Quando si parla di circolarità o di economia circolare è facile imbattersi in opinioni contrastanti derivanti da esempi inesatti o comportamenti errati. C’è una cosa che però ultimamente ai giovani riesce bene, ossia la creazione di startup incentrate sulla circolarità di prodotti, cibi o strumenti. Un esempio è quello di Sway, startup californiana attiva nell’ambito del packaging sostenibile a base di alghe.
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I packaging e le pellicole
Le pellicole sono materiali plastici sottili e flessibili comunemente utilizzati per una vasta gamma di scopi, dalla fotografia e il cinema alla conservazione degli alimenti e l’imballaggio. Generalmente composte da polimeri come polietilene (PE), polipropilene (PP), poliestere (PET) o PVC, offrono una combinazione unica di proprietà come trasparenza, flessibilità e resistenza alla lacerazione.
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Le pellicole plastificate sono ampiamente diffuse in tutto il mondo e si stima che nel 2020 la produzione globale di pellicole in plastica abbia superato i 60 milioni di tonnellate, con un tasso di crescita annuo intorno al 4%. In particolare, il loro uso nell’imballaggio rappresenta circa il 40% di tutta la plastica utilizzata per questo scopo.
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Nonostante rappresentino una grande comodità quotidiana, tali prodotti hanno un impatto significativo sull’ambiente. La loro produzione e smaltimento contribuiscono in modo significativo all’inquinamento plastico, poiché le pellicole sono spesso difficili da riciclare e possono persistere nell’ambiente per centinaia di anni. E come ogni altro prodotto di matrice polimerica, si disperdono in microparticelle che inquinano e danneggiano interi ecosistemi.
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SWAY la nuova frontiera
Per affrontare questa sfida, è necessario promuovere pratiche di consumo più sostenibili, riducendo l’uso delle pellicole in plastica e investendo in alternative biodegradabili e compostabili. Senza dubbio è fondamentale migliorare i mezzi e le strutture per il riciclo e sensibilizzare le persone.
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In questo senso la designer Julia Marsh ha investito il suo tempo e le sue conoscenze per poter creare una startup che offrisse una soluzione a tale problema. Per questo ha lanciato insieme a Matt Mayes (COO) e Leland Maschmeye, “Sway” una startup fondata a Berkeley che produce sostituti compostabili a base di alghe del mare al posto degli imballaggi in plastica. Il gruppo nato nel 2020, ha impiegato i primi anni nella ricerca e sviluppo di questo materiale innovativo che segue dei precisi criteri e principi della sostenibilità in ogni sua fare di produzione e sviluppo. E non si tratta dei soliti ragionamenti fatti per apparire “green”, poiché il pensiero della CEO è ben preciso:
Crediamo che i materiali di uso quotidiano debbano contribuire a rifornire il Pianeta, dal mare al suolo. Il lancio dei nostri materiali termoplastici a base di alghe rappresenta un progresso tangibile verso un futuro più circolare”.
La bio resina TPSea
La startup ha studiato una tecnologia che, per la prima volta, consentirà la sostituzione della tipica pellicola di plastica flessibile con un film composto di alghe del marine. Il prodotto creato è una nuova resina biopolimerica di alghe termoplastiche denominata TPSea. È un ingrediente 100% biologico, compostabile e privo di microplastiche ottenuto per mezzo di una coltura oceanica rigenerativa in grado di ricostituire gli ecosistemi e sostenere le comunità costiere. Tale elemento viene usato per la produzione di sacchetti, buste per la vendita al dettaglio e packaging alimentari e non solo. Perché nel sito di SWAY si vende anche il “polimero” sfuso, per dare spazio alla fantasia del cliente.
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La prima apparizione del prodotto è avvenuta a Parigi durante il Biofabricate 2024 a gennaio, dopo essersi aggiudicata il primo posto al Tom Ford Plastic Innovation Prize powered by Lonely Whale lo scorso anno. Dopodiché il progetto ha ottenuto un grande successo che gli ha permesso di ricevere un finanziamento da 5 milioni di dollari da Third Nature Investments (che include investimenti anche da parte di altri investitori allineati al settore della eco sostenibilità).
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Una caratteristica fondamentale di questo programma è la sostenibilità relativa anche alla coltura delle alghe, che si basa su specifici principi quali:
- la coltura internazionale, poiché l’azienda collabora con allevatori di tutto il mondo. Questo è importante perchè consente alla startup di restare indipendente dai fornitori e dalle aree di coltura. Inoltre, diventa un fattore di sicurezza nella produzione, poiché se una coltura subisce degli eventi estremi, non intacca l’intera società;
- la rimozione dell’alga prevede il solo taglio in superficie e non l’eradicazione, in modo tale da non rimuovere totalmente e in modo ripetuto le alghe. Così facendo si assicurano i vantaggi tipici di questi organismi nei vari ecosistemi in cui si trovano;
- i fornitori sono stati scelti a seconda di standard ambientali e sociali imposti dalla Aquaculture Stewardship Council.
Il futuro di SWAY sembra luminoso e pronto o in fase di preparazione ad una produzione su larga scala, mirato oltre che ai marchi di moda anche al cibo e agli articoli per la casa.