Il problema dei rifiuti elettronici
Quella dei rifiuti elettronici è una questione sempre più importante e un problema sempre più incombente a causa dell’aumento della produzione di prodotti elettronici.
Gli oggetti che usiamo quotidianamente, come grandi e piccoli elettrodomestici e i dispositivi informatici hanno prodotto 57,4 milioni di tonnellate di rifiuti nel 2021.
Un peso equiparabile a quello della Grande Muraglia cinese, l’opera artificiale più pesante sulla terra.
Però, attraverso il riciclo, gli e-waste possono restituire parte dei metalli rari che li compongono e che hanno un grande valore economico.
Per quanto riguarda il riciclo, l’Europa ha un tasso del 42.5% (è il continente più virtuoso), gli USA del 15% mentre l’Africa non arriva all’1%.
Il forno “portatile”
Sulla base di queste stime, il professore Terence Musho della West Virginia University, ha creato un forno per estrarre i metalli rari dai rifiuti elettronici.
Il Dipartimento della difesa americano (DOD) ha finanziato il progetto con 250 mila dollari perchè pensa possa garantire un servizio fondamentale per tutto il pianeta.
Il forno o capsula, è di piccole dimensioni e facile da trasportare in moduli ed ha la capacità di raggiungere alte temperature in poco tempo.
Tali qualità rendono possibile l’estrazione di metalli come il palladio, l’indio, il tantalio e altri minerali spesso anche più importanti dell’oro.
Le applicazioni
Secondo il DOD, il dispositivo potrebbe essere applicato in vari ambiti per poter ridurre i rifiuti e supportare maggiormente l’economia circolare.
Grazie alle sue caratteristiche il forno potrà offrire un servizio itinerante per permetter il riciclo in luoghi in cui mancano gli impianti adeguati.
Potrebbe essere installato nelle città così da creare un punto di riciclo e permettere un maggiore e migliore smaltimento dei dispositivi.
Un’applicazione ancora più formidabile sarebbe quella relativa allo spazio, dove sono presenti 9300 tonnellate di rifiuti derivati dalle attività antropiche (es. parti di satelliti)
Sarà possibile, infatti, raccogliere i satelliti obsoleti, riciclarli e utilizzare nuovamente i suoi metalli per creare nuovi prodotti, riducendone anche i costi.
Indipendenza dalla Cina.
Un altro aspetto fondamentale per l’America e non solo, sarebbe il raggiungimento dell’indipendenza dalla Cina che detiene il monopolio sull’estrazione e produzione di metalli rari.
Il gigante cinese attualmente tiene in pugno tutto il mondo, perchè i metalli rari sono impiegati in tutti i dispositivi tecnologici, oggi largamente richiesti.
Tuttavia, se gli altri stati riuscissero ad ottenere la risorsa, per mezzo del riciclo, non sarebbero completamente dipendenti dalla Cina, sotto questo punto di vista.
Il prototipo di “forno” creato potrebbe essere una soluzione rispetto ai metodi di estrazione con un forte impatto ambientale.
Modalità già presenti ma poco diffuse come l’idromettallurgia, la pirometallurgia o la bioidrometallurgia, comportano enormi quantità di acque reflue inquinanti oppure sono poco efficienti.
Sarà questa la nuova tecnologia renderà più sostenibile il settore elettronico moderno?