Ieri, mercoledì 22 marzo, si è celebrata la Giornata Mondiale dell’acqua, ma i dati pubblicati riguardo la questione siccità, non promettono nulla di buono.
Tuttavia, ci sono molteplici soluzioni che possono rimediare a tale problema.
Spreco in Italia
I dati riguardanti l’Italia descrivono purtoppo una situazione negativa, legata soprattutto ad una gestione della rete idrica poco attenta.
L’analisi, infatti, dimostra come tale questione sia una criticità anche rispetto alla carenza di acqua nel mondo. L’Istat conferma che lo spreco d’acqua in Italia è pari alla quantità utile per 43 milioni di persone.
Si tratta di cifre altissime che devono essere categoricamente ridotte in poco tempo, per limitare anche i danni legati ai cambiamenti climatici.
La questione in numeri
Dallo studio emerge un costante peggioramento nell’arco degli ultimi 20 anni, che sembra non cambiare rotta.
Difatti nel 1999 in Italia venivano erogati 250 l/giorno pro-capite di cui si sprecava il 32,6%. Il report del 2012 invece, riportava un peggioramento poiché si calcolava una perdita del 37,4% di acqua su un totale di 238 litri/giorno.
Ovviamente con la regressione dell’efficienza della rete idrica, si sono ridotti i litri erogati e tale fenomeno è stato accertato dalle analisi successive.
Nel 2015 si erogavano 222 litri al giorno, mentre nel 2018 solo 217, con una perdita crescente, rispettivamente del 41,1% e del 42%. Al giorno d’oggi sprechiamo il 42,2% dell’acqua immessa in acquedotto.
Risolvere la “sete”
Di certo gli studiosi non hanno esitato a spiegare il problema per mezzo di paragoni concreti da intuire per una comunicazione di maggiore impatto.
Nel nostro Paese si perdono 157 litri/giorno per ogni abitante. Questo significa che in una realtà efficiente, si potrebbe soddisfare il fabbisogno di 43 milioni di persone, ovvero più di 7 cittadini su 10.
Ancora si può citare la differenza tra volumi immessi e quelli erogati. Al giorno potrebbero essere distribuiti 8,1 miliardi di m3, equivalenti a 373 litri, ma se ne perdono 3.4 miliardi di m3.
Tale cifra è eguagliabile alla quantità di acqua necessaria per riempire il Colosseo più di 2300 volte.
Differenze tra regioni
Oltretutto, anche in questo settore è palese una grande disparità nella la gestione della rete idrica tra il nord e il sud dell’Italia.
La differenza è rilevante e come di norma, il nord gode di una qualità maggiore (fatta eccezione per il Veneto) rispetto al meridione.
Le regioni in cui si ha uno spreco superiore alle altre sono Basilicata (62,1%), Abruzzo (59,8%), Sicilia (52,5%) e Sardegna (51,3%).
Soluzioni
Fortunatamente tale problema è risolvibile tramite svariate azioni che ognuno può intraprendere per limitare il danno descritto.
Per questo motivo l’ENEA ha pensato di pubblicare un vademecum con il quale istruire i cittadini ad un uso più consapevole dell’“oro blu”.
Si tratta di tante piccole abitudini da modificare o di accorgimenti utili per salvaguardare un bene prezioso e vitale (in tutti i sensi).
Ad ogni modo, i possibili rimedi previsti da tale questione si dividono in due categorie. Ci sono quelli attuabili dai cittadini per mezzo di abitudini più accorte e sostenibili e quelli legati allo Stato (di solito i più rilevanti).
Se questi due tipi di soluzioni venissero affiancati, il fenomeno potrebbe essere attenuato se non risolto in minor tempo e con meno sforzi.
Come sempre, un pensiero sostenibile è necessario per migliorare il settore economico, sociale e ambientale.