Tempesta Vaia: dopo 6 anni cosa è cambiato, i problemi e le possibili soluzioni.

By : Aldo |Settembre 22, 2024 |Emissioni, Home |Commenti disabilitati su Tempesta Vaia: dopo 6 anni cosa è cambiato, i problemi e le possibili soluzioni.

Alla fine di ottobre 2018, la tempesta Vaia devastò i boschi delle Dolomiti con piogge incessanti e venti fino a 208 km/h, in particolare a Passo Rolle. In poco tempo furono abbattuti oltre 14 milioni di tronchi e 41.000 ettari di foreste distrutti.  Strade e sentieri furono bloccati e la rimozione del legname durò svariati mesi e richiese enormi investimenti. L’area distrutta e le sue popolazioni affrontarono difficoltà tecniche e logistiche, con un danno economico complessivo stimato intorno ai tre miliardi di euro.  Fortunatamente, un gruppo di giovani ha pensato a come risollevare i paesi colpiti, in modo innovativo.  

La missione di “Vaia”

Vaia è una startup italiana fondata nel 2019 da Federico Stefani, Paolo Milan e Giuseppe Addamo, in risposta alla devastante tempesta Vaia che ha colpito le Dolomiti nel 2018. L’azienda si occupa di recuperare il legno degli alberi distrutti per creare prodotti sostenibili. Nello specifico i suoi obiettivi sono la valorizzazione delle risorse locali, l’attivazione delle filiere artigianali e coinvolgimento delle comunità, reinvestimento dei ricavi nei territori colpiti.

La startup si propone di affrontare le sfide socio-ambientali attraverso azioni concrete, come la riforestazione e la creazione di una rete di artigiani locali, contribuendo così a un futuro più sostenibile. Non a caso ha creato dei nuovi prodotti come il “Vaia Cube”, una cassa passiva per amplificare il suono degli smartphone. Questo oggetto non solo rappresenta un’alternativa ecologica, ma simboleggia anche un impegno verso la sostenibilità e la valorizzazione delle risorse locali. Infatti, Vaia si distingue anche per il suo approccio comunitario, cercando di coinvolgere attivamente le persone e sensibilizzarle riguardo alla sostenibilità ambientale.

I problemi odierni

Dopo l’avvenimento, gran parte del legname fu venduto a basso costo all’estero, principalmente in Cina. Senza la protezione degli alberi e delle loro radici, il territorio venne più esposto a frane, valanghe e inondazioni. Inoltre, la situazione si aggravò per l’infestazione del bostrico, una specie di coleottero che attacca gli abeti rossi e ne provoca la morte in poco tempo. Secondo recenti studi, i danni causati dal bostrico hanno ormai superato quelli della tempesta Vaia, colpendo una superficie doppia rispetto a quella del Lago di Garda.

Dunque, gli effetti della tempesta non sono solo ambientali, ma hanno anche rilevanti implicazioni economiche e sociali. Il fenomeno Vaia ha infatti amplificato problematiche preesistenti che affliggono le comunità montane in tutta Italia. Tra le varie questioni si riportala più importante resta lo spopolamento dovuto alla scarsità di opportunità lavorative, allo sviluppo limitato e alla mancanza di servizi. Oltretutto, il recupero del legname caduto si è rivelato costoso e, in alcuni casi, impossibile da realizzare. Di conseguenza sono state sottolineate le difficoltà di coordinamento e gestione tra gli enti responsabili della protezione e della gestione forestale.

A distanza di 6 anni, solo una parte degli alberi abbattuti è stata recuperata, mentre molti restano ancora a terra, lasciando la foresta spoglia e vulnerabile all’infestazione del bostrico. Federico Stefani, co-fondatore della startup, ha evidenziato come, nonostante l’aumento della superficie forestale, la qualità del bosco sia in peggioramento. In più ha evidenziato come gli abitanti, attualmente beneficiari della vendita del legname, rischiano di trovarsi privi di risorse entro 50 anni, poiché il capitale naturale si sta progressivamente esaurendo.

I progetti futuri e le iniziative di Vaia

Vista la missione dei della startup, Stefani sottolinea come la sostenibilità sia possibile solo coinvolgendo l’economia locale e coordinando tutti gli attori del territorio. Per esempio, il primo prodotto di Vaia, il Vaia Cube, è un amplificatore analogico in legno realizzato con alberi abbattuti e lavorato da artigiani locali. Ogni Cube venduto ha permesso di piantare nuovi alberi, raggiungendo 100.000 abeti grazie a oltre mille unità vendute in 38 Paesi. Questo è a tutti gli effetti un piccolo contributo, ma con l’obiettivo di promuovere la rigenerazione e collaborare con amministrazioni e enti forestali. 

In seguito, Vaia ha lanciato il Vaia Focus, un amplificatore per smartphone eco-sostenibile, destinando i ricavi alla ricerca sui ghiacciai in collaborazione con varie organizzazioni. Inoltre, ha riutilizzato teli geotessili per realizzare il materiale protettivo del Focus. L’obiettivo di Vaia è quello di consolidare un modello di business circolare e sostenibile, coinvolgendo 12 laboratori artigianali locali e restituendo dignità alle risorse naturali, come dimostrato dal successo del Cube e del Focus.

La “Foresta degli innovatori”

La startup “Vaia” è arrivata alla sua terza edizione dell’iniziativa “La foresta degli Innovatori”. Si tratta di un evento che si terrà il 21 settembre a Folgaria. Nonostante non tutti possano partecipare di persona, è possibile seguire le dirette di talk, attività e un concerto di Gio Evan sui canali social, con la possibilità di interagire e vivere virtualmente l’atmosfera. Inoltre, chi vuole contribuire a distanza può acquistare una t-shirt e un albero che verrà piantato durante l’evento, con l’obiettivo di piantare oltre 1.000 alberi in un solo giorno. L’evento è gratuito, ma richiede iscrizione, ed è patrocinato dal Parlamento Europeo.

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