Fotovoltaici “non convenzionali”: a Bolzano si ricerca il pannello adatto ad ogni necessità.

By : Aldo |Luglio 01, 2024 |Emissioni, Home |Commenti disabilitati su Fotovoltaici “non convenzionali”: a Bolzano si ricerca il pannello adatto ad ogni necessità.
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Il mondo della ricerca è infinito, è un settore in costante evoluzione e sempre attivo ed è fondamentale per lo sviluppo di ogni popolazione. È un ambito in cui probabilmente non si conoscono limiti, e dove a volte ll’unico limite è il denaro mancante per portare avanti certi studi. Tuttavia, i ricercatori non mollano mai, neanche a Bolzano dove stanno studiando dei pannelli fotovoltaici “non convenzionali”.

Il fotovoltaico

I pannelli fotovoltaici non sono più un segreto per nessuno, soprattutto dal momento in cui rivestono un’importanza fondamentale nel contesto della transizione energetica verso fonti rinnovabili e sostenibili. La loro tecnologia è ormai una sicurezza nel campo delle rinnovabili, soprattutto dopo gli ultimi report in cui si afferma che il fotovoltaico sta crescendo di più come capacità installata. Non a caso al 31 marzo 2024 si sono raggiunti i 32 GW, dopo che nel 2023 si erano installati 5,234 GW, nel primo trimestre del 2024 se ne sono aggiunti 1,721 GW (fonte Gaudì-Terna).

Tuttavia, nonostante i loro innegabili benefici ambientali, i pannelli fotovoltaici spesso non sono accolti benevolmente, soprattutto a causa delle loro caratteristiche estetiche. Molti ritengono che la loro presenza sui tetti delle abitazioni o nei paesaggi naturali deturpi l’aspetto visivo, influenzando negativamente l’estetica urbana e rurale. Tali pregiudizi, possono influenzare l’opinione dei più scettici, ostacolando di conseguenza l’adozione diffusa dei pannelli solari. Ed è proprio qui che si evidenzia la necessità di soluzioni innovative e di design che possano armonizzare l’integrazione dei pannelli fotovoltaici con l’ambiente circostante.

Il laboratorio del futuro

È per queste ragioni che nasce a Bolzano, il “laboratorio dei pannelli del futuro”, presso l’Eurac Research. Si tratta di un laboratorio realizzato grazie ai fondi Pnrr di Nest, un partenariato pubblico-privato dedicato alla ricerca di base sulle energie verdi.  All’interno di Eurac, scienziati, ricercatori universitari, ingegneri e responsabili di imprese private si incontrano in un continuo scambio tra il mondo accademico e quello produttivo, con l’obiettivo di testare sia tecnologie universitarie che i prodotti sviluppati dalle aziende che necessitano di essere messi alla prova.

A Bolzano, la ricerca sui pannelli fotovoltaici copre tutte le fasi di produzione: dalla lavorazione di vetro e plastica, all’assemblaggio manuale delle celle, fino alla laminazione del modulo in un forno specifico. Si potrebbe dire che il laboratorio funzioni come un centro di produzione di pannelli, cercando nuove forme, misure e caratteristiche a seconda delle necessità previste, in modo tale da creare delle vere e proprie soluzioni. Successivamente i pannelli vengono testati prima in laboratorio e poi in campo aperto, simulando diverse condizioni climatiche, dalle ideali alle più estreme, per raggiungere l’efficienza dei pannelli tradizionali, viste anche le misure standard di 1 metro per 1 metro, che garantiscono l’efficienza in campo reale, al contrario di quelli più piccoli.  Anche per questa ragione il laboratorio è molto apprezzato dalle aziende.

I prodotti di Eurac research

Chi lavora al centro di Eurac research studia moduli colorati, trasparenti e in grado di adattarsi anche dove finora sono stati visti con diffidenza, per esempio i centri storici o i campi coltivati. Questo perché i pannelli fotovoltaici non sono tutti uguali. Di certo non è smeplice unire un atale tecnologia ai bisogni di tutti o per esempio di un comune che vuole usarli nelle sue strutture storiche che vantano specifiche forme o colorazioni.

Gli obiettivi del centro, infatti, sono vari perché devono cercare di soddisfare più richieste possibili. Per esempio, si parla di integrare i pannelli in contesti diversi dai soliti tetti e solai, magari realizzandoli con componenti e colori tali da simulare tegole, riducendo al minimo l’impatto visivo. Questo potrebbe essere un lavoro di grande impatto vista la cultura edilizia italiana soprattutto all’interno dei paesini.

Una seconda applicazione a cui punta il team è quella “campestre”, per produrre energia senza ostacolare l’attività agricola. Nello specifico stanno studiando dei pannelli che permettano il passaggio di sufficiente luce per la crescita delle piante, proteggendole al contempo dall’eccessivo irraggiamento solare. Si pensa quindi a dei moduli trasparenti o semi-trasparenti, che potrebbero risolvere le controversie legate all’agri-voltaico e alle restrizioni imposte dal Ministero dell’Agricoltura.

Nest punta tutto sulla potenza italiana, quindi sulla ricerca, le tecnologie ed il lavoro, basandosi anche sul piano RePowerUe, rafforzando tutta la filiera italiana ed europea, che ancora dipende fortemente dalla Cina. Solo con questo tipo di progetti a lungo termine, l’Italia può iniziare un percorso per la autonomia energetica e per riprendere punti in determinati ambiti e tra le grandi potenze mondiali. 

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