La ricerca, le innovazioni e le nuove tecnologie sono il motore del nostro futuro in ogni ambito, soprattutto quando si parla di sviluppo. Di certo le nuove scoperte in ambito scientifico sono fondamentali anche per lo sviluppo sostenibile, per aiutare il pianeta e le sue specie a contrastare il cambiamento climatico. Purtoppo però, le istituzioni non agevolano i processi necessari per mettere in atto i nuovi studi e spesso i costi per realizzarli sono troppo elevati per le aziende che mirano al cambiamento.
ㅤ
Le soluzioni bio-based
Le soluzioni bio-based sono materiali e prodotti derivati da fonti rinnovabili come piante, alghe e scarti agricoli, che offrono un’alternativa ecologica ai materiali tradizionali derivati dal petrolio e consistono principalmente in:
- Biopolimeri e plastiche rinnovabili prodotte da microorganismi che fermentano zuccheri semplici o sottoprodotti dell’industria alimentare e agricola;
- Vernici e rivestimenti formulati con ingredienti derivati da oli vegetali, resine naturali, biosolventi e pigmenti naturali.
ㅤ
E poi ancora possono essere usati microbi per produrre coloranti sostenibili nell’industria tessile, sviluppare organismi in grado di catturare la CO2 e purificare l’acqua. Questi materiali bio-based trovano applicazione in vari settori industriali quali, l’imballaggio e il confezionamento, l’edilizia e l’arredamento e il settore tessile. Se non altro possono essere usate nell’ambito dei trasporti, dell’elettronica e della tecnologia.
ㅤ
Tali tipi di alternative offrono degli specifici vantaggi nell’ambito della sostenibilità ambientale, in particolare nella riduzione della dipendenza da risorse non rinnovabili. Senza dubbio hanno un grande impatto in tema di Biodegradabilità e compostabilità, riducendo i rifiuti e per la differenziazione delle fonti di materie prime rinnovabili.
ㅤ
Il parere delle aziende internazionali
Proprio per indagare sulla complessità dello sviluppare o realizzare delle soluzioni bio based, Capegemini Research Institute, ha condotto un report specifico. Il report, intitolato “Engineering Biology: The Time is Now”, evidenzia che il 99% dei dirigenti prevede cambiamenti radicali nei prossimi 5-10 anni grazie alla bioingegneria, che riduce i costi e velocizza l’ingegnerizzazione dei sistemi biologici. Mentre il 70% considera la bioingegneria una leva per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità ed il 56% è già attivo in sperimentazioni e progetti pilota. Inoltre, le aziende ritengono che le biosoluzioni possano ridurre inquinamento ed emissioni, migliorare le prestazioni e la sicurezza dei prodotti e ridurre i rischi della catena di approvvigionamento.
ㅤ
Nonostante alcuni ostacoli come costi elevati e tempi lunghi di sviluppo, le soluzioni bio-based rappresentano un’importante componente dell’economia circolare e dell’economia globale, contribuendo a ridurre l’impatto ambientale delle attività industriali.
ㅤ
Gli ostacoli dell’innovazione
Tuttavia, resta l’incertezza sull’efficacia di queste soluzioni, che devono essere valutate lungo l’intero ciclo di vita del prodotto e dimostrare efficienza di costo e prestazioni superiori. Secondo Umberto Larizza di Capgemini Invent Italia, molte soluzioni di bioingegneria sono ancora in fase iniziale e devono dimostrare benefici ambientali, efficienza e performance migliori rispetto alle soluzioni esistenti.
ㅤ
Altri ostacoli sulla diffusione di tali innovazioni, sono la loro acerbità ma anche i costi elevati e i lunghi tempi di sviluppo, le difficoltà nella scalabilità della produzione e la previsione dei comportamenti cellulari su larga scala. Senza dimenticare la mancanza di infrastrutture adatte per la produzione su vasta scala e la carenza di talenti specializzati.
ㅤ
Per i motivi appena elencati, ci sono vari processi che necessitano di essere attivati o attenzioni e responsabilità da ricordare e sottolineare. Per esempio, è rilevante un maggiore supporto governativo per stabilire normative che favoriscano l’innovazione. Sarebbe opportuno puntare sull’uso delle tecnologie digitali, come intelligenza artificiale, gemelli digitali e robotica, per ridurre i costi e ottimizzare i bioprocessi.
ㅤ
In conclusione
Oltretutto, il report evidenzia che il 70% degli intervistati utilizza già l’IA per accelerare l’adozione delle biosoluzioni, rispetto al 20% per la robotica e all’11% per i gemelli digitali. Di certo tutto questo sarebbe possibile solo ed esclusivamente con un aumento di investimenti per affrontare la carenza di professionisti qualificati nel settore e di una maggiore sensibilizzazione dell’opinione pubblica e degli stakeholder sui benefici delle biotecnologie, come dimostra il caso della carne coltivata.