura, come la riforestazione e la gestione sostenibile dei pascoli, sono considerati essenziali per affrontare il problema. Questi strumenti tecnologici e approcci integrati potrebbero contribuire a mitigare i rischi sistemici per settori cruciali come agricoltura, energia e trasporti. Senz’altro si punta al ripristino dei suoli, accelerando la bonifica di almeno 1,5 miliardi di ettari entro il 2030.

Impatto in Italia e nel Mediterraneo

Si parlerà ovviamnete anche dell’Italia, dove oltre il 20% del territorio è a forte rischio di desertificazione, con punte che superano il 70% in regioni come la Sicilia. Anche il consumo di suolo è allarmante, visto che ogni anno vengono persi 70 chilometri quadrati di territorio, l’equivalente di una città come Napoli. Questa perdita comporta una riduzione della capacità del suolo di trattenere acqua, causando costi annui pari a 400 milioni di euro. Precisamente, le aree urbane sono particolarmente colpite, con meno spazi verdi accessibili e un aumento della cementificazione. Quindi, investire in tecnologie per il risparmio idrico e il ripristino dei suoli è fondamentale per mitigare gli impatti nel Mediterraneo e in tutto il paese.

Non ci resta che aspettare gli output di questa conferenza cruciale per il futuro di tutti, sperando che non sia l’ennesima delusione dell’anno.

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