L’Italia è un paese pieno di risorse, comprese anche quelle intellettuali di grandi studiosi, ricercatori, scienziati e inventori. L’insieme di queste menti deve essere considerato come un patrimonio nazionale da valorizzare tanto quanto i suoi lavori e i suoi successi. Soprattutto nell’ambito scientifico tecnologico, l’Italia ha un grande potenziale che non viene sempre evidenziato in modo opportuno, ancora di più se si parla di export, in cui l’Italia è tra i primi posti a livello europei e mondiali.
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Le tecnologie low-carbon
Quando si parla di tecnologie low carbon, si intendono strumenti e pratiche progettate per ridurre le emissioni di anidride carbonica (CO2) e altri gas serra, contribuendo così a mitigare il cambiamento climatico. Queste sono fondamentali per la transizione verso un’economia sostenibile e a basse emissioni di carbonio.
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Le tecnologie low-carbon comprendono delle grandi categorie, fondamentali per la transizione ecologica e quindi per l’adattamento ai cambiamenti climatici, quali:
- Energie rinnovabili;
- Efficienza energetica;
- Mobilità sostenibile;
- Tecnologie di cattura e stoccaggio del carbonio (CCS);
- Idrogeno verde.
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La loro importanza è correlata ai vantaggi derivanti dal loro utilizzo, poiché aiutando nella riduzione delle emissioni di CO2, incrementando anche il livello di sostenibilità economica (quindi crea nuovi posti di lavoro). Di certo hanno un grande impatto anche nella sicurezza energetica, riducendo così la dipendenza da combustibili fossili importati aumentando di conseguenza la salute pubblica.
Proprio per questi motivi, il loro mercato è in rapida crescita, grazie alle nuove politiche governative favorevoli e agli investimenti in ricerca e sviluppo. Si pensi che secondo le ultime stime solamente il mercato delle energie rinnovabili potrebbe superare i 2 trilioni di dollari entro il 2030. Un ulteriore aspetto positivo riguardo tale settore è il ruolo dell’Europa, che attualmente è uno dei principali paesi nel mondo che guida tale transizione, favorendo crescita economica e opportunità a livello ambientale.
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L’export italiano
In questo gioco tra nazioni però è presente anche l’Italia. Infatti, le tecnologie low-carbon e la digitalizzazione stanno guidando l’export del Made in Italy, posizionando l’Italia ai vertici delle classifiche europee e mondiali. Attualmente, il Belpaese è il secondo in UE e il settimo a livello mondiale per l’export di beni a basso contenuto di carbonio, di cui il 55% è rappresentato dalla meccanica strumentale low-carbon. L’export di queste tecnologie è destinato a crescere a un ritmo tre volte superiore rispetto alla media fino al 2027, con previsioni di raggiungere i 50 miliardi di euro entro il 2025, segnando una crescita del 13,7%.
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Lo dichiara anche il report “Doing Export Report 2024” di SACE. Il Gruppo assicurativo-finanziario italiano, direttamente controllato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, evidenzia infatti il valore delle esportazioni italiane di beni. In particolare, sottolinea che aumenterà del 3,7% nel 2024, del 4,5% nel 2025 e del 4,2% nel biennio successivo. Mentre il settore delle tecnologie low-carbon avrà una crescita ancora più robusta: 11,1% nel 2024 e 13,7% nel 2025, rappresentando il 7,3% del totale del Made in Italy esportato.
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Tali cifre sono straordinarie se si pensa alla ricerca e al lavoro che c’è dietro un solo prodotto, legato all’attività di ben 5.400 aziende italiane, tra cui Manz Italy e la 3Sun Gigafactory.
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Un trionfo a Colonia
Un esempio della nostra prossima leadership in tale ambito è quello di Green Silence Group che ha presentato una nuova gamma di motori elettrici innovativi all’International Vehicle Technology Expo di Colonia. Si tratta di nuovi motori caratterizzati da alta efficienza energetica, che consente prestazioni superiori e costanti senza ridurre il rendimento dei motori tradizionali. Sono molto più silenziosi, combattendo così l’inquinamento acustico e sono più sostenibili a livello ambientale, questo perché non hanno magneti permanenti e quindi non contribuiscono all’attività mineraria, migliorando la riciclabilità dei materiali.
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Come descritto in precedenza, questo tipo di innovazioni e tecnologie favoriscono dei vantaggi ottimi sia per la transizione ecologica sia per la sicurezza nazionale. Non a caso il progetto in questione consente di lavorare per una maggiore indipendenza dalle terre rare ed è versatile poiché il prodotto può essere utilizzato in vari mezzi quali dai veicoli industriali e commerciali (autobus, camion dei rifiuti) alle macchine agricole e robot umanoidi.
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Il gruppo italiano formato da Settima Meccanica, Motive e Spin, con il supporto del fondo Xenon Private Equity, ha oltre 200 dipendenti e un fatturato di 50 milioni di euro. L’azienda opera a livello globale, con il 72% dei ricavi provenienti dall’estero, e si posiziona come leader nelle tecnologie sostenibili per l’elettrificazione industriale e la mobilità sostenibile.