La cosa che unisce più di tutte gli italiani è il cibo. Non c’è nulla che rappresenti il legame alla nostra terra meglio delle pietanze italiane, famose in tutto il mondo e di cui siamo orgogliosi. Le caratteristiche migliori sono la qualità degli alimenti che rappresenta a suo modo la qualità di vita italiana e il suo livello di benessere. Nonostante ciò, gli studiosi si sono domandati dove l’Italia, portavoce di questa grande qualità, sia arrivata nella sostenibilità dell’industria alimentare e quale sia la situazione a livello globale.
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Sostenibilità nell’industria alimentare
La sostenibilità nell’industria alimentare rappresenta un approccio fondamentale per garantire un futuro equilibrato e responsabile. È un concetto che implica l’adozione di pratiche volte a minimizzare l’impatto ambientale, promuovendo il benessere sociale e garantendo la sicurezza alimentare. Le aziende stanno sempre più integrando metodi di produzione ecologici, come l’agricoltura biologica e l’uso di tecnologie innovative per ridurre gli sprechi. Dall’altra parte, la filiera corta, che favorisce l’acquisto di prodotti locali, non solo supporta l’economia locale, ma riduce anche le emissioni di carbonio legate al trasporto. Tutto questo è anche dettato dalla sensibilizzazione dei consumatori verso scelte alimentari sostenibili, come il consumo di alimenti di stagione e a basso impatto ambientale. Questo processo è essenziale per promuovere un cambiamento positivo, proattivo e concreto. Anche perché, investire nella sostenibilità non solo migliora la reputazione delle aziende, ma contribuisce anche a un sistema alimentare più resiliente e giusto per le generazioni future.
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Il lavoro di Quantis
Quantis è un’azienda di consulenza ambientale internazionale specializzata in sostenibilità. Dal 2006, fornisce servizi di consulenza scientifica per aiutare le aziende a misurare, gestire e ridurre il loro impatto ambientale. Principalmente si occupa di valutazioni del ciclo di vita, strategie per la decarbonizzazione e analisi ambientali su vari aspetti, come cambiamento climatico, biodiversità e uso delle risorse naturali. LA sua caratteristica è quella di collaborare con imprese di diversi settori per integrare la sostenibilità nelle loro operazioni e strategie.
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In questo caso, la società si è soffermata su uno studio che riguardava la sostenibilità dell’industria alimentare, chiamato Recipe for Transformation. Lo scopo di tale lavoro è quello di offrire una panoramica precisa sulle sfide e le opportunità che il settore del food & beverage deve affrontare per realizzare una transizione sostenibile. La ricerca, condotta in collaborazione con Sapio Research, ha coinvolto oltre 600 manager e dirigenti di aziende del settore alimentare (sia negli Stati Uniti che in Europa).
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Lo studio afferma che la sostenibilità è ormai cruciale nell’industria alimentare, ma solo il 30% dei manager globali è ottimista sul raggiungimento degli obiettivi entro il 2030. Nello specifico, il 100% dei manager del settore marketing delle aziende alimentari ha notato un cambiamento nelle abitudini di acquisto, con i consumatori sempre più disposti a pagare di più per prodotti sostenibili. Tuttavia, persiste un’incertezza diffusa tra le aziende riguardo al raggiungimento dei target di sostenibilità.
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Lo studio
Davide Tonon, Direttore di Quantis Italia, è entusiasta del fatto che in Italia la sostenibilità sia stata costruita “dal basso” grazie all’attivazione trasversale nelle aziende. Ha sottolineato che il 50% del campione nazionale ha già KPI di sostenibilità da oltre un anno, rispetto al 38% a livello globale, attribuendo questo risultato anche all’impegno della catena del valore.
Stringendo il campo della ricerca al Belpaese, è stato evidenziato come la trasformazione sostenibile sia vista come un’opportunità per mantenere competitivo il settore food & beverage. In particolare, ricorda quali sono le priorità per concretizzare questa transizione. Si parla del redesign del portafoglio prodotti, dell’agricoltura rigenerativa e dell’adozione di alimenti plant-based.
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Nonostante gli investimenti nella sostenibilità rimangono limitati (12,5% del bilancio annuale destinato a ridurre gli impatti ambientali) l’Italia si dimostra all’avanguardia in questo settore. Tale caratteristica è stata determinata dalla differenza di risposte al sondaggio tra i manager italiani e quelli globali. Tuttavia, entrambi i gruppi concordano sull’importanza di un clima di collaborazione tra le funzioni aziendali e sulle normative come driver del cambiamento, ritenute cruciali per una transizione responsabile.
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Ulteriori dati
Dallo studio svolto sono comunque emersi dei punti critici su cui è necessario lavorare, sia in ambito italiano che globale. Tra questi sono stati evidenziati:
- la valutazione del portafoglio prodotti: Il 24% degli italiani e il 19% degli esteri ritengono prioritario rivedere il portafoglio, comprese ricette e imballaggi.
- Packaging: Identificato dal 67% dei manager italiani (e dal 62% a livello globale) come un’area cruciale per ridurre l’impatto ambientale dei rifiuti plastici.
- Riduzione degli sprechi alimentari: Considerata prioritaria dal 53% degli intervistati in Italia e dal 57% a livello globale.
- Complessità della supply chain: Una delle sfide più significative, secondo il 37% degli italiani e il 42% dei rispondenti globali.