Il comune di Peccioli si trasforma grazie al Pixel-Farming.

By : Aldo |Agosto 12, 2024 |Emissioni, Home |Commenti disabilitati su Il comune di Peccioli si trasforma grazie al Pixel-Farming.

Quando si parla di transizione ecologica delle città si pensa generalmente alle grandi metropoli, alle capitali. Spesso però il primo passo viene fatto dai piccoli paesi che provano ad essere un esempio per le località circostanti. Questo è possibile sia per delle superfici ridotte, una minore popolazione ma anche per la possibilità di sfruttare risorse che le città sovraffollate non hanno. Un modello è proprio il comune di Peccioli, che ha intrapreso un percorso di sostenibilità nell’area di Santo Stefano unico nel suo genere.

Pixel Farming

Il pixel farming è un concetto innovativo che unisce agricoltura e tecnologia digitale, permettendo agli agricoltori di monitorare e gestire le loro coltivazioni in modo più efficiente. Questo approccio si basa sull’uso di sensori e dispositivi IoT (Internet of Things) per raccogliere dati in tempo reale sulle condizioni del suolo, l’umidità, la temperatura e altri fattori ambientali. Grazie all’analisi di questi dati, gli agricoltori possono prendere decisioni più informate riguardo a irrigazione, fertilizzazione e gestione delle colture.

Uno degli aspetti chiave di questo concetto, è la sua capacità di ottimizzare l’uso delle risorse, che determina un’agricoltura più sostenibile ed una miglior resa delle colture.  Per mezzo le tecnologie avanzate, come droni e immagini satellitari, gli agricoltori possono ottenere una visione dettagliata delle loro terre e identificare aree che necessitano di interventi specifici.

Inoltre, attraverso il pixel farming, c’è la possibilità di promuove la condivisione di informazioni tra agricoltori, creando una rete di conoscenze che può portare a pratiche agricole più innovative e collaborative. Tra queste anche le nuove tecniche per contrastare il cambiamento climatico e per la sicurezza alimentare. Tutto ciò è consentito dalle piattaforme digitali, che permettono agli agricoltori di scambiare esperienze e suggerimenti, migliorando così la resilienza delle comunità agricole.

L’innovazione a Peccioli

L’idea alla quale hanno lavorato il Sindaco di Peccioli, Renzo Macelloni e l’architetto Maria Alessandra Segantini, CEO di C+S Architects si chiama ‘land-CR.AF.T.ED’. La “Community Reinvent Affordable Food Through Ecologic Design” (ndr) è un prototipo di borgo popolare che vive di pixel-farming, una nuova visione dell’abitare in equilibrio tra costruito e natura. Si presenta come una risposta possibile alle questioni ecologiche, economiche e sociali cruciali nei processi di trasformazione contemporanea di città e paesaggi.

Il progetto di rigenerazione nell’area di Santo Stefano prevede la costruzione di un complesso di 12 case popolari con tetti a forma di foglia, compresi di uno spazio di soggiorno/cucina e una, due o tre camere, secondo i canoni classici dell’edilizia sociale. Non mancano i servizi, che insieme alle case, si estendono su una superficie di 11,76 ettari con una capacità edificatoria di meno di 3.000 metri quadrati. Le residenze sono progettate come micro-fattorie ispirate ai casali storici toscani, con unità abitative da 80 a 130 metri quadrati. Ogni unità sarà circondata da un recinto di terra cruda che include uno spazio coltivabile, adottando il concetto di pixel farming per promuovere biodiversità e alta produttività agricola. Inoltre si investirà sull’arboricoltura (in alternanza di frassini maggiori e pioppi con impianto policiclico multi-obiettivo o misto) ridisegnando un paesaggio che si rigenera naturalmente diventando una risorsa anche economica per il Comune.

Non a caso il progetto propone l’uso di tecniche costruttive innovative come terra cruda, stampa 3D, legno, rame ossidato e zinco per le coperture, riducendo l’impatto ambientale. Le nuove residenze prefabbricate sono concepite come kit riciclabili ed il modello abitativo coniugherà edilizia sociale e agricoltura, creando una comunità multietnica autosufficiente che condivide cibo di qualità prodotto localmente, integrando conoscenze e semi locali e internazionali. Si pensa inoltre di dare un indirizzo turistico alla zona.

In conclusione

In conclusione, si può dire che la parola chiave del progetto presentato è proprio “innovazione”, poiché rispecchia ogni aspetto del piano. Infatti, è innovativo il modello che coniuga la casa sociale all’agricoltura, ma anche le tipologie agricole proposte e le tecniche costruttive. Quest’ultime comprendono l’uso di terra cruda o stampa 3d, legno per le strutture orizzontali e verticali, rame ossidato o zinco per le coperture che sono state disegnate come foglie appoggiate alle murature. L’insieme di tali innovazioni consentono la decarbonizzazione dell’edilizia.

Sempre nell’ambito edile, si cita il sistema di prefabbricazione, studiato come un kit di montaggio da poter riciclare a fine vita degli edifici. Ed infine la creazione di una comunità multietnica è innovativa poiché basata sul legame con la terra. Offrendo cibo di qualità autoprodotto e condiviso e integrando conoscenze e semi locali con quelli provenienti da altri Paesi del mondo.

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