La ricerca scientifica è fondamentale per lo sviluppo delle società, lo è sempre stata e continuerà ad esserlo. Soprattutto quando serve per trovare la soluzione a problemi di grande rilevanza nel mondo, come possono essere delle patologie, delle tecnologie, l’inquinamento o tanto altro. In particolare, la ricerca legata agli effetti della plastica nelle matrici ambientali e non solo, è aumentata negli ultimi anni, con degli ottimi risultati. Tra questi anche la nuova tecnologia pensata da due diciassettenni del Texas.
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Le microplastiche
Ogni anno, tra 6 e 15 milioni di tonnellate di rifiuti plastici finiscono nell’ambiente, degradandosi in microplastiche di dimensioni tra 0,001 e 5 mm a causa di sole, vento e onde. Si stima che negli oceani ci siano almeno 14 milioni di tonnellate di microplastiche, con un incremento annuo di circa 1,5 milioni di tonnellate. L’inquinamento da microplastiche suscita crescente preoccupazione per i potenziali impatti ambientali e sulla salute, nonostante molte incertezze. Le microplastiche sono ingerite da organismi marini, terrestri e dagli esseri umani, trovandosi in vari alimenti e bevande come frutti di mare, acqua potabile, birra, sale e zucchero. Studi recenti rivelano che ogni settimana inaliamo e ingeriamo l’equivalente di una carta di credito di plastica, con tracce riscontrate nel sangue e negli organi umani.
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Di certo questo è uno degli argomenti più trattati degli ultimi anni, a seguito del forte impatto che stanno avendo le microplastiche nel mondo e soprattutto nella salute dell’uomo. Pertanto, è anche il focus di tantissimi studi e ricerche che hanno come obiettivo quello di trovare soluzioni al problema. Un esempio sono i due diciassettenni texani che hanno vinto molteplici premi con la loro invenzione.
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La visita che ha cambiato tutto
Lo scorso autunno, Victoria Ou e Justin Huang, 17enni e studenti del college Woodlands in Texas, hanno visitato un impianto di trattamento delle acque nella loro città. Durante il tour, hanno scoperto che l’impianto non aveva strumenti efficaci per rimuovere le microplastiche dalle acque reflue, poiché i metodi disponibili, come l’uso di coagulanti chimici, erano costosi, inquinanti e alteravano il pH dell’acqua. inoltre, anche le soluzioni biologiche e i filtri esistenti presentavano problemi di efficienza e intasamento. I due studenti, dopo la visita hanno analizzato i problemi legati agli impianti usati e le necessità di mantenere “pulite” le acque dalle microplastiche.
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Da questo studio hanno quindi ideato un dispositivo innovativo, piccolo quanto una penna, che utilizza ultrasuoni per rimuovere le microplastiche. Questo sistema, composto da un tubicino con due trasduttori elettrici, respinge le microplastiche mediante onde ultrasoniche, permettendo all’acqua pulita di fluire. I ragazzi hanno testato il prototipo su poliuretano, polistirene e polietilene, con risultati positivi, dimostrati dal fatto che sono state rimosse tra l’84% e il 94% delle microplastiche in un solo passaggio. La tecnologia a ultrasuoni è promettente per eliminare anche altri inquinanti particellari.
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Il successo e le possibili applicazioni
La loro invenzione ha vinto il primo posto nella categoria Terra e Scienze Ambientali e il premio di 50.000 dollari del Gordon E. Moore Award (sponsorizzata da Google) alla Regeneron International Science and Engineering Fair (ISEF) di Los Angeles. Questo dispositivo che ha riscontrato subito un grande successo potrebbe essere impiegato in vari ambiti.
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Le microplastiche risultano una grave emergenza ambientale, con 75 trilioni di particelle negli oceani che minacciano la fauna selvatica e la salute umana. Pertanto, lo studio di Victoria e Justin non si ferma qui; ispirandosi ad uno studio del New Mexico Tech del 2022, i due studenti intendono migliorare il loro progetto per renderlo utilizzabile su larga scala, con l’obiettivo iniziale di ripulire l’acqua delle lavatrici e degli impianti di trattamento. Così facendo potrebbero sostituire i metodi attuali che sono tutt’oggi molto costosi o pericolosi poiché usano elementi artificiali ed inquinanti.