Spesso e volentieri si discute sulle abitudini da cambiare per vivere una vita migliore anche sotto il profilo della sostenibilità. Solitamente ci si concentra sull’alimentazione, sui trasporti o al proprio abbigliamento ma ci sono tanti altri ambiti in cui possiamo fare la differenza ai quali non pensiamo. Tra questi troviamo anche la nostra vita in ufficio che non riguarda solo le ore passate al pc ma anche la pausa caffè.
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Gli uffici
In Italia, si stima che ci siano circa 4,5 milioni di aziende attive, molte delle quali operano tramite un totale di circa 10 milioni di uffici (considerando quelli aziendali che quelli degli enti pubblici). Questi uffici, per l’insieme delle loro attività producono una quantità significativa di rifiuti, stimata in circa 800.000 tonnellate all’anno. Di questi, il 40% è costituito da carta e cartone, mentre la plastica il 20% e i materiali elettronici il 10%.
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I consumi e i rifiuti dettati dalla vita degli uffici hanno un impatto di circa 1,5 milioni di tonnellate di CO2 equivalente ogni anno. Non a caso la riduzione dei rifiuti e l’adozione di pratiche sostenibili negli uffici sono cruciali per diminuire l’impatto ambientale e contribuire agli obiettivi di sostenibilità del paese. Questo è possibile migliorando operativa l’efficienza nell’uso delle risorse e la soddisfazione dei dipendenti.
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Per affrontare queste problematiche, molte aziende stanno implementando soluzioni innovative. Ad esempio, la digitalizzazione dei documenti e l’introduzione di sistemi di raccolta differenziata più efficienti. Inoltre, si punta alla riduzione dei consumi energetici per mezzo di sensori di movimento per l’illuminazione e i termostati intelligenti ha contribuito a un uso più efficiente dell’energia.
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Pausa caffè
Nella vita di un dipendente in ufficio è di fondamentale importanza la pausa caffè. Che sia al bar, o in una stanza con i distributori automatici, si tratta di una pausa sacra, per distrarsi e riprendere il ritmo di lavoro. Anche in questo caso però, possiamo essere più sostenibili o forse dovrebbero essere le aziende per prime a definire nuove regole e a investire su macchinari e approvvigionamenti più “green”.
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Per esempio, in Italia un dipendente consuma una media di 3 caffè al giorno. Quindi con i dati citati prima capiamo quanto caffè viene consumato quotidianamente in ufficio, ma soprattutto quanti rifiuti si creano. Per l’esattezza, vengono buttati ogni giorno 30 milioni di bicchieri al giorno, ossia bicchierini di carta ma anche in plastica che vengono consumati per qualche minuto che diventano una quantità enorme di rifiuti.
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Le aziende stanno quindi iniziando a promuovere l’uso di alternative più ecologiche, come bicchieri riutilizzabili o compostabili, per ridurre l’impatto ambientale delle pause caffè negli uffici. Ma c’è chi si è spinto oltre.
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Cuppy Clean
Per rimediare a tale problematica il CEO di Lamec Cablaggi, ha fondato la startup Cuppy Clean. Si tratta di un’impresa che produce un dispositivo che consente di sostituire i bicchierini di carta usa-e-getta per il caffè, con tazzine di ceramica. La caratteristica principale è quella di non produrre rifiuti, assicurando un minore impatto ambientale, comodità ed igiene, un’opera non facile da portare a termine.
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Il macchinario creato sembra un mobiletto da cucina che contiene in meno di 1 m2 sia l’impianto di igienizzazione che 4 cassetti per le 24 tazzine. Il suo successo, proprio negli uffici dell’azienda di cablaggi, è determinato dall’efficienza e la sostenibilità del prodotto, nato dopo quattro anni di sviluppo di un complesso sistema.
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Di preciso il macchinario è composto da un impianto di igienizzazione basato sul vapore capace di eliminare fino al 99,997% dei microrganismi (virus, germi, batteri, funghi, spore e lieviti). I getti di vapore a 140° usano solamente 15 ml di acqua, per un lavaggio a 360° nell’arco di 18 secondi. Il vapore durate l’azione viene aspirato sia per preservare gli ambienti che per recuperare una parte di acqua da riutilizzare (quella della condensa). Il serbatoio del macchinario è di 5L i quali assicurano 300 lavaggi per mezzo di un detergente naturale a base di acido citrico.
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L’impatto ambientale
Grazie alle sue caratteristiche, Cuppy Clean ha un ridotto impatto ambientale, minore anche a tutte quelle pratiche portate avanti quotidianamente da tutti noi. Il sistema che oggi è un vero e proprio prodotto commerciale ha un consumo di 5W per singolo lavaggio a vapore (simile ad una lampadina a led). Inoltre, secondo uno studio della Carbon Foot Print, un caffè servito con tazzina lavata in lavastoviglie professionale ha un impatto di 4 mg di CO2, mentre con Cuppy Clean addirittura si scende a soli 2,5 mg di CO2. Mentre se si trattasse di un bicchiere di carta, i mg di CO2 emessi sarebbero 22.
Sembra proprio che Cuppy Clean sia un’ottima soluzione ad una questione di cui si parla poco. Solamente scegliendo un’alternativa del genere si risparmiano chili di rifiuti ed altrettante emissioni di CO2 e si migliora anche l’esperienza del caffè in ufficio.