
Ogni giorno vengono prodotti imballaggi che vengono utilizzati per qualche ora e poi vengono gettati senza neanche essere differenziati. Per questo la Commissione europea ha intenzione di rivedere la legislazione attuale.
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La proposta
Il commissario europeo per l’Ambiente, gli oceani e la pesca Virginijus Sinkevičius, introduce la proposta aiutandosi con un esempio semplice ma reale per tutti:
“È capitato a tutti di ricevere prodotti ordinati online in scatole troppo grandi, così come di chiedersi come separare i rifiuti da riciclare, cosa fare con un sacchetto biodegradabile o se tutti questi imballaggi saranno riutilizzati o perlomeno trasformati in nuovi materiali con un certo valore”.
Infatti, l’idea è quella di contrastare l’aumento dei rifiuti di imballaggi, stimato tra il 19% il 46% entro il 2030, per mezzo di varie azioni. Anche Frans Timmermans, Vicepresidente esecutivo per il Green Deal europeo, condivide l’idea “per un futuro senza inquinamento”.
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Gli imballaggi in numeri
Il primo problema riguarda l’uso di materiale vergine. Si stima che il 40% di plastica e il 50% di carta prodotti nell’Unione europea vengano usate per il packaging di un prodotto. L’imballaggio raramente viene riusato o smaltito correttamente; da queste analisi si calcola che ogni europeo produca 180 kg di rifiuti di imballaggio all’anno. Questo dato purtoppo è destinato ad aumentare nel caso in cui non venissero istituite nuove misure per rallentare la crescita o azzerarla. Per questo la Commissione europea ha posto come obiettivo la riduzione di rifiuti da imballaggi del 15% entro il 2040.
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Come cambiare rotta
Per raggiungere tale traguardo sono state presentate delle azioni che l’unione europea, i governi se non ogni singolo cittadino, potrebbero seguire. Si parte dalla riduzione degli imballaggi, eliminando in principio quelli inutili, come i prodotti monouso di hotel, ristoranti e bar e quelli multipli per le lattine. Un’altra mossa riguarda le aziende: dovranno garantire che una certa percentuale dei loro prodotti abbia packaging riciclabili o ricaricabili. In aggiunta si chiederebbero dei formati standard del pacco ed etichette riutilizzabili.
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Saranno proposti dei criteri di progettazione dell’imballaggio e di restituzione di lattine e bottiglie di plastica; inoltre, verranno definiti in maniera chiara quali imballaggi sono compostabili. Infine, sarà obbligatorio una percentuale di plastica riciclata all’interno della produzione, rendendo la plastica riciclata, un materiale prezioso.
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L’aiuto economico
La Commissione è pronta a discutere questi temi con il Parlamento ed il Consiglio ma soprattutto è pronta a cambiare abitudini e a scombinare l’industria. La revisione, tuttavia, creerebbe dei nuovi posti di lavoro, aiutando l’economia europea; anche solo il potenziamento del riutilizzo, ne garantirebbe 600.000 entro il 2030.
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Per ridurre l’impatto ambientale in modo efficiente, necessitiamo di tante piccole azioni che partono dalle industrie e arrivano al singolo consumatore. A questo punto non resta che attendere la risposta e le conseguenti decisioni del Parlamento e del Consiglio europeo.