Cambiare le nostre abitudini è cruciale per ridurre il nostro impatto sul mondo, poiché le azioni quotidiane di ciascuno di noi contribuiscono significativamente alla crisi ambientale globale. Adottare comportamenti sostenibili, quindi uno stile di vita più consapevole, non solo aiuta a preservare l’ecosistema, ma promuove anche una cultura di responsabilità ambientale che può essere condivisa da tutti. Dunque, fare un passo indietro per dare una svolta alle nostre abitudini è un passo fondamentale per garantire un futuro più sostenibile e sano per le generazioni future.
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Overshoot Day
L’Overshoot Day, è una data simbolica che segna il punto dell’anno in cui la popolazione mondiale ha consumato tutte le risorse naturali che il pianeta è in grado di rigenerare in dodici mesi. Venne istituita dal Global Footprint Network negli anni ’70, per studiare il crescente squilibrio tra il consumo umano e la capacità della Terra di rigenerare le sue risorse.
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Negli ultimi decenni, l’Overshoot Day è stato anticipato progressivamente, evidenziando l’aumento del consumo eccessivo delle risorse da parte dell’uomo. Per esempio, nel 1987 cadeva il 19 dicembre, mentre nel 2023 è stato il 2 agosto. Questo trend allarmante sottolinea la necessità urgente di adottare pratiche più sostenibili per invertire la tendenza.
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In Italia, l’Overshoot Day è stato calcolato per la prima volta nel 2015. Anche nel nostro caso, il giorno retrocede in maniera progressiva. Pertanto, sarebbe fondamentale sensibilizzare tutti, dai governi alle aziende, compresi i cittadini, sull’importanza di ridurre l’impronta ecologica e promuovere uno sviluppo sostenibile.
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19 maggio 2024
Per il 2024 l’Italia ha dato il meglio di sé. Il 19 maggio si registra l’Overshoot Day italiano, quindi da questo giorno in poi siamo in deficit con la terra. Precisamente, fa notare il WWF, se tutti vivessero e consumassero come noi, servirebbero le risorse di quasi 3 Pianeti. O in termini più vicini, oggi per soddisfare i consumi annui degli italiani sarebbero necessarie più di 4 Italie.
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Il limite superato dalla Penisola è stato segnalato come di consuetudine dal Global Footprint Network che misura annualmente la domanda di risorse e servizi da parte di una popolazione e l’offerta di risorse e servizi da parte dei loro ecosistemi. Infatti, da domenica gli italiani sono in “deficit ecologico” quindi spendiamo più risorse di quelle che abbiamo e immettiamo in atmosfera più CO2 della capacità che hanno gli ecosistemi di assorbirla.
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L’impronta dell’Italia è determinata principalmente dai trasporti e dal consumo alimentare. Pertanto, sarebbe necessario che il governo attui delle politiche in tal senso, provando a incrementare gli incentivi e delle nuove abitudini riguardanti il consumo alimentare e l’utilizzo dei trasporti. Potremmo quindi mangiare meno carne, pesce e derivati, scegliere cibo fresco e di stagione per contribuire ad una maggiore sostenibilità, favorendo il mercato locale. Dopodiché sarebbe opportuno limitare lo spreco alimentare, sia in fase di preparazione dei cibi che dopo il loro consumo, poiché ad oggi buttiamo quasi 30 kg di cibo a testa l’anno.
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Per quanto riguarda i trasporti sarebbe adeguato scegliere i mezzi pubblici, la bicicletta se la città in cui si vive e si lavora lo consente o in generale ridurre quanto possibile l’uso delle proprie autovetture. Da anni sono stati investiti grandi premi per incentivare l’acquisto di mezzi elettrici, ibridi e la scelta di ricariche da energie rinnovabili.
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Il resto del mondo
Ovviamente l’Italia non è l’unica Nazione ad aver superato i propri limiti. Senza dubbio è un traguardo tutt’altro che positivo, ma di certo ci sono Paesi che hanno fatto di peggio. Questo non vuol dire che si possa restare indifferenti alla questione, anzi, dovrebbe essere una spinta a fare sempre meglio. Tuttavia, come anticipato, paesi come il Qatar e il Lussemburgo hanno esaurito tutte le loro scorte a febbraio. Mentre Emirati Arabi, Stati Uniti, Canada, Danimarca e Belgio sono riusciti a raggiungere il mese di marzo.
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Al contrario il Belpaese che ha un’impronta ecologica di 4 ettari globali (gha) pro capite, si trova in condizioni peggiori rispetto la Spagna che ne registra 3,9 gha pro capite. In ogni caso, l’impronta italiana è più bassa della media europea.
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È necessario che tale situazione migliori e per far si che ci sia una maggiore sostenibilità nel nostro pianeta servono azioni concrete in breve tempo. In effetti non possiamo aspettare ancora troppo tempo poiché il cambiamento climatico non aspetta i cambiamenti dell’uomo. Ne tantomeno la Terra cambierà i suoi tempi per favorire la popolazione mondiale.