L’Europa approva il 1° schema di certificazioni per la rimozione di CO2.

By : Aldo |Febbraio 22, 2024 |Arte sostenibile, Emissioni, Home |Commenti disabilitati su L’Europa approva il 1° schema di certificazioni per la rimozione di CO2.

Negli ultimi 30 anni, l’Europa ha dimostrato un impegno significativo nella riduzione delle emissioni di CO2. In questo modo ha posto la lotta al cambiamento climatico al centro delle sue politiche ambientali che spesso risultano essere tra le più virtuose al mondo. Non a caso è recente la nuova direttiva nel settore delle emissioni.

La lotta dell’Europa

L’Europa da anni si impegna per ridurre le emissioni di CO2 e combatte il cambiamento climatico a suon di norme e nuovi progetti. Le politiche ambiziose adottate dai suoi Stati membri, vengono spesso considerate le più virtuose o le più efficienti nel settore della sostenibilità. Infatti, si è parlato più volte di promuovere l’efficienza energetica, l’uso delle energie rinnovabili e la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio.

Sebbene si parla di cambiamenti rilevanti e di grande impatto, l’Unione ha introdotto varie misure per raggiungere gli obiettivi prefissati anno per anno. Una tra queste, il sistema europeo di scambio delle emissioni (EU ETS), che limita le emissioni dei settori industriali e delle centrali elettriche. Oppure ancora il pacchetto “Energia-Clima 20-20-20” che mira a raggiungere più traguardi. Ossia ridurre del 20% le emissioni, aumentare del 20% l’efficienza energetica e portare al 20% la quota delle rinnovabili nel mix energetico entro il 2020.

È opportuno citare anche il “Piano d’Azione per l’Economia Circolare”, che mira a ridurre l’uso delle risorse, promuovere il riciclo e l’economia circolare. Senza dimenticare il contrasto al problema dei rifiuti plastici. O anche il “Pacchetto Clima” che ha lo scopo di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Da poco è stata approvata una nuova norma, che porta l’Unione sulla cima del mondo, con il primo schema di certificazioni per la rimozione della CO2.

La nuova normativa

Così l’UE dà il via libera al sequestro di carbonio sostenibile attraverso un nuovo schema di certificazioni per la rimozione di CO2. È il primo al mondo nel suo genere e dovrebbe assicurare lo stoccaggio dell’anidride carbonica per periodi di tempo sufficientemente lunghi, contribuendo al contrasto della crisi climatica. Con tale norma e l’applicazione di tante altre già approvate, Bruxelles porta avanti il suo lavoro con l’obiettivo di raggiungere emissioni nette zero entro il 2050. 

Lo schema di certificazione

Per far si che questa direttiva funzioni la Commissione ha definito criteri e punti da seguire, o necessari ai fini della certificazione. Tuttavia, è importante ricordare che si tratta di uno schema valido per più certificazioni che si distinguono a seconda del tipo di rimozione individuato.

  • la rimozione permanente del carbonio per mezzo dell’immagazzinamento del carbonio atmosferico o biogenico per diversi secoli;
  • lo stoccaggio temporaneo del carbonio in prodotti durevoli (circa per 35 anni) come, per esempio, le costruzioni a base di legno, che possono essere monitorati in loco durante l’intero periodo di monitoraggio;

Dopodiché si parla di carbon farming, un settore nel quale si può applicare:

  • lo stoccaggio temporaneo del carbonio attraverso il ripristino di foreste e di suolo, la gestione delle zone umide e delle praterie di fanerogame marine;
  • la riduzione delle emissioni del suolo, quindi la diminuzione del carbonio e del N2O derivanti dalla gestione del suolo.

Queste attività sono possibili a patto che conseguano un miglioramento in ambiti quali, il bilancio del carbonio nel suolo, nella gestione delle zone umide, nell’assenza di lavorazione del terreno e nelle pratiche di colture di copertura combinate con uso ridotto di fertilizzanti.

Uno schema per una certificazione simile, potrebbe essere un grande punto di svolta, se gestito in modo trasparente, chiaro, efficiente e lineare. Forse l’unico dubbio resta sulla sua validità, per molteplici ragioni.  Ci troviamo nuovamente di fronte ad uno schema volontario, un procedimento che non viene imposto ma scelto autonomamente sulla base di un pagamento per la rimozione di CO2. Sebbene sia una legge europea, il fatto che ci siano movimenti finanziari per raggiungere un obiettivo così importante, mette in dubbio la veridicità e la trasparenza dei passaggi.  Nonostante ciò, se l’Unione ha approvato la direttiva, non ci resta che vedere questo nuovo schema in azione e sperare che sia effettivamente una nuova grande soluzione ad un grande problema.

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