Da qualche anno, i grandi eventi nazionali, o internazionali sono caratterizzati da una grande attenzione alla sostenibilità e all’ambiente. Senza dubbio a seconda delle possibilità burocratiche ed economiche c’è chi può fare tanto e chi può semplicemente sensibilizzare i propri partecipanti, ma si tratta sempre di un cambiamento. Un esempio è l’edizione 2024 del Tour de France che sarà più sostenibile grazie ad un nuovo carburante.
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Il Tour de France
Il Tour de France è una delle competizioni ciclistiche più prestigiose e conosciute al mondo, nota anche semplicemente come “Le Tour”. Si disputa annualmente dal 1903, coinvolgendo ciclisti professionisti che si sfidano su un percorso che attraversa diverse regioni della Francia e, a volte, i paesi limitrofi. Il Tour è suddiviso in tappe giornaliere sia con percorsi di pianura che impegnative salite alpine e pirenaiche, mettendo alla prova le capacità di resistenza e strategia dei corridori.
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L’edizione del 2024 è particolarmente attesa, poiché il percorso partirà da Firenze, in Italia, segnando la prima volta nella storia della gara che questa inizierà da una città italiana. Si contano ben 21 tappe di cui l’ultima si troverà come da tradizione sugli Champs-Élysées a Parigi, dopo aver percorso circa 3.500 chilometri. Un secondo motivo per cui quest’anno sarà speciale per il Tour, riguarda la sostenibilità dell’intero evento, specialmente nell’ambito della logistica.
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Il carburante green
Questa edizione del Tour prevede una grande attenzione all’ambiente e un elevata sostenibilità nella logistica. Soprattutto per quanto riguarda i fondamentali mezzi di trasporto impiegati in questo tipo di evento. Per ridurre il loro impatto sull’ambiente e quindi l’imrponta di carbonio dell’intero evento è previsto l’uso del biocarburante HVO(Hydrotreated Vegetable Oil). Si tratta di un tipo di biodiesel avanzato prodotto attraverso l’idrogenazione di oli vegetali e grassi animali, grazie al processo di idrogenazione catalitica, la quale converte gli oli e i grassi in paraffine e isoparaffine, rendendo il biocarburante HVO chimicamente simile al diesel fossile. Questo biocarburante, conforme alla specifica europea EN15940, non richiede modifiche ai moderni motori diesel.
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Grazie a tale tecnologica, ben 47 camion che servono per spostare materiali e attrezzature da una tappa all’altra, saranno alimentati al 100% dal biodiesel, riducendo le emissioni di CO2 del 90% e le emissioni di particolato e NOx fino al 30% rispetto al normale diesel. Questo cambiamento consente di limitare ampiamente l’impatto dell’evento, poiché l’impegno è quello di spostare 799 tonnellate di materiale in 21 tappe lungo un percorso di 3498 chilometri.
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Dunque, quest’anno la flotta del Tour utilizzerà circa 54mila litri di HVO, carburante che sta prendendo piede in Italia grazie a distributori come ENI e Q8. Nel 2023, l’uso di HVO ha portato a una riduzione di 136.571 kg di CO2 per 48.826 litri utilizzati. Anche il Tour de France femminile ha beneficiato di questo biocarburante, con una riduzione di 18.976 kg di CO2 grazie all’uso di 6.784 litri di HVO. In questa 111° edizione, il Tour de France ha adottato ulteriori misure per diventare sempre più sostenibile, oltre al biocarburante. Infatti, tra gli investimenti sono riportati l’uso di veicoli elettrici, biciclette per il personale, e la gestione dei rifiuti. Un’altra questione fondamentale è la scelta degli spostamenti delle merci, che
L’impengo di XPO Logistics
XPO Logistics, uno dei colossi mondiali del trasporto e della logistica, che si occupa quindi anche del Tour, è impegnata nella sostenibilità anche al di fuori del grande evento. L’azienda opera negli Stati Uniti e in Europa e movimenta oltre 8 milioni di tonnellate di merci all’anno, e crede nella multimodalità in ambito organizzativo e di innovazione. Ossia, a seconda delle destinazioni e dei carichi, valuta il trasporto su strada, via mare e su rotaia. In Europa la società vanta già 10 rotte multimodali, tra cui una tra Barcellona e Savona e un’altra tra Novara e Duisburg, dividendo le tratte in cui carica solo container, e altre in cui carica direttamente i rimorchi. L’azienda stima che con i 130 semirimorchi P400, specifici per il trasporto multimodale, si possano ridurre le emissioni annuali di CO2 di 10 milioni di chilogrammi, svolgendo fino a 10mila viaggi aggiuntivi. Tutto questo grazie alla combinazione di strada e ferrovia dalla penisola Iberica alle aree chiave in tutta Europa.