A volte sembra che nulla si stia muovendo, o che niente vada nella direzione giusta, ma dietro le quinte ci sono grandi progetti che potranno cambiare le cose. L’ASviS è un ente che più o meno in sordina, continua a lavorare per rendere l’Italia un Paese migliore basando tutti i suoi studi, ricerche e progetti sulla sostenibilità della vita. In questo caso, riporta successi e difficoltà delle città parte della missione Europea per diventare carbon neutral entro il 2030.
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L’importanza dell’ASviS
L’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) è stata fondata il 3 febbraio 2016, grazie all’iniziativa della Fondazione Unipolis e dell’Università di Roma “Tor Vergata”. Il suo obiettivo principale è quello di sensibilizzare la società italiana, le istituzioni e gli attori economici sull’importanza dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. Di conseguenza ha un grande ruolo nella mobilitazione di tutti questi attori per il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs). Attualmente, l’ASviS riunisce oltre 270 membri, tra cui associazioni, università, enti locali e reti della società civile, creando una rete ampia e diversificata per affrontare le sfide legate alla sostenibilità.
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Le attività si concentrano su vari aspetti, come la promozione di una cultura della sostenibilità, l’analisi delle opportunità e delle implicazioni dell’Agenda 2030 per l’Italia, e la definizione di strategie nazionali per il conseguimento degli SDGs. Inoltre, l’alleanza è attivamente coinvolta nella realizzazione di eventi significativi, come il Festival dello Sviluppo Sostenibile, che mira a diffondere la consapevolezza sui temi della sostenibilità attraverso dibattiti, workshop e iniziative pubbliche. In sintesi, la sua missione è fondamentale per garantire che l’Italia non solo aderisca agli impegni internazionali, ma anche per promuovere un cambiamento culturale necessario per un futuro sostenibile.
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Climate City Contract
L’ASviS, dunque, direziona le attività sostenibili dell’Italia e coordinandosi con le iniziative e le nuove norme europee, non a caso, si parla di Climate City Contract (CCC). Si tratta di uno strumento innovativo introdotto nell’ambito della Missione “100 Climate-Neutral and Smart Cities by 2030” del programma Horizon Europe (concepito per supportare le città europee nella transizione verso la neutralità climatica).
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Questo contratto è stato istituito per affrontare in modo collaborativo le sfide legate alla riduzione delle emissioni di gas serra, con l’obiettivo di raggiungere una diminuzione di almeno l’80% entro il 2030. Pertanto i settori inclusi sono quelli della mobilità, infrastrutture, riscaldamento degli edifici, gestione dei rifiuti e delle risorse idriche Mentre le città italiane che partecipano a questa iniziativa sono Bergamo, Bologna, Firenze, Milano, Padova, Parma, Prato, Roma e Torino, ognuna delle quali ha sviluppato un proprio piano d’azione specifico.
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Il Climate City Contract si compone di tre elementi principali:
- impegni strategici: definiti in collaborazione con attori locali e nazionali;
- un piano d’azione: identifica le lacune nelle politiche esistenti e propone interventi coordinati;
- piano di investimenti: valuta costi e impatti delle azioni previste, fornendo una struttura per il finanziamento delle iniziative.
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Con questo approccio integrato, il contratto facilitare la partecipazione attiva dei cittadini e garantisce alle città di affrontare efficacemente le sfide climatiche, rendendo il CCC uno strumento fondamentale per la governance urbana sostenibile.
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Futuro e barriere
Enrico Giovannini, direttore scientifico dell’ASviS, sottolinea che il percorso verso la neutralità climatica è impegnativo ma fattibile, con le città che hanno già registrato significative riduzioni delle emissioni rispetto al 2015. Tuttavia, esistono ancora ostacoli normativi e culturali, come la riqualificazione energetica degli edifici e l’elettrificazione dei trasporti. Per superare queste barriere, è necessario incrementare le risorse disponibili e rafforzare la collaborazione politica e istituzionale a tutti i livelli, coinvolgendo imprese e società.
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Tale programma è stato realizzato dal sottogruppo ‘Politiche climatiche’ del Gruppo di Lavoro sul Goal 11 ‘Città e comunità sostenibili’ dell’ASviS. Attualmente, Firenze e Parma hanno già ricevuto l’approvazione dei loro contratti, mentre Bergamo, Bologna, Milano, Prato e Torino sono in attesa. Padova e Roma devono ancora completare e presentare i loro documenti.